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uno spazietto tra il 1° ed il 47°
[...] vorrei porre una domanda che mi attanaglia da un po di tempo [...] una bellissima cinesina di 25 anni [...] ho un solo grande desiderio: ... diciamo che mi va bene il rimorchio e un giorno la porto al cinema e tra una scena e un altra le pianto tutta la lingua in bocca, per una pomiciata di quelle epocali, tipo da adolescenti in calore, un eventuale virus si trasmetterebbe con queste modalità?

che domande, dipende dal tipo di film!
:punish:


oggi avevo un po di tempo controllato annunci (ravenna) spariti tutti quelli cinesi.... avevo un paio di numeri in memoria... non rispondono.... solo 1 ha risposto... ho deciso di "verificare " .... mi ha aperto "mamasan" un boiler.... dicendo che per 2 mesi solo lei.... tutte a casa per paura.... ho girato i tacchi....

anche io vedo che sono spariti tutti gli annunci cinesi dell'area emiliano-romagnola ma in compenso ne sono apparsi in quantità di coreani, tailandesi, singaporiani, giapponesi ed orientali sui generis, spesso frullati assieme nello stesso annuncio ;-)
 
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highlander

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dopo aver letto tutti gli interventi se non sbaglio nessuno ha posto questo quesito.
al di la di chi sia il paziente 0, di quanti rischi di contagio si possono correre, mi chiedo se una persona può in qualche modo essere "incriminata" per diffusione del virus a causa di comportamenti definibili a rischio, e in caso di effettivo contagio quanto possa essere "investigato".
se trovano una esercente positiva credo che con grande facilità possano risalire ai clienti.
se trovano una persona qualunque che, come nel mio caso, non è stata in zone rosse e ufficialmente non parrebbe avere possibilità di essere infetto, vanno a scavare più a fondo o si limitano a curarlo?
basta molto poco a monitorare le attività di un singolo, con il solo codice fiscale già si ottengono una marea di informazioni, in primis le schede sim a lui intestate, con relativo traffico.
mi sto imparanoiando o rilevate anche voi del vero in ciò che scrivo?
 
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Sempre per la cronaca, e "on topic" rispetto al motivo più ristretto per cui è nato questo thread (che ruota, direi, intorno all'opportunità o meno di concedersi incontri a pagamento in queste settimane): qualche giorno fa vi avevo segnalato, su Milano, la scomparsa di molti annunci cinesi e la vera e propria "chiusura" temporanea, dichiaratami telefonicamente, di alcuni appartamenti in cui erano al lavoro ragazze cinesi.

Oggi ho dovuto attraversare Milano per lavoro nel pomeriggio: ebbene, della dozzina circa di centri massaggi cinesi di fronte ai quali mi è capitato di passare, non ce n'era uno aperto! Tutti con la saracinesca abbassata. Evidentemente, senza stare troppo ad aspettare che cosa vogliano decidere i clienti, si sono autoimposti una personale quarantena (oppure, semplicemente, tenere aperto, visto l'andazzo, non gli conveniva più).

Curiosamente, invece, ho registrato due centri thai aperti. Che non subiscano lo stesso "stigma sanitario" di quelli cinesi è comprensibile, ma non per questo particolarmente ragionevole, a mio modo di vedere. Immagino, in ogni caso, che, benché probabilmente debbano anche loro affrontare un consistente calo di clienti dovuto alla minore propensione generale della gente a recarsi in tale tipo di esercizi in questo momento, si tengano a galla grazie ai clienti che stanno temporaneamente "strappando" ai centri cinesi che hanno chiuso (e, se gestiti da persone di particolare furbizia, immagino che cercheranno di trattare i clienti tanto bene da indurli a tornare da loro anche "a emergenza finita").
 
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mi chiedo se una persona può in qualche modo essere "incriminata" per diffusione del virus a causa di comportamenti definibili a rischio, e in caso di effettivo contagio quanto possa essere "investigato".

