Dall'alto della mia esperienza plurianale...
Non mi sentirei di esprimere una posizione univoca sulla condizione e le preferenze di una trans operata.
Ne ho viste di ogni e ognuna fa storia a se...
Butto là qualche ricordo, dall'archivio...
Ci fu quella ragazza italiana con cui ebbi una vera (tromb)amicizia di parecchi mesi. Di lei non dirò il nome perché le ho voluto bene. Era appassionata e dolcissima e di una bellezza molto particolare. Contenta della sua scelta. Le piaceva tanto fare l'amore con la sua piccola vagina artificiale. Ma non voleva che gliela baciassi. E quando voleva raggiungere l'orgasmo, mi porgeva le terga....
C'era quella brunetta romanaccia piccolina, Alessia credo si chiamasse. La conobbi piselluta sulla Colombo e la incontrai di nuovo nel suo loft ormai donna... Sempre passiva. Era tiepida prima. Era tiepida anche dopo. Ma lì pagavo (poco) e poi ero solo attivo. Quindi, va a sapè?
C'era quell'altra connazionale, prezzolata anche lei, che caricai dalle parti del Bowling: un fiore nostrano tra tante brasiliane.... Mi mostrò la sua topa artificiale con orgoglio, precisandone il prezzo e ostentandone la raffinata fattura londinese. Il fatto però che mi portò in un tugurio sulla Cassia e che, subito prima e subito dopo il coito, si propinasse due cospicue strisce di coca, mi indusse a pensare che non fosse molto soddisfatta delle sue scelte.
Ci fu quella latina a Caracalla, stradale di livello, bellissima e mai più vista, che mi confessò di essere felice di essere diventata donna per poter essere posseduta così, all'antica... Sembrava godesse davvero.
E quella pischellona della Garbatella che conobbi sulla chat di tre o quattro forum orsono, all'alba di questo millennio? Anche di lei, ho un bellissimo ricordo e manterrò rigoroso riserbo del nome. Era un portento di spirito, ironia, gusto per la vita e per il cibo... Una persona speciale, talentuosa e per nulla zoccola. Potrei giurare che anche lei godesse alla grande con la sua topa 1.0 (una prima serie, non perfetta, ma evidentemente funzionale!).
Certo, la topina thailandese di Bee, una vera opera d'arte indistinguibile da una vagina biologica, è quella di cui conservo il ricordo tattile, il sapore e l'odore più stupefacenti. Si bagnava persino come una vagina naturale. E se non avessi rimorchiato quella ragazza in un ladyboy cabaret, probabilmente avrebbe potuto farmi credere di essere nata donna... Ma mi confessò che i suoi orgasmi erano frutto di concentrazione, trattamenti così prolungati e particolari che erano davvero rari... Ovviamente raccolsi la sfida... Ma anche lì, vai a sapere se la feci contenta io o se mi volle fare contento lei...
Di Icha, anche lei Thailandese minuta, efebica, magra come un chiodo, invece, mi sarei potuto innamorare.
La incontrai più volte nei miei viaggi a Samui... Nell'arco di un decennio. Anche a lei volevo bene.
Sembrava appassionata, ma era imperscrutabile, taciturna e enigmatica. Non credo felice, però.
In tanti incontri, non mi concesse mai il suo culetto ossuto. Difficile dire se godesse davvero con la sua vagina, ormai antica.
Purtroppo, un brutto giorno, una emorragia celebrale l'ha rubata al palcoscenico dove si esibiva da ballerina qual era, ed è tornata, donna diversamente abile, dalla sua mamma, in uno sconosciuto paesino dell'interno, da cui era partita 25 anni prima salutandola da maschietto.
Spero stia bene e abbia recuperato, almeno un po'.
Queste sono alcune trans operate di cui ho ricordi immediati...
Erano felici?
Della loro scelta. Penso di si.
Dei loro rapporti sessuali? Difficile da dire.
Forse il passato da prostitute di alcune di loro, gli ha reso questo aspetto secondario.
Difficile da capire per noi maschi perennemente arrapati, scopatori occasionali, per quanto seriali.
Fanno bene? Fanno male?
Chi può dirlo se non loro?
Io ho solo una parole: "RESPECT"
_________jul