Vorrei scagliarmi contro chi, quì o in altre occasioni, ha detto che non volere una prostituta come vicina di casa è comprensibile, vorrei sapere da coloro che abitano in condominio se sono certi che nessuno dei loro vicini abbia mai ucciso o imbrogliato nessuno, se sono sicuri di avere a che fare solo con brave persone e infine vorrei sapere se considerano la prostituta una brava persona oppure no o se si riservano di giudicarle una ad una per gli altri aspetti. Vorrei ma non ne ho voglia e mi preme di più trattare i problemi di AXL00 che ci ha concesso il piacere di discuterne.
Proviamo a mettere ordine sulla questione delle locazioni.
Bisogna, purtroppo, partire dalla legge
LEGGE 20 febbraio 1958, n. 75 "Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui". Ho pensato di scriverne il titolo per ricordare, intanto, che nonostante sia passata alla storia come la legge che vieta la prostituzione, aveva invece un altro scopo e quel divieto non c'è mai stato. Il concetto chiave della legge è chiaro: una persona può esercitare il meretricio, che sia occasionalmente o professionalmente, in forma autonoma e libera ma nessuno deve intromettersi nella sua attività. Lo scopo, chiaro anche questo nell'impianto della legge, è di evitare qualsiasi forma di costrizione o sfruttamento e viene esaurito identificando il reato "residuale" (ossia che opera quando qualcuno è riuscito ad aggirare tutte le norme precedenti e più specifiche) di favoreggiamento che nonostante il nome non va confuso con il reato dell'articolo 378 del codice penale che è quello di chi favorisce un reo. Nel reato di favoreggiamento della prostituzione la persona che si prostituisce è la vittima e non è complice. Purtroppo il reato di favoreggiamento della prostituzione, essendo residuale e a forma libera (può essere commesso in qualunque modo purché sia idoneo a raggiungere il risultato e anche se non lo raggiunge) è poco determinato e preso alla lettera farebbe pensare, come ha scritto terza sezione penale della Corte di Cassazione, al paradosso che salvando una prostituta che sta annegando si commette reato perché le si permette di continuare a prostitutirsi. Il concetto è stato quindi precisato da una infinità di sentenze che non cito, perché c'è già una raccolta delle più interessanti nel
sito web di francostars che
in una sottopagina ne raccoglie anche parecchie illuminanti sulla locazione.
Ho letto molte sentenze, quelle sulle locazioni tutte almeno dal 1970 in poi. Prima di parlare delle condotte che sono lecite bisogna parlare di quelle vietate: è reato aiutare una prostituta ad organizzare in qualsiasi modo la sua attività, quindi non si attenda AXL00 alcun consiglio su come reperire clienti e nessun nome di proprietari che potrebbero affittarle un locale appositamente per esercitare, alcun parere sulle sue tariffe (che sarebbe intermediazione, la forma più tipica di favoreggiamento). E' invece consentito ai professionisti svolgere la loro attività nei confronti di una prostituta anche se sono coscienti che se ne avvarrà per svolgere la sua attività, come non potrebbe un farmacista rifiutarsi di vedere preservativi a chi esercita il meretricio, i fotografi possono eseguire book fotografici conoscendone la finalità pubblicistica, gli agenti immobiliari possono cercarle casa.
E siamo finalmente, quasi per caso, arrivati alla casa, o a casa visto che fuori non fa molto caldo.
Nonostante girino parecchie voci contrarie, purtroppo anche da parte di miei colleghi, è lecito affittare una casa a prezzo di mercato ad una prostituta che eserciti singolarmente ed autonomamente. La confusione tra i due reati di favoreggiamento della prostituzione e di favoreggiamento personale (vedasi sopra) causa che qualcuno pensi che il proprietario non debba tollerare che nel suo appartamento si eserciti il meretricio; viceversa egli è obbligato a consentirlo, quale utilizzo collaterale all'abitazione. Il divieto di tolleranza si riferisce esclusivamente ai locali pubblici e aperti al pubblico, dove i gerenti non devono permettere che si offra la prostituzione come servizio aggiuntivo a quello tipico del loro esercizio.
Nelle abitazioni è consentito, anche dalle norme civilistiche, svolgere attività diverse dall'abitazione e purché sia rispettato l'uso principale questo non implica una variazione di destinazione d'uso. Quindi io posso telefonare ai clienti quando sono a casa e AXL00 può ricevere i suoi.
Le locazioni delle abitazioni sono regolate dalla
legge 431/1998 e l'articolo 2 ne stabilisce la durata minima in quattro anni, che vanno considerati otto perché alla prima scadenza il locatore può recedere soltanto per determinati motivi; il locatore non può recedere durante il contratto solo per maturata antipatia. Gli resta la risoluzione per inadempimento dell'articolo 1453 del codice civile, che potrebbe esercitare, per esempio, se nel contratto di locazione è espressamente esclusa l'attività; però a norma del successivo articolo 1455 l'inadempimento dev'essere grave e nelle locazioni abitative s'intende un mancato pagamento di molti canoni consecutivi.
