[RECE] Andreea la lapperina (ROM) - OTR notturna - Osio Sotto (BG)

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Osio Sotto (BG)
ZONA: 45.615457, 9.595570
NOME: Andreea
NAZIONALITA': Rumena di Bacau
ETA': 25 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (smorza e poi mission), BJ e inconcludente HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 60
COMPENSO CONCORDATO: 70.50
DURATA DELL'INCONTRO: non penso più di 30', da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,60 (ma svettante su piattaforme alte almeno 15 cm), capelli finto-biondi lisci ma arricchiti da extensions, viso carino ma dai lineamenti leggermente spigolosi, bellissimi occhi cerulei, corporatura magra e ben proporzionata (50 kg dichiarati), seno non eccedente la seconda taglia
ATTITUDINE: probabilmente dà il meglio di sè attorno a un palo e non su un materasso ; loquace come si conviene a una lapperina

LA MIA RECENSIONE:

Esaurito il piacevole incontro dei 525ers nella consueta birreria di Lallio, ciascuno riprende la sua strada e la mia dovrebbe condurmi al casello di Capriate, refrattario a qualunque tentazione. A tutto, però, si può resistere, tranne che alle tentazioni. E la mia ha le sembianze di una graziosa biondina vestita (o svestita) tutta di rosso, che staziona nello spiazzetto appena dopo la rotonda centrale di Osio Sotto, un centinaio di metri prima che inizi il Quadrilatero della Topa. Qualche sera addietro mi aveva incuriosito anche la Bancaria (una morettina dagli occhi azzurri, non molto alta, che presidia il bancomat della BPS al posto della Securitalia), ma mi viene soffiata da un collega e quindi mi tocca inevitabilmente cascare tra le braccia della biondina, non prima di essermi accertato che non si tratti della reincarnazione della terribile Jasmine, una delle "polacche" che arrivavano a primavera, tra cui la mai dimenticata Monny, forse più bella (di certo la più bionda :)) fanciulla apparsa lungo il boulevard.

Dopo innumerevoli giri dell'isolato per avere il boulevard libero da vetture, accosto nel suo spiazzo (dove è parcheggiata anche la sua vettura teutonica scura, ma questo lo scoprirò solo alla fine) e la osservo meglio in volto. Sarà forse la visione dal basso, ma i suoi lineamenti mi paiono un po' più spigolosi di come mi erano sembrati da lontano, anche se il suo viso rimane comunque carino e ben curato. Non ho bisogno di porre domande e, mentre invoco il mantra di Santa Teladosia O.P.N. affinché la telecamera che sta sull'altro lato della strada sia spenta, la biondina snocciola spontaneamente il menu: "Ciao, sono trenta in macchina e settanta in appartamento". "Va bene anche sessanta?", faccio la mia controproposta, che qui non desta alcuno scalpore, ma che nel comasco mi era valsa una denuncia all'Ordine delle Meretrici Lomazzesi. La fanciulla ha solo il pudore di rispondermi un sì sussurrato (come se volesse essere sicura che nessuna delle sue vicine-lontane l'ascoltasse), ma nella sostanza non ha nulla da obiettare e quindi la invito a compiere il periplo della vettura.

ANDREEA, RUMENA

La biondina si accomoda a bordo e si presenta immediatamente: "Ciao, sono Andreea Rumena, tu come ti chiami?". Prima ancora di declinare le mie generalità (cosa che poi mi dimenticherò di fare), chiedo subito chiarimenti: "Ma Rumena di cognome o di nazionalità?". Nonostante parli un buon italiano, il suo biglietto da visita andava declinato in "Andreea, Rumena", perchè è originaria di Bacau, cittadina che ha dato i natali ad innumerevoli intrattenitrici daciche (la prima che mi viene in mente è la celeberrima Julia Bambola Vogliosa).

La biondina (e poi ne scoprirò il motivo) è di quelle che hanno la parlantina facile, per cui ottengo le risposte senza neppure porre le domande. "Sai, ho voluto precisare che sono rumena, perché da noi Andreea è un nome femminile e quello che è venuto prima di te mi ha domandato se fossi un uomo o una donna ...". "Quindi vado tranquillo: non mi trovo una sorpresina in mezzo alle gambe?", le butto lì scherzosamente, mentre penso che chi mi ha preceduto nell'intervista dovesse portare occhiali spessi come fondi di bottiglia. "No, no, stai tranquillo :)", mi rassicura ridendo Andreea, per poi iniziare a snocciolare spontaneamente il suo curriculum.

