Nella mia vita da punter ho fatto qualche regalo alle pay, un paio decisamente corposi, intendo economicamente.
Li ho fatti perché il primo ad esserne felice ero io. Non mi sono mai aspettato nulla in cambio, il regalo è regalo, può essere gradito o meno, ma se ti aspetti qualcosa in cambio allora, visto che parliamo di pay, tanto vale darle 50 euro in più dell'obolo che ti chiede ed è probabile che otterrai davvero quel qualcosa in più che cerchi.
Se vai con l'ovetto pasquale al cioccolato (o tantissime altre cose) e speri che ti faccia il Cim che mai ti ha fatto, allora caschi male, perché le pay quei servizi li vendono, eventualmente li hanno nel menù a tot euro.
Recriminare su riconoscenza non ricevuta o sui soldi spesi una volta che la pay ha chiuso col lavoro e spento la Sim, è sbagliato perché allora era stato fatto in cerca di una qualche contropartita, e il regalo perde la sua vera fisionomia.
Non ho mai regalato la mimosa l'8 marzo o i baci Perugina a San Valentino. Non sono mai andato col vassoio di pasticcini ma spesso ho mangiato quelli di qualche collega che aveva consumato prima di me, ma credo che in fondo anche abbia trombato la stessa pay che ho trombato io. Lui forse a stomaco vuoto, io a stomaco pieno.
Non voglio fare il coglionazzo, ma alle pay, dopo anni di esperienze e confidenze scambiate, questo genere di regali vanno nel dimenticatoio quando il cliente che li ha fatti non è ancora uscito dal portone di sotto. Non voglio però disincentivare questa pratica che spesso ci fa star bene (a me nei tempi andati lo ha fatto) occorre però scegliere la pay giusta che può apprezzare, non dico che sia riconoscente perché è dura, ma almeno apprezzare.
Ora non faccio più alcun regalo. Se penso ai Baci Perugina, c'è quello che arriva con la torta; se le offro una cena quando è giù, c'è il collega che le ha pagato il fine settimana in una Spa, con sauna e massaggi compresi; se la invito un giorno intero a rilassarci in qualche borgo italico c'è il tipo che la porta a Dubai, tutto spesato più qualcosa anche per lei. Tutte cose successe e che ho già scritto.
Ora ho tre fidelizzate con cui mi trovo molto bene e il rapporto è molto diretto, il contatto è frequente anche quando non sono nella mia città. Niente regali da parte mia, altri clienti gliene fanno giornalmente e di tutti i tipi (i pasticcini di cui sopra li preferirei alla crema, grazie) ma faccio favori quando c'è bisogno e per quello che posso. Passaggi in auto, spese, traslochi, ricariche, elettrodomestici, pratiche burocratiche, ecc. e comunque ci sono altri come me che le aiutano quando sono in città diverse dalla mia, non sono il solo.
A tutte e tre ho detto anche che se avevano bisogno di prestiti potevano chiedere. Lo ha fatto solo una ai tempi del primo lockdown e poi mi ha restituito tutto, fino all'ultimo euro, le altre due mi hanno sempre detto di essere a posto, di non aver problemi.
Ecco, forse a queste pay adesso dovrei davvero fare un regalo!
Li ho fatti perché il primo ad esserne felice ero io. Non mi sono mai aspettato nulla in cambio, il regalo è regalo, può essere gradito o meno, ma se ti aspetti qualcosa in cambio allora, visto che parliamo di pay, tanto vale darle 50 euro in più dell'obolo che ti chiede ed è probabile che otterrai davvero quel qualcosa in più che cerchi.
Se vai con l'ovetto pasquale al cioccolato (o tantissime altre cose) e speri che ti faccia il Cim che mai ti ha fatto, allora caschi male, perché le pay quei servizi li vendono, eventualmente li hanno nel menù a tot euro.
Recriminare su riconoscenza non ricevuta o sui soldi spesi una volta che la pay ha chiuso col lavoro e spento la Sim, è sbagliato perché allora era stato fatto in cerca di una qualche contropartita, e il regalo perde la sua vera fisionomia.
Non ho mai regalato la mimosa l'8 marzo o i baci Perugina a San Valentino. Non sono mai andato col vassoio di pasticcini ma spesso ho mangiato quelli di qualche collega che aveva consumato prima di me, ma credo che in fondo anche abbia trombato la stessa pay che ho trombato io. Lui forse a stomaco vuoto, io a stomaco pieno.
Non voglio fare il coglionazzo, ma alle pay, dopo anni di esperienze e confidenze scambiate, questo genere di regali vanno nel dimenticatoio quando il cliente che li ha fatti non è ancora uscito dal portone di sotto. Non voglio però disincentivare questa pratica che spesso ci fa star bene (a me nei tempi andati lo ha fatto) occorre però scegliere la pay giusta che può apprezzare, non dico che sia riconoscente perché è dura, ma almeno apprezzare.
Ora non faccio più alcun regalo. Se penso ai Baci Perugina, c'è quello che arriva con la torta; se le offro una cena quando è giù, c'è il collega che le ha pagato il fine settimana in una Spa, con sauna e massaggi compresi; se la invito un giorno intero a rilassarci in qualche borgo italico c'è il tipo che la porta a Dubai, tutto spesato più qualcosa anche per lei. Tutte cose successe e che ho già scritto.
Ora ho tre fidelizzate con cui mi trovo molto bene e il rapporto è molto diretto, il contatto è frequente anche quando non sono nella mia città. Niente regali da parte mia, altri clienti gliene fanno giornalmente e di tutti i tipi (i pasticcini di cui sopra li preferirei alla crema, grazie) ma faccio favori quando c'è bisogno e per quello che posso. Passaggi in auto, spese, traslochi, ricariche, elettrodomestici, pratiche burocratiche, ecc. e comunque ci sono altri come me che le aiutano quando sono in città diverse dalla mia, non sono il solo.
A tutte e tre ho detto anche che se avevano bisogno di prestiti potevano chiedere. Lo ha fatto solo una ai tempi del primo lockdown e poi mi ha restituito tutto, fino all'ultimo euro, le altre due mi hanno sempre detto di essere a posto, di non aver problemi.
Ecco, forse a queste pay adesso dovrei davvero fare un regalo!