Forse non è così bizzarro, mai sentito due medici dello stesso reparto discutere di sintomi e diagnosi? Ma più in generale, in tutti gli ambienti scientifici si discute parecchio. A maggior ragione nell'ambito della ricerca, quando, come ora, ci si trova davanti ad un problema largamente sconosciuto.
Ovviamente non sei solo, accade ogni tanto che fortunosamente chi, autoalimentando pensieri personali in materia di 'epistemologia creativa' su evidenze, verità e scienze pure si avvede invece del fatto che... sorpresa delle sorprese, anche la matematica E' un'opinione!
Chi sostiene il contrario in genere lo fa perchè non ne ha una gran esperienza. Per tutto il corpo scientifico, chi blatera di verità assolute e teorie definitive ha capito purtroppo ben poco dell'impianto filosofico.
Il lavoro di ricerca assomiglia a quello di un poveretto che si trovi al buio all'interno di un edificio e debba cercare di capire dove si trova, com'è fatto questo posto e magari come uscirne. Se ci si trova in diversi, è verosimile che si confronteranno le proprie ipotesi, che non sempre saranno pienamente sovrapponibili.
A maggior ragione quando si usano metodi statistici induttivi o morfologici o empirici (e in medicina è un'alluvione): sono la firma del fatto che non abbiamo pienamente capito i meccanismi che stanno alla base del fenomeno in osservazione. Tuttavia ci permettono di costruire cose come TC/IP, farmaci, libri e veicoli.
Quello della ricerca è il mondo della critica (si mette in discussione ogni cosa col minimo pregiudizio probabilistico) tuttavia il linguaggio analitico male si adatta alle ribalte TV ed ai titoli della pubblicistica.
Ciascuno, in funzione del grado di avvedutezza, si fa un proprio mondiciattolo ideale in base al quale ogni tanto, viziati dall'enormità che ci concede la modernità ma parimenti banalizzato nella consuetudine, prima o poi si trova a sostenere che 'siamo andati sulla Luna' e non riusciamo a fare questa e quest'altra cosa che IO invece pretenderei proprio.
Voglio la connessione a 100 tera per tutti ad un costo politico, voglio il vaccino per il raffreddore, voglio girare per il mio continente in aeroplano nel fine settimana a costi irrisori, voglio che il combustibile per la mia automobile costi una cicca, voglio campare 120 anni... istanze all'ordine del minuto che però dovremmo vedere come i bimbi di Newton, che giocano con i sassi colorati, davanti al mare che si estende fino al lontano orizzonte della conoscenza.
Anche i ricercatori sono persone, soffrono degli stessi malanni di taluni, compresi alcuni puttanieri (se vogliamo adottare il medesimo registro generalizzante della considerazione iniziale), può essere che siano anche vanitosi [ma meno dei puttanieri... ;-)] tuttavia lavorano in un'ottica collettiva e quando dicono qualcosa, lo dicono nel loro linguaggio che è il più proprio per farlo, nella collocazione più adatta per ciò: la letteratura scientifica. Quel che appare sui titoloni del Resto del Carlino, nello studio-sarcofago del dottorvespa, nei millemila urlatoi catodici è altra roba, è pettegolezzo, è teatro dei pupi, è rumore di fondo, è appena la superficie di un corpaccione assai meno stilizzato e ben più articolato e profondo che sostanzialmete esprime fatica e impegno collettivo.
Serpeggia un pensiero assai diffuso, sostenuto da umanissime istanze come il desiderio di esser più furbi, di sottolineare ad ogni costo la propria individualità o di godere di scorciatoie, che alimenta il magnetico ciclico successo popolare dei venditori di olio di serpente alla Marchi&Panzironi, alla cui ombra ti propongo due esperimenti sociali:
1) così come invitavo, qualche post fa, un teorico della microbiologia predittiva fai-da-te a dissetarsi con acqua stagnante sterilizzata secondo il suo personale augusto protocollo di fantasia, la prossima volta che soffrirai per qualche affezione (succede a tutti prima o poi) evita la categoria dei curriculati e rivolgiti invece a coloro (chiunque siano) che godano di maggiore quota della tua fiducia, che siano eleganti, dispongano di eloquio affascinante, siano immediatamente fotogenici ed empatici, ti blandiscano in ogni modo e si dimostrino più che accomodanti ma che non abbiano formazione medica.
2) definisci esattamente 'buon senso' e rispondi con precisione: la gravità è di buon senso? Ha più senso la meccanica quantistica o quella galileiana? Ha più buon senso la scala Rèamur o quella di suo cugino?
Il mitologico 'buon senso' va bene quando invocato dal pubblicista che si firma con le iniziali, dall'esperto ribollito convocato dal dottorvespa affinchè su tanti pianerottoli si possa fare sì-sì con la testa, declinando questa specie di sarchiapone come IOHORAGIONE, rafforzando quella vanità egotica tanto umana ma che però ha poco a che fare con la produzione di ricerca scientifica.