C'E' SEMPRE DA IMPARARE

Mi spiega di lavorare come intrattenitrice sia in un lap bar che in un night dalle parti di Brescia (Eclisse, o qualcosa di simile, se non ho capito male) e di approfittare del tepore estivo per arrotondare un po' gli introiti sul ciglio della strada. Chiarita la sottile differenza tra il primo e il secondo tipo di locale (in entrambi si buttano via un sacco di soldi, ma nel primo neppure si scopa, mentre nel secondo quantomeno sì), è ben più interessante scoprire dalla viva voce di Andreea come una lapperina possa trasformarsi in OTR, e viceversa. "Quando lavoro là, è importante essere bellissima e curatissima, altrimenti nessuno viene a cercarti", inizia a spiegarmi, lasciando così intendere che noi frequentatori della strada siamo molto più di bocca buona. "Ad esempio, adesso ho messo solo un po' di matita intorno agli occhi (così poca che mi sono accorto del bellissimo colore ceruleo dei suoi occhi solo mentre ero sopra di lei alla missionaria :)), mentre là mi trucco molto di più", mi detta le sue memorie, che provvedo diligentemente a registrare nel fantomatico tablet d'ordinanza messomi a disposizione dall'amico cicciobg ;) "Oppure - e nel mentre solleva un piede per mostrarmi delle high heels con zeppa che avrei collocato nella categoria dei 'tacchi vertiginosi' - adesso indosso delle scarpe basse (sic!), mentre quando ballo ne ho di molto più alte".

Il peggio, però, deve ancora venire, dato che la strada sino al loft è discretamente lunga. "E poi, bisogna anche comportarsi in modo diverso. Chi viene al locale ha un sacco di preoccupazioni per la testa, da cui vuole staccarsi per qualche ora, e quindi bisogna essere gentili, parlarci e consolarlo un po' ...", ascolto sempre più allarmato da ciò che mi aspetterà tra qualche minuto. "Ma anch'io ho un sacco di problemi :) - cerco di intenerirla, ripensando ad esempio al fatto che la sera prima ho dovuto vagare quasi un'ora per trovare libera la mia prediletta all'UTB - Non è che mi tratterai a pesci in faccia, vero? ;)". "No, no, volevo semplicemente dire che per strada è invece tutto più semplice: chi si ferma ha già in testa cosa vuole fare, paga, si scopa e tutto finisce lì", sono le ultime parole che registro, prima di parcheggiare la macchina davanti alla solita palazzina di Boltiere, dove esercitano anche Adela e la Ministra Brambilla. Non sono riuscito a compilare sul tablet prestatomi da cicciobg il questionario di Proust (o di Pavlov?), come avrebbe voluto l'amico xyz79, ma le informazioni raccolte sono ben più utili per sopravvivere nel mondo della notte, che conoscere il colore o l'animale preferito da Andreea ;)

SI TORNA A CASA BRAMBILLA

Mentre scendo dalla macchina e la seguo, sono quasi convinto di essere spacciato. Quando poi entriamo nell'appartamento della Ministra Brambilla, ne sono ormai certo e l'unica speranza è che Andreea non mi faccia accomodare sul divano che sta proprio alla destra della porta d'ingresso. Fortunatamente attraversiamo il soggiorno ed entriamo nella stanza da letto, che è torrida come una fornace, nonostante il vano tentativo di raffrescarla con la porta-finestra spalancata.

Andreea si era già tolta le zeppe per salire le scale (abbassandosi a una quota compresa tra 1,60-1,65) e ora si sfila la sua mise da "signora in rosso". Oltre che per la temperatura sahariana, ho la certezza definitiva che non è Capodanno, perché la lingerie che la fanciulla indossa non è dello stesso colore ma nera come la pece. Pur non essendo molto alta e avendo dei seni abbastanza piccoli (non credo oltre la seconda taglia), Andreea ha davvero un fisico ben proporzionato, dalla pelle levigatissima e perfettamente depilato. Dato che le avrei attribuito 22-23 anni, sono stupito di scoprire che invece ne ha già 25 (temo che la mia prediletta possa suicidarsi quando ne compirà altrettanti, dato ha passato il 24° compleanno intristita da come gli anni migliori stiano volando via). Raccolgo le sue ultime confidenze sui pesanti allenamenti per riuscire ad appendersi al palo a testa in giù e poi sono desnudo anch'io, pronto a balzare sul lettone.