Secondo me una incriminazione è possibile per la persona che sa di essere contagiosa (ad esempio un positivo sintomatico) e nonostante ciò esercita comportamenti contagiosi (cioè non obbedisce all'ordine di autoisolamento se comminato da pubblica autorità ad esempio, oppure esercita una attività che espone altri ad un rischio di contagio particolare).

Ieri ho letto di un paziente che è "evaso" dall'ospedale, sono andati a prenderlo coi Carabinieri ed è stato denunciato.
 
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anche io vedo che sono spariti tutti gli annunci cinesi dell'area emiliano-romagnola ma in compenso ne sono apparsi in quantità di coreani, tailandesi, singaporiani, giapponesi ed orientali sui generis, spesso frullati assieme nello stesso annuncio ;-)

In verità sono chiuse anche tutte le attività commerciali dei cinesi.
 
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Quasi tutte: qui a Milano qualche bar gestito da Cinesi è ancora aperto, anche se la maggior parte ha chiuso.
 
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smith

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L'ho letto in qualche intervista rilasciata da medici, che si lamentavano del fatto che questo comportamento, oltre a far scarseggiare in pochi giorni i tamponi, ha anche rallentato la disponibilità dei risultati che, per il personale medico, erano di primaria importanza.

Anche a questo si deve il grande numero di tamponi effettuati nei primi giorni. Solo successivamente sono state emanate linee-guida che limitavano l'effettuazione del tampone a casi che presentassero certi requisiti (ad es. polmonite, oppure sintomi lievi ma contatto con zone rosse). Inizialmente queste limitazioni non c'erano o non erano applicate rigidamente.

Osservo inoltre che queste limitazioni non fanno che restringere artificialmente la percezione della diffusione della malattia e dei focolai. Infatti se fai il tampone solo a chi viene da certe zone, otterrai inevitabilmente che tutti i positivi proverranno da quelle zone o avranno avuto contatti con quelle zone, e quindi rafforzerai l'errato convincimento che tutti i casi di contagio sono collegati ai focolai noti. In realtà sono tutti collegati ai focolai noti esattamente perché viene fatto un tampone solo se c'è un collegamento a un focolaio noto (salvo i casi di polmonite da ricovero, voglio sperare). Al paziente 1 inizialmente, pur con diagnosi di polmonite, non era stato fatto il tampone perché non c'era collegamento con un focolaio noto (con la Cina).


Questo modo di procedere è statisticamente insensato, anche se capisco che vi sono vincoli in fatto di possibilità a fare tamponi.
O fai tamponi a tutti i malati con sintomi di polmonite, e allora hai un dato significativo, o fai i tamponi a una popolazione casuale, e allora hai un dato significativo, ma se fai i tamponi selezionando a priori il campione avrai dati che saranno significativi solo all'interno di quel campione, cioè non saranno in alcun modo estensibili alla popolazione in generale.

Allo stesso modo, i casi noti all'estero (dal Brasile alla Germania) appaiono tutti collegati a qualche permanenza nel Nord Italia, ma ciò avviene perché si segue la stessa logica fallata, cioè si fanno tamponi solo a chi presenta la doppia condizione: sintomi E provenienza da Cina o da Nord Italia.

A me pare evidente che il contagio è molto più ampio di quanto appare dalle statistiche ufficiali, il che, intendiamoci, può essere un bene, perché significa che la contagiosità è maggiore di quanto appare e la letalità è minore.

Non erano i tamponi a scarseggiare. I tamponi di fatto sono i "bastoncini di cotton-fioc" con cui prelevano il materiale biologico in gola.
Esagerando un po', di quei bastoncini gli ospedali ne avevano e penso ne abbiano ancora a pacchi volendo. O comunque non ci vuole tanto a reperirli dalle case farmaceutiche.

