No, in realtà in questi ultime serate sono più impegnato a
trasformare le "amichette" in "congiunte", cambiando tutti i nomi in rubrica in "Amore X" o "Tesoro Y" e cimentandomi in lunghe sessioni di WA, da potere esibire al carabiniere di turno, in caso di controlli
Scherzi a parte, credo che sia davvero tempo perduto, quello di cimentarsi nella rielaborazione dati che sono stati raccolti su popolazioni e con criteri di campionamento variati in continuazione.
Leggo tanta preoccupazione riguardo alla
fase 2. Per quanto possa valere, riporto l'
esperienza positiva di chi (il sottoscritto) la sta già vivendo da 1 mese e mezzo, perché l'azienda per cui lavora ha continuato a operare regolarmente, rientrando nella categorie "essenziali" che erano state autorizzate.
Impiegando fra 100 e 1.000 persone ed essendo dislocata nella Regione che è stata epicentro del contagio, credo che rappresenti già un campione statistico abbastanza interessante.
Per sommi capi, nell'ultima settimana di marzo c'è stato un picco di malattie che ha raggiunto approssimativamente il 10-15% della forza lavoro. Per ragioni di privacy, non si possono ovviamente sapere i motivi dei congedi, ma immagino che per un 50% di casi potesse trattarsi di sintomi influenzali. Dato che i medici di base non erano in grado di effettuare vere e proprie diagnosi, ci sono giustamente andati coi piedi di piombo e quindi hanno concesso congedi più lunghi del solito (7-10 anziché 3-5 giorni).
Comunque, per Pasqua erano tutti rientrati sani e salvi e da allora non c'è stata più alcuna malattia, se non i casi fisiologici che comunque accadono. Se mai ci saranno test sierologici affidabili e il datore di lavoro ce li farà fare, magari si potrà scoprire se si sia creata la fantomatica immunità di gregge.
Se dovessi associare il picco di malattie simil-influenzali manifestatosi fine marzo a una causa, potrei individuare quest'ultima nel fatto che
inizialmente non ci fossero abbastanza mascherine per tutti e che in alcuni reparti ci si fosse limitati ad applicare le cautele sanitarie raccomandate (distanza di sicurezza, igienizzatori a disposizione, lavaggio frequente delle mani, chiusura della mensa e disattivazione dei distributori automatici, etc ...).
Più o meno 3-4 giorni prima che iniziasse il picco di malattie, tutti hanno potuto avere a disposizione
semplici mascherine chirurgiche. Sarà stato merito delle mascherine, sarà stato merito di una presunta immunità di gregge, sarà stato merito della primavera, ma da allora (sommo i 7-10 gg di incubazione), la situazione è rientrata nell'assoluta normalità.
A casa convivo con genitori in età a rischio (mio padre, prossimo alla pensione, sta pure lavorando con la mascherina, dove è impiegato) e stiamo cercando di fare orari il più possibile differenziati, in occasione dei vari pasti. Ad oggi, non è successo assolutamente nulla ad alcuno dei miei familiari.
La conclusione che ho tratto è che, in un contesto lavorativo, familiare o di spostamenti normale,
è davvero essenziale (e forse quasi sufficiente, almeno per far scendere il moltiplicatore del contagio sotto 1)
che tutti indossino le mascherina. Sempre in un contesto normale (non mi sto ovviamente riferendo a un ospedale), trovo meno utili i guanti di lattice, perché la mascherina ti toglie completamente l'istinto di portarti accidentalmente le mani sul naso o la bocca, che sono le vie del contagio.
E' chiaro che non si possa tenere la mascherina mentre si mangia, si beve un caffé al bar o una birra al pub (o non la si voglia tenere mentre si prende il sole in spiaggia), per cui vedo davvero difficoltosa la ripartenza di questi altri settori, pure così importanti per la nostra economia.