PROMESSE DA MARINAIA

"Ma non mi lasci il regalino?", mi stoppa prontamente Andreea. "Ah, scusa, pensavo che li volessi dopo ...", mi tocca rovistare nel mio porcellino, che purtroppo non contiene i pezzi contati e mi obbliga a depositare 70 sulla credenza, ben poco fiducioso che la biondina abbia il resto. E così è infatti, perché il suo borsellino contiene solo due o tre pezzi da 50. "Insomma, il resto mancia ...", mi è chiaro che il ribasso strappatole alla piazzola si è giù dissolto nel caldo di questa notte di mezza estate. "Dài che ti tratto bene: ci baciamo, ti faccio divertire ...", raccolgo le sue promesse da privée. Purtroppo non sono abbastanza lesto a ricambiare con qualche frase trita e ritrita (tipo: "sei una bravissima ragazza", "vorrei un bambino con i tuoi bellissimi occhi", ...) e mi limito ad accomodarmi, novello Isacco, su quest'altare che quantomeno è comodo e soffice.

LA RECE VERA E PROPRIA

La fanciulla si accovaccia alla mia destra e inizia a smanacciare il fratellino, per risvegliarlo dal suo torpore e prepararlo all'incappucciamento. Il condom è di quelli rosso-Ferrari, profumato come una fragola e così spesso da creare interferenza anche con le ormai distanti pareti della pizdă di Luanona (cit. cpl). Il compare del piano di sotto ne è presto inguainato e poi la boccuccia di Andreea inizia a prendersene cura. L'azione non brilla né per tecnica, né per intensità, né per durata, per cui tra le note positive posso registrare solo le piacevoli carezze con cui saggio la consistenza vellutata della pelle della mia amichetta di Bacau.

Quando il fratellino è ancora una bandiera a mezz'asta, Andrea vorrebbe già prepararsi alla cavalcata. "Non ti va di andare avanti ancora un po'? Non mi sembra ancora pronto ...", cerco di stopparla, prima che si ammosci completamente e che l'incontro venga chiuso prematuramente con un inglorioso HJ. Al che, la biondina si cimenta nella massima finezza tecnica del nostro quarto d'ora d'intrattenimento, iniziando un'operazione di leccaggio dei miei testicoli, tanto piacevole quanto breve (sono in dubbio tra i cinque e i dieci secondi, sicuramente non quindici). Il sapore non dev'essere piacevolissimo (ma non mi ha neanche proposto di passare dal bagno, a mia discolpa), per cui desiste quasi subito e riparte con un BJ assistito. Neppure questo può essere registrato tra i più lunghi della mia carriera, ma quantomeno il fratellino è ora quasi pronto. A un mio sommario esame visivo, non è oltre il 75% del turgore, ma agli occhi di Andreea deve apparire di una taglia più che accettabile, perché si risolleva sulle ginocchia, si inumidisce un po' la vulva perfettamente depilata e si dispone cavalcioni sul mio basso ventre.

LA CAVALLA PIU' VELOCE DEL WEST

L'infilamento è effettuato con cautela, all'inizio la solita manina viene tenuta lì per regolare la profondità della penetrazione e, dopo qualche titubanza, la galoppata può finalmente cominciare. All'inizio, Andreea si limita a strusciarsi attorno all'asta, come se volesse alloggiarla meglio nell'orifizio. Poi si china un po' verso di me e inizia una sequenza di percussioni più ampie (abbastanza da vedere i suoi piccoli seni ballonzolare a una spanna dal mio naso :)) ma dalla frequenza blanda. Infine, si rimette col busto a piombo e si cimenta in una decina di colpi frenetici, che però non sortiscono l'effetto sperato, ossia quello della mia capitolazione. A dire il vero, quando la biondina si arresta a prendere fiato, avevo a malapena iniziato a carezzarle le gambe e non ero ancora riuscito a risalire sino al suo busto :)