Il collo di bottiglia è nei centri analisi. In Emilia-Romagna, per esempio, erano inizialmente solo due quelli già pronti per una PCR alla ricerca del DNA del coronavirus. Penso che che ora ne siano stati attivati altrettanti.
Ma il collo di bottiglia rimane.
Tra l'altro, sempre a naso, benchè le procedure di analisi siano ormai automatizzate (da decenni ormai non c'è più un analista con microscopio, provette e reagenti che effettua le analisi una per una ma c'è un macchinario che fa tutto in automatico), comunque la cosa prende un certo tempo. Ogni macchina ha una cadenza massima di campioni che può analizzare in tot tempo. Una volta saturata queste capacità (peraltro in breve tempo perchè l'acquisto delle macchine di un centro analisi non viene certo fatto tarandosi sull'eventualità di un epidemia bensì sulle normali cadenze di screening su una popolazione tendenzialmente sana), ti può presentare anche con 1 milione di campioni raccolti ma, a meno che non fai comparire dal nulla 10, 100, 1000 macchinari in più, non potrai comunque smaltire il "buffer" titanico che tu stesso hai creato.
L'Ospedale di Codogno, poi e per esempio, non penso neanche che avesse le strutture necessarie all'identificazione del coronavirus ma probabilmente ha dovuto inviare il campione in qualche altro centro della lombardia.
E anche per questo che si è poi progressivamente passati alla raccomandazione di effettuare lo screening solo sulle persone sintomatiche previo divieto anche per queste di recarsi di propria sponte presso uno studio medico o un qualsiasi ospedale.
Se ci si ragione un attimo, si può facilmente capire l'insensatezza di lanciare una campagna di screening nazionale su tutta la popolazione presente sul suolo italiano.
Non ci sono i mezzi tecnici per farlo (che non sono però i tamponi).

Piuttosto faccio un paio di considerazioni rivolte a tutti.

E se uno fosse così "scemo" che anche in presenza di tosse e/o febbre continuasse comunque a non contattare le autorità sanitarie ma se ne continuasse a girare impunito?
Sarebbe comunque passibile di reato? In fondo nessuno potrebbe affermare con certezza che lui sia sicuramente positivo.

Altra considerazione: anche io fino a qualche giorno fa ho cercato di affrontare le notizie e la situazione con una certa freddezza, distacco e razionalità ma, allo stato attuale mi sembra più che saggio per tutti i punter astenersi da qualsiasi rapporto, mercenario e non (tranne forse con la propria moglie o compagna).
Chiaro che poi ognuno fa come vuole ma, ripeto, allo stato attuale continuare ad avere rapporti intimi non lo trovo del tutto responsabile.
E badate che lo dico io stesso a malincuore perchè proprio questa settimana è arrivata in tour una delle mie zone che stavo aspettando da un po'.
Poi "mi dispiace" anche per le esercenti ma sarebbe saggio anche da parte loro astenersi.
 
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...continuare o meno di andare a pay è una scelta personale, non credo vi sia un concreto grave rischio.... se non di beccarsi una sindrome simil influenzale con modeste possibilità di complicanze.....per me siamo all'isteria collettiva invece che all'approccio razionale di una situazione affrontabile ed affatto nuova ( nuovi virus e malalttie compaiono periodicamente)....io continuo a vivere esattamente come "prima".....
 
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highlander

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Secondo me una incriminazione è possibile per la persona che sa di essere contagiosa (ad esempio un positivo sintomatico) e nonostante ciò esercita comportamenti contagiosi (cioè non obbedisce all'ordine di autoisolamento se comminato da pubblica autorità ad esempio, oppure esercita una attività che espone altri ad un rischio di contagio particolare).

Ieri ho letto di un paziente che è "evaso" dall'ospedale, sono andati a prenderlo coi Carabinieri ed è stato denunciato.

Questo è certo, mi chiedevo in aggiunta se si possa essere "interrogati" e fino a che punto per risalire a chi ha contagiato.

