Discussione COVID19 e argomenti correlati

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smith

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Nel linguaggio di laboratorio la locuzione 'tracce' individua una concentrazione inferiore alla soglia di sensibilità di uno specifico strumento. Non saprei dire se l'anonimo dell'ANSA l'abbia usata propriamente o invece semplicemente come alternativo giornalistico a quantità 'piccola'.
Il fatto che si parli di tracce di una sostanza non ne esclude a priori la pericolosità per la salute come giustamente osservi.
Invece per quanto riguarda il C14 non si tratta di tracce ma di concentrazioni agevolmente misurabili. Aggiungerei una curiosità a margine che potrà divertire quei due o tre segaioli come noi: i protocolli di verifica dell'autenticità di alcuni prodotti alimentari si basano proprio su una precisa conta protonica riferita alla naturale distribuzione isotopica ;-)

Ma perchè la composizione isotopica di ciascun elemento è costante sulla terra!
(Non così nello spazio. O meglio, ne sappiamo ancora troppo poco ma sono già stati trovati campioni di resti di comete ed asteroidi con un mix isotopico per elemento differente da quello terrestre. Sembra quasi che fuori dalla Terra siano possibili fenomeni di arricchimento, naturali e non artificiali, di alcuni isotopi. Mistero...)
Per il C14 io sapevo che è un processo di accumulazione abbastanza constante durante la vita di un qualsiasi vivente (un po' come se ci si ammala d'avvelenamento da mercurio mangiando sempre tonno).
A proposito, ste robe a me infiammano il ricordo della datazione della Sindone ma saremmo veramente tooooo off-topic! E se lo dico io...

PS Con sta storia delle tracce mi ha intrippato (mi hai fatto modificare il post due volte): rilevare tracce mi verrebbe da dire che poteva avere senso una volta, con strumenti analogici o addirittura "pre-analogici" dove la perizia di chi li maneggiava magari consentiva di capire se un "qualcosa" comunque c'era anche se non quantificabile. Nell'era del digitale mi pare che sta roba dovrebbe essere sparita. Ormai tutti gli strumenti dovrebbero avere un breakpoint/soglia al di sopra del quale l'elettronica segna e conteggia e misura, al di sotto invece "taglia" e segna zero quindi non conteggia. Le tracce non dovrebbero esistere: o un qualche numerino salta fuori, anche se con valori d'incertezza tali da far "scartare" la misura e il valore in quanto poco affidabili, oppure salta fuori zero.
 
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Come uccide il Covid: credo sia il più esaustivo articolo di quelli che ho trovato finora (allo stato attuale delle conoscenze):

How does coronavirus kill? Clinicians trace a ferocious rampage through the body, from brain to toes
Il copia ed incolla viene male, anche perchè le immagini sono di grande aiuto, e copiare e incollare con chiarezza il tutto è cosa che per stasera non posso fare.

Suggerisco comunque vivamente la lettura (tecnica, noiosa, ma quello che in tv non uscirà mai).


Qualcuno ha sentito di recente MaialeFisso?


Escludo sia lui, avendo lasciato intendere di aver scopato proprio in questi giorni.
 
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Un collega commenta sul Corriere della Sera
:lol:
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gli asintomatici positivi saranno centinaia di migliaia e a creare una valanga di infettati è un attimo...

Rimanere fregati è un attimo, ed anche se è pur vero che molti se la cavano con un piccolo raffreddore o un mal di gola, c'è sempre quel 5-10% che se la vedrà brutta..

Pur citandoli, molti commettono l'errore di non mettere in strettissima correlazione le due cose, continuo a stupirmi di questa cosa, perche' e' nel meccanismo causa effetto di queste due cose che sta il problema principale.

Nelle malattie tradizionali il coefficente di contagio e' bassissimo per varie ragioni, prima di tutto la dinamica stessa del contagio.

Volendo fare degli esempi sappiamo che l'HIV si trasmette per via sessuale, l'uso corretto del profilattico previene il propagarsi del contagio.

Il comune virus dell'influenza si trasmette per via aerea, ma e' piuttosto debole, e incontra il freno dell'immunita' di gregge. Insieme al fatto che la sua pericolosita' e' bassa non ci si preoccupa piu' di tanto di prevenirne la trasmissione (questo in Italia, in altri paesi ci stanno molto attenti invece per le implicazioni socio-statistiche del contagio)

Questo virus non ha immunita' di gregge, non ha immunita' alcuna, il coefficente di contagio e' virtualmente verticale senza che nessuna azione di contrasto venga attuata. E a quanto pare e' piuttosto letale per piu' soggetti del previsto.


Mettersi in una condizione a rischio non comporta solo l'assumersi il rischio del contagio personale, ma assumersi la responsabilita' di diventare portatori asintomatici e di fatto untori in libera circolazione e causa della morte dei soggetti piu' deboli nella catena di contagio.