Leggo nei suoi occhi che sta per buttarmi lì la proposta di chiudere con un bell'HJ, per cui la anticipo e le propongo di cambiare posizione: "Posso venirti sopra, così variamo un po'?". La fanciulla acconsente, si sfila dall'asta e si rigira sul lettone, disponendosi gattoni sul materasso. "A dire il vero preferirei fare alla missionaria, non alla pecorina ...", cerco di intenerirla, riscuotendo un successo ben al di là delle mie speranze. Andreea si rigira di nuovo, si accomoda supina con la testa sul cuscino e con le gambe divaricate a ranocchia ed è di nuovo pronta ad accogliermi dentro di sè. "Fai pure tu, non vorrei farti male ...", lascio che sia lei a infilarselo, mentre mi puntello sugli avambracci.

METTITI PURE COMODA

Rialloggiato il fratellino nell'antro per lui più piacevole, posso ripartire, col busto inclinato a 45° (in onore della temperatura che regna nella stanza :)) e con una discreta intensità di percussione delle pelvi. Nel mentre, osservo meglio il suo volto sorridente e i suoi occhi cerulei, che sono di una tonalità così chiara da sembrare quasi irreali. Poi le chiederò se per caso porti delle lenti a contatto colorate, ma la fanciulla mi spergiurerà che quello è il colore naturale delle sue iridi. Che il biondo non fosse il suo colore naturale era invece chiaro sin dall'inizio, data l'evidente ricrescita scura alle radici. Quando però provo a carezzarli un po', mi rendo conto che hanno una consistenza un po' innaturale e, almeno stavolta, il mio sesto senso non si sbaglia, perché Andreea ammette che si tratta di extensions ("comunque non sono di plastica, perché si possono piastrare!").

Grazie all'angolo di entrata un po' inclinato, il fratellino ha preso il pieno turgore e allora le chiedo il permesso di calarmi del tutto su di lei. Nessun problema per Andreea, che mi lascia fare, nonostante la calura avrebbe suggerito di opporre un cortese quanto fermo diniego. Mi appoggio sul suo busto e riprendo la mia ginnastica pelvica, carezzandole delicatamente il collo, la fronte e la sua chioma paglierina. Andreea è abbastanza avara di cortesie: sin dall'inizio della missionaria aveva incrociato le mani e le aveva messe tra il cuscino e la testa, come se stesse facendo un pisolino all'aria aperta. Quantomeno i suoi bellissimi occhi sono sempre aperti e sorridenti, un leggero ansimare si leva dalla sua bocca, ma non v'è ovviamente traccia di carezze al sottoscritto, che si sarebbe accontentato di così poco, senza pretendere né graffi felini sulla schiena né i baci promessi ma mai mantenuti. La cosa più fastidiosa è però il terribile cigolio del letto, che già mi aveva esplodere i timpani nel precedente incontro con la Portaborse e che neppure stavolta ci concede 5 secondi di quiete. Propongo ad Andreea di spostarci leggermente lungo il materasso, ma sorridendo mi fa capire che questo lettone è senza speranza.

Dopo un po', commetto l'errore di fermarmi un attimo e di strusciare le mie pelvi contro le sue, per riprendere fiato prima della successiva carica di cavalleria. Il più grave degli errori, perché Andreea mi fa capire che il tempo corre veloce e ciò che di meglio riesco a strapparle è una nuova sessione di BJ. Rimuovo personalmente il condom, per evitare che il fratellino venga affettato in due dalle sue affilatissime (ma non altrettanto lunghe) unghie tinte, lascio che lei infili un nuovo gommone rosso e si può ripartire.

La sua azione non ha guadagnato né in intensità né in frequenza, ma quantomeno Andreea mi incita un po', prendendomi una mano e premendosela contro le sue chiappette: "Dài, toccami un po'!". Dato che ha anche divaricato un po' le gambe, non me lo faccio ripetere due volte e con la mano mi infilo nella fessura tra le sue gambe. Cerco le labbra, che sono abbastanza scivolose (non so se abbia il SINT 2000 al posto della saliva o se si sia inumidita durante la copulazione :)), le divarico delicatamente e poi inizio a strusciare per un po', senza però penetrare l'orifizio.

