Discussione [Thread unico] Test per MST

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Appunto quindi è più corretto che ti limitati a descrivere la situazione della tua zona. In Lombardia, per esempio, funziona come hanno detto gli altri. Si contatta il centro IST, si prende appuntamento e si fa la visita. Nessun passaggio dal medico di famiglia. Anche solo se dici che vai a troie uno screening generale te lo fanno anche senza sintomi o se solo sospetti di qualcosa ( ovviamente per HIV ti fanno tornare a tempo debito). In caso di sintomi poi ti fanno fare test specifici.
Inoltre quando bisogno ti mettono in contatto con altri reparti, come dermatologia, urologia e ginecologia a cui hai poi un passaggio prioritario.

Eh si basta dichiarare che hai rapporti a rischio che uno screening minimo te lo fanno. E mi sembra anche giusto. Ovviamente tra questi ci saranno anche individui ipocondriaci. Ma questo è.

Inoltre a seconda dell'Ospedale questo ambulatorio può essere in un reparto diverso, e a quanto leggo è diffuso che sia in Infettivologia (e ci trovo anche un senso a dir la verità).
Se ho scritto così c’è un motivo, e te lo dico subito. A noi specialisti danno delle indicazioni ben precise su come gestire le ist a partire dallo screening, ed i motivi sono chiari. Uno dei tanti controsensi della nostra sanità. C’è una logica per la quale hiv ed epatiti virali vengano associate alle malattie infettive, anche se poi il percorso terapeutico è sempre il risultato di un confronto fra varie specialità, e non si tratta di ad esclusiva trasmissione sessuale ( vogliamo parlare della percentuale di epatiti C da contagio sessuale?), ma perché fare uno screening sulla sifilide e non sul hepes genitale?
 
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smith

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Pare ovvio che per effettuare gli esami gratuitamente tu debba passare attraverso il medico di base, che poi ti effettua la prescrizione (oserei dire forse un po’ troppo superficialmente) vista la falsa motivazione addotta, ovvero un rapporto a rischio ( non è necessario che ti spieghi i motivi per cui comportarsi così da parte tua sia molto scorretto). Chi effettua un prelievo non è tenuto ad approfondire perché trattandosi di infermieri, che si limitano ad effettuare quanto prescritto, dando per assunto che le verifiche siano state effettuate a monte dal MMG. Per questo tu non hai mai visto un dermatologo ed effettui gli esami nel reparto di Malattie Infettive. Potrebbe anche capitare che un medico che legge la richiesta voglia approfondire il motivo di una richiesta un po’ curiosa (hiv 2 e sifilide, nessun’altra ist e dopo un solo rapporto a rischio) e decidesse di approfondire e ad un tuo rifiuto decidere di non effettuare gli esami.

Dalla pandemia di Covid abbiamo imparato che recarsi da un medico non è come recarsi da un salumiere e bene hanno fatto alcuni medici a ripudiare alcuni loro pazienti in quanto mettevano la loro competenza professionale e imparzialità (peraltro possibilità da sempre esistita, giustamente, semplicemente i più la ignoravano).
Analogamente i pazienti dovrebbero fidarsi di quanto gli dice il proprio medico onde appunto rispettare il rapporto di fiducia professionale (altrimenti, da sempre esiste anche la facoltà, da parte del paziente, non solo di rifiutare una terapia ma anche il professionista stesso. E bene ha anche chi, in pandemia, ha denunciato il proprio medico stesso per pratiche deontologicamente scorrette, provocandone la sospensione).
Detto ciò, il dottore stesso però non ha il diritto assoluto di mettere in dubbio la buona fede (anche quando fosse apparentemente cattiva) del racconto e dei sintomi del proprio paziente (e non ci sarebbero scuse circa spese da sostenere da parte della sanità pubblica, almeno fino ad un certo punto, che giustificassero questo diritto assoluto al dubbio, da parte del professionista). Al limite puó tentare d’indagare un po’ meglio il suo paziente, senza esagerare, al fine di vedere se, insistendo appena un po’, eventualmente cade una maschera che era portata labilmente.

In ogni caso, come anche succede in altre professioni, il medico non è lì per giudicare, bensì per prestare la sua opera e mettere al servizio la sua competenza (se ne ha),
 
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Dalla pandemia di Covid abbiamo imparato che recarsi da un medico non è come recarsi da un salumiere e bene hanno fatto alcuni medici a ripudiare alcuni loro pazienti in quanto mettevano la loro competenza professionale e imparzialità (peraltro possibilità da sempre esistita, giustamente, semplicemente i più la ignoravano).
Analogamente i pazienti dovrebbero fidarsi di quanto gli dice il proprio medico onde appunto rispettare il rapporto di fiducia professionale (altrimenti, da sempre esiste anche la facoltà, da parte del paziente, non solo di rifiutare una terapia ma anche il professionista stesso. E bene ha anche chi, in pandemia, ha denunciato il proprio medico stesso per pratiche deontologicamente scorrette, provocandone la sospensione).
Detto ciò, il dottore stesso però non ha il diritto assoluto di mettere in dubbio la buona fede (anche quando fosse apparentemente cattiva) del racconto e dei sintomi del proprio paziente (e non ci sarebbero scuse circa spese da sostenere da parte della sanità pubblica, almeno fino ad un certo punto, che giustificassero questo diritto assoluto al dubbio, da parte del professionista). Al limite puó tentare d’indagare un po’ meglio il suo paziente, senza esagerare, al fine di vedere se, insistendo appena un po’, eventualmente cade una maschera che era portata labilmente.

In ogni caso, come anche succede in altre professioni, il medico non è lì per giudicare, bensì per prestare la sua opera e mettere al servizio la sua competenza (se ne ha),
Condivido, ma è un discorso lungo e complesso e non è questa la sede idonea a disertarne. Per quanto riguarda le competenze, un medico come minimo ha una laurea in medicina e chirurgia ed il tirocinio obbligatorio per poter essere abilitato.
 
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