In base alla attuale normativa questo e' un reato perche' e' un comportamento che mette a repentaglio la salute degli altri.

Pensateci bene.

Se tutto non puo' essere prevenuto, almeno non sottovalutate le misure basi: usate la mascherina sempre in pubblico.

E' una prevenzione per voi ma soprattutto per gli altri.

Perche' prima di tutto, gli altri, siete proprio voi.
 
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In effetti dovrebbe essere chiaro visto che questo concetto è stato ripetuto penso 1 milione di volte ma sai non c è più sordo di chi non vuol sentire.
 
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La Svezia: «Immunità di gregge a maggio, sarà contagiato un abitante su tre a Stoccolma»

Qui, si continua con l'immunità di gregge........
Almeno sarà ricordata come l'unica nazione che non ha effettuato il lockdown.....
Prova a fare un confronto tra noi e loro in termini di età media della popolazione e densità.

Grazie. Era l'approfondimento che avevo rinunciato di pubblicare in questo intervento COVID19 e argomenti correlati
 
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E sarebbe il caso di approfondirli, soprattutto alla luce di un atteggiamento meno permissivo a cui è sottoposta la nostra regione in merito alle recenti nuove disposizioni. Aiuterebbe a capire quale dovrebbe essere la corretta linea guida. Orsù Rettore, si metta a lavoro, traduca per i comuni mortali. Intanto io rispolvero qualche formula di fluidodinamica che fa sempre un certo effetto.
 
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Avevo immaginato tutt’altro tipo di zoccole ma ho trovato la lettura interessante comunque. Grazie per aver condiviso, starò attento a non calpestare ratti incazzati in giro.

Qui si parla di 11 nuove mutazioni che temo rendano il cammino verso un vaccino molto più tortuoso di quanto previsto. Sarà effettivamente il caso di correre ai ripari e spingere gli sforzi della ricerca verso un antivirale? Mi chiedo, inoltre, se sarà mica possibile avere tanto culo da beccarsi due o più mutazioni contemporaneamente?
https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.04.14.20060160v1
 
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Prova a fare un confronto tra noi e loro in termini di età media della popolazione e densità.




Infatti sono d'accordo facile fare i bravi quando si hanno più soldi, meno popolazione e cittadine più ligi alle regole.

Un po' come la Germania hanno 4-5 volte i soldi dell'Italia è chiaro che loro la gestiscono meglio la crisi economica......

Anche perchè poi ce li levano a noi:biggrin:......i soldi....
 
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Vasa inania multum strepunt.

Intanto che i virologi litigano in TV su chi ce l'ha più lungo - il curriculum o il ciuffo, a discrezione - i reparti di terapia intensiva si svuotano e diminuisce il numero di pazienti che ricorrono a cure ospedaliere importanti.
I risultati arrivano dal mondo scientifico, quello vero, quello degli Scienziati di corsia, che conoscono la sofferenza umana e clinica del malato, che vivono al suo fianco, alle volte purtroppo fino al decesso ma anche oltre, durante il lugubre sezionamento di un esame autoptico.
Mentre silenziosamente lavorano e silenziosamente raggiungono risultati importanti, al di là di qualche timida e imbarazzata ammissione, gli "scienziati" italiani devoti ai vaccini, insieme a tutto il carrozzone, tendono colpevolmente a nasconderli.
Troppo silenzio quindi si direbbe, pertanto hanno avvertito il dovere di far sentire la loro voce.

Al Ministro della Salute on. Speranza
Ai Governatori di tutte le Regioni
Al presidente della FNOMCEO dott. Filippo Anelli
Ai Presidenti Federali degli Ordini dei Medici Regionali


Siamo un gruppo di circa 100.000 Medici, di tutte le specialità e di tutti i servizi territoriali e ospedalieri sparsi per tutta Italia, nato in occasione di questa epidemia, che da quasi 2 mesi ormai, sta scambiando informazioni sull’insorgenza della malattia causata dal Coronavirus, sul come contenerla, sul come fare, a chi rivolgersi, come orientare la terapia, come e quando trattarla, e siamo pressoché giunti alle stesse conclusioni: i pazienti vanno trattati il più presto possibile sul territorio, prima che si instauri la malattia vera e propria, ossia la polmonite interstiziale bilaterale, che quasi sempre porta il paziente in Rianimazione.
Dagli scambi intercorsi e dalla letteratura mondiale, si è arrivati a capire probabilmente la patogenesi di questa polmonite, con una cascata infiammatoria scatenata dal virus attraverso l’iperstimolazione di citochine, che diventano tossiche per l’organismo e che aggrediscono tutti i tessuti anche vascolari, provocando fenomeni trombotici e vasculite dei diversi distretti corporei, che a loro volta sono responsabili del quadro variegato di sintomi descritti.