CON LE PIVE NEL SACCO

"Ci siamo?", si illude Andreea, quando vede che abbandono l'esplorazione delle sue parti intime e riprendo a carezzarla più delicatamente. "Manca poco, tieni duro ...", le mento per cercare di strapparle ancora qualche minuto. "Ma, se vuoi, finisci pure con la mano ...", devo essere più realistico. La biondina passa allora dalla posizione gattoni a quella ginocchioni e inizia a smanacciare il fratellino. Avendo ora il campo più libero, provo a manipolare i suoi seni (che non hanno esattamente una consistenza marmorea) e a titillarne i capezzoli, venendone però respinto. Da scafata intrattenitrice, Andreea cambia braccio e, di fatto, mi scherma l'accesso al suo petto, obbligandomi a ripiegare sulle sue gambe levigate.

Dopo un paio di minuti così, la fanciulla sbuffa e mi fa capire che il tempo è proprio esaurito: "Se vuoi, finisci tu con la mano ...". "Manca davvero poco, forse un minuto o due ...", cerco inutilmente di intenerirla. Si potrebbe anche far ripartire la musica, ma sarebbe ovviamente necessario ricaricare il juke box con la monetina ("Guarda, per 70 non posso davvero stare più a lungo") e non mi pare il caso di arrotondare l'obolo già depositato sulla credenza. "Va be', non fa nulla, fermiamoci qui", prendo mestamente atto della fine delle danze, mentre mi risollevo sul materasso.

UNA FAMIGLIA POCO NUMEROSA

Rapida pulizia con i fazzoletti di carta e si può procedere alla rivestizione. Nel reindossare i pantaloni, una monetina da 50 centesimi (parte del resto della birrata tra colleghi) mi cade fuori dalla tasca e rotola sotto il letto, per cui devo registrare nella contabilità che l'incontro mi è costato 70,50, con una piccola mancia anche per la ministra Brambilla, quando effettuerà le pulizie :)

Terminate la rivestizione, possiamo abbandonare il loft e scendere alla macchina. Seppure non lunghissimo, l'incontro deve averci trattenuti nell'appartamento per una ventina di minuti scarsi e né la Ministra Brambilla né la sua portaborse Andreea (o Elena?) si sono mai presentate a sfondare le molle del divano con qualche cliente raccolto sulle sponde del Quadrilatero. Per cui i tempi devono essere grami in generale ma anche per Sara e la sua allieva in particolare. Sarà forse perché sono ancora più frettolose della media di tutte le altre OTR? ;)

Durante il tragitto di ritorno, Andreea si conferma assai più abile con le chiacchiere che sul materasso. Quello della Ministra Brambilla, come immaginavo, è solo un loft lavorativo in sub-subaffitto e la biondina abita invece più vicina all'aeroporto, forse perché pare avere una discreta clientela tra i piloti d'aeromobili :) Mi spiattella praticamente l'intero stato di famiglia (un clan "poco numeroso" a sentire lei: solo 26 parenti, rimasti in Romania!) e mi racconta che non ha alcuna intenzione di tornare al suo Paese, trovandosi più che bene qui in Italia. Altri dettagli sono più personali e quindi non mi pare il caso di raccontarli ai quattro venti, per cui chi fosse interessato a chiacchierare con una lapperina (non gratis, s'intende) non ha che da accomodarsi e chiedere alla diretta interessata.

Noi, invece, siamo di nuovo a Osio Sotto. Invoco di nuovo la protezione di Santa Teladosia, ci salutiamo e finalmente riprendo la direzione di casa, talmente stanco che quasi mi dimentico di avere ancora il colpo in canna.
 
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ahaha più che una peripatetica mi è sembrata più una Commerciale di una fiorente Spa!!!! Fortuna che non le hai chiesto 50 euro altrimenti finivate a 100!!!
Le lapperine sono esperte nel mungere il cliente..... divertente la recensione!
 
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La pianura Padana è la mia casa.
Caro oscar, quando ho letto 70,50 nello schema iniziale ho subito pensato che il ,50 fosse dovuto all'installazione di un distributore automatico da loft.... Ma dico, possibile che le nostre compagnedigiochi, palancose come sono, non ci abbiano ancora pensato? Sarebbe un colpo micidiale per il povero Golosone....
 
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