...continuare o meno di andare a pay è una scelta personale, non credo vi sia un concreto grave rischio.... se non di beccarsi una sindrome simil influenzale con modeste possibilità di complicanze.....per me siamo all'isteria collettiva invece che all'approccio razionale di una situazione affrontabile ed affatto nuova ( nuovi virus e malalttie compaiono periodicamente)....io continuo a vivere esattamente come "prima".....

Fino ad un certo punto. Se a causa di ciò dovessi contagiare mia madre molto anziana e piena di patologie? Rischierebbe di andare all'altro mondo causa mia e per futili motivi
 
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Bisognerà dire a Conte di aggiungere ai vari punti, tra evitare le strette di mano e non frequentare luoghi affollati, un punto ulteriore, ossia:
Non andate a puttane.
 
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emilia romagna
Non erano i tamponi a scarseggiare. I tamponi di fatto sono i "bastoncini di cotton-fioc" con cui prelevano il materiale biologico in gola.
Esagerando un po', di quei bastoncini gli ospedali ne avevano e penso ne abbiano ancora a pacchi volendo. O comunque non ci vuole tanto a reperirli dalle case farmaceutiche.

Il collo di bottiglia è nei centri analisi. In Emilia-Romagna, per esempio, erano inizialmente solo due quelli già pronti per una PCR alla ricerca del DNA del coronavirus. Penso che che ora ne siano stati attivati altrettanti.
Ma il collo di bottiglia rimane.
Tra l'altro, sempre a naso, benchè le procedure di analisi siano ormai automatizzate (da decenni ormai non c'è più un analista con microscopio, provette e reagenti che effettua le analisi una per una ma c'è un macchinario che fa tutto in automatico), comunque la cosa prende un certo tempo. Ogni macchina ha una cadenza massima di campioni che può analizzare in tot tempo. Una volta saturata queste capacità (peraltro in breve tempo perchè l'acquisto delle macchine di un centro analisi non viene certo fatto tarandosi sull'eventualità di un epidemia bensì sulle normali cadenze di screening su una popolazione tendenzialmente sana), ti può presentare anche con 1 milione di campioni raccolti ma, a meno che non fai comparire dal nulla 10, 100, 1000 macchinari in più, non potrai comunque smaltire il "buffer" titanico che tu stesso hai creato.
L'Ospedale di Codogno, poi e per esempio, non penso neanche che avesse le strutture necessarie all'identificazione del coronavirus ma probabilmente ha dovuto inviare il campione in qualche altro centro della lombardia.
E anche per questo che si è poi progressivamente passati alla raccomandazione di effettuare lo screening solo sulle persone sintomatiche previo divieto anche per queste di recarsi di propria sponte presso uno studio medico o un qualsiasi ospedale.
Se ci si ragione un attimo, si può facilmente capire l'insensatezza di lanciare una campagna di screening nazionale su tutta la popolazione presente sul suolo italiano.
Non ci sono i mezzi tecnici per farlo (che non sono però i tamponi).

Piuttosto faccio un paio di considerazioni rivolte a tutti.

E se uno fosse così "scemo" che anche in presenza di tosse e/o febbre continuasse comunque a non contattare le autorità sanitarie ma se ne continuasse a girare impunito?
Sarebbe comunque passibile di reato? In fondo nessuno potrebbe affermare con certezza che lui sia sicuramente positivo.

Altra considerazione: anche io fino a qualche giorno fa ho cercato di affrontare le notizie e la situazione con una certa freddezza, distacco e razionalità ma, allo stato attuale mi sembra più che saggio per tutti i punter astenersi da qualsiasi rapporto, mercenario e non (tranne forse con la propria moglie o compagna).
Chiaro che poi ognuno fa come vuole ma, ripeto, allo stato attuale continuare ad avere rapporti intimi non lo trovo del tutto responsabile.
E badate che lo dico io stesso a malincuore perchè proprio questa