I vari appelli finora promossi da vari Organismi e Organizzazioni sindacali, che noi abbiamo condiviso appieno, sono stati rivolti a chiedere i tamponi per il personale sanitario, a chiedere i dispositivi di sicurezza per tutti gli operatori, che spesso hanno sacrificato la loro vita, pur di dare una risposta ai pazienti, non si sono tirati indietro, nessuno. Proprio per non vanificare l’abnegazione di medici e personale sanitario, oltre ai Dispositivi di Protezione e ai Tamponi, chiediamo di Rafforzare il Territorio, vero punto debole del Servizio Sanitario Nazionale, con la possibilità per squadre speciali, nel decreto ministeriale del 10 Marzo, definite USCA, di essere attivate immediatamente in tutte le Regioni, in maniera omogenea, senza eccessiva burocrazia, avvalendosi dell’esperienza di noi tutti nel trattare precocemente i pazienti, anche con terapie off label, alcune delle quali peraltro già autorizzate dall’Aifa.
Siamo giunti alla conclusione che il trattamento precoce può fermare il decorso dell’infezione verso la malattia conclamata e quindi arginare, fino a sconfiggere l’epidemia.
Il riconoscimento dei primi sintomi, anche con tamponi negativi (come abbiamo avuto modo di constatare nel 30% dei casi) è di pura pertinenza Clinica, e pertanto chiediamo di mettere a frutto le nostre esperienze cliniche, senza ostacoli burocratici nel prescrivere farmaci, tamponi, Rx e/o TC, ecografia polmonare anche a domicilio, emogasanalisi, tutte cose che vanno a supportare la Clinica, ma che non la sostituiscono.
Lo chiediamo, indipendentemente dagli schieramenti politici e/o da posizioni sindacali, lo chiediamo come Medici che desiderano ed esigono di svolgere il proprio ruolo attivamente e al meglio, dando un contributo alla collettività nell’interesse di tutti.
Lo chiediamo perché tutti gli sforzi fatti finora col distanziamento sociale, non vadano perduti, paventando una seconda ondata di ricoveri d’urgenza dei pazienti tenuti in sorveglianza attiva per 10-15 giorni, ma che non sono stati visitati e valutati clinicamente e che ancora sono in attesa di tamponi.
La mappatura di questi pazienti, asintomatici o paucisintomatici, e di tutti i familiari dei casi conclamati è oltremodo indispensabile per non incorrere in un circolo vizioso, con ondate di ritorno dei contagi appena finirà il “lockdown”.
 
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Ai risultati si è arrivati anche perchè, che ci sia piaciuto o no, che lo abbiamo rispettato o no (facendo i furbi attraverso le maglie grosse o piccole della legge che c'erano) abbiamo fatto il lockdown.

Penso che nessuno che sia minimamente raziocinante possa assolutamente affermare che se avessimo continuato a fare come prima del 24 Febbraio a quest'ora i risultati sarebbero stati i medesimi.
 
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Sì certo, non è stato affatto messo in dubbio dalla lettera, anzi.
Purtroppo la situazione era fuori controllo, non c’era altro modo e, che piaccia o meno, ci siamo messi nelle condizioni di curare un mal di testa con la decapitazione. Il distanziamento sociale non può essere la cura, altrimenti saremo destinati all’estinzione, ma una procedura di emergenza che ci si augura non sia più necessaria e, a onor del vero, in alcune aree non era nemmeno necessario metterla in pratica. Il fatto di averla adottata indiscriminatamente denota a mio parere una capacità di gestione prossima allo zero.
Adesso che la situazione nelle strutture sanitarie sembra sotto controllo, peraltro senza alcun merito di chi l’avrebbe dovuta gestire, spero che si trovi il tempo e la lucidità di programmare il futuro prossimo, anche se sappiamo bene che programmazione e lucidità non sono le nostre caratteristiche migliori.
In ogni caso, tra voci garrule e urletti fastidiosi, inutili e spesso dannosi, mi sembra una lettera scritta con serietà e che andrebbe perlomeno ascoltata.
 
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smith

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Se non trovi vaccini e cure più che efficaci, il distanziamento sociale invece rimane l'unica "cura".
Altrimenti devi fare come in passato dove in effetti non lo praticavano se non come estrema ratio.
Il risultato però era che c'erano continui focolai, epidemie e, in certe zone, certe malattie erano endemiche.
Era una "soluzione" anche quella ma la domanda sarebbe, siano pronti noi "moderni" ad accettare di nuovo una cosa da cui pensavamo di esserci liberati?
Secondo me no.
Se dicessi "Dobbiamo accettare che il Covid-19 diventi endemico in tutto il mondo" secondo me uno dei primi a cui augurereste che il virus mi porti via sarei proprio io.
 
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