Credo che nella propria situazione contrattuale per l'abitazione AXL00 possa stare tranqulla. Certo potranno mandarle dieci lettere al giorno, potranno anche bruciarla come strega ma l'ufficiale giudiziario non lo conoscerà mai, a meno che non se lo faccia cliente. E spero che questo la tranqullizzi perché lei offre un servizio ma per prestare il servizio bisogna anche venderlo e so per esperienza e anche per teoria che vendere qualcosa senza farlo conoscere è un'impresa complicata. La sola decisione di offrire un servizio al pubblico le comporta di esporsi e prendersi delle responsabilità, come quella di essere disponibile a difendere la propria posizione.
Anche se capisco la delicatezza di far sapere a tanti dove si abita e il connesso pericolo per la sicurezza personale, resto convinto che esercitare nella propria abitazione è il modo più lineare e corretto di organizzarsi. Anche se può esporre indubbiamente a qualche rischio salva da altri rischi che sono meno evidenti ma non perciò meno gravi.
E' vietato costituire una casa di prostituzione. Questa consiste in un locale ove svolgono l'attività più persone in maniera coordinata ed organizzata. A rigore di logica (e di sentenze) la semplice presenza di più ragazze nella stessa casa non costituisce una casa di prostituzione, purché ciascuna organizzi la propria attività autonomamente e non vi sia coordinamento. In un numero di casi a dire il vero piuttosto ampio questa situazione è stata oggetto dell'accusa di favoreggiamento reciproco, perché difficilmente si evitano condotte che paiono normali, come andare al supermercato a comprare i preservativi per tutte o avere una più esperta con il computer che fa gli annunci per le altre; anche accogliere i clienti altrui non è tollerato (aprirgli la porta).
Dalle varie sentenze consultate e già citate emerge che non costituisce reato locare una casa a una persona pur sapendo che vi eserciterà la prostituzione. Le ho lette cento volte e mi è rimasto il dubbio che "pur sapendo che vi eserciterà la prostituzione" sia differente da "appositamente per esercitarvi la prostituzione"; più rigorosamente si parla di casa, quindi di un locale ad uso abitativo mentre la destinazione per l'esercizio di un'attività dovrebbe essere un uso commerciale, ufficio oppure ambulatorio. La situazione di una prostituta che eserciti in un locale ove non abita e che le è stato affittato appositamente per l'attività non è mai finito in cassazione; probabilmente qualcuno dei casi esaminati ricadeva in questo ma non è scritto espressamente nelle sentenze, cosicché non si può dire con certezza che sia lecito affittare un locale ad una persona che non ha alcuna esigenza abitativa soltanto per ricevervi i clienti e svolgervi l'attività.
Di fatto è logico pensare (ma preciso che non lo so e non conosco fatti di questo tipo) che un privato sia disponibile a mettere in piedi una situazione dubbia come quella di fornire uno scannatoio, soltanto se ne ha un vantaggio altrettanto sommerso, come avere in cambio anche (oltre alla pigione) dei favori quali servizi gratuiti, servizi di tipo differente da quelli praticati ai comuni clienti; penso questo perché è normale che sentendosi tollerante egli si creda altrettanto in diritto di essere tollerato e anche perché essendo una delle poche persone disponibili a creare quella situazione mette la controparte in una situazione di soggezione e se stesso in grado di ricattarla. Mi sento di raccomandare di evitare questo tipo di soluzioni e propendere per alternative che siano rigorosamente regolari. Non ho mai provato a presentare all'Agenzia delle Entrate per la registrazione un contratto di affitto per un ufficio "da destinarsi all'attività di prestazione di servizi sessuali ogni diverso uso pattiziamente escluso"; ho dei dubbi che me lo registrino, magari proverò. Non ho dubbi però che sia lecita una dicitura più generale del tipo "servizi alla persona per il benessere", tuttavia non è facile trovare un proprietario che sia disponibile a lasciarsi convincere della regolarità di ciò che gli si sta chiedendo. Ed è un peccato perché poi li affittano a società fantasma che vendono fumo e dopo tre mesi falliscono .. ma non vi interessano i miei problemi.
Diversa è l'alternativa dei residence, che sono delle soluzioni abitative di breve o brevissimo periodo e operano nel pieno rispetto delle norme accogliendo vari tipi di clienti, anche meretrici; fanno parte del settore alberghiero e sono generalmente gestiti da società. Proprio l'identità societaria del proprietario è una garanzia per l'ospite perché una società agisce per finalità economiche e non pretende, normalmente, altri benefici. In generale una persona che si trovi in una posizione sociale debole ha maggiori garanzie da una società che da un privato.
Proviamo a rispondere anche ai problemi pratici, sempre nei limiti che ho detto all'inizio.
Come trovo i residence che ospitano persone che rendono servizi sessuali? O guardi gli annunci delle altre o leggi le Pagine Gialle e li chiami tutti; saranno una ventina caspita, che bisogno c'è dell'elenco? L'unica raccomandazione è di essere un po' chiari con loro, perché le cose sono due: o ti vogliono o ti rifiutano. A cosa serve mettersi nei guai?
Ho saputo che Carlotta è andata via da Via San Bernardino quattro, stava in un appartamento spettacolare e vorrei chiamare il proprietario ma Carlotta è una stronza e non mi da il numero. In Italia abbiamo un catasto; non voglio farvi credere che funzioni bene però ce l'abbiamo. Se il proprietario si chiama Rossi la seconda scelta è chiedere ai vicini ma se si chiama Ampalotti è fatta.
Sperando di essere stato utile, anche poco, ne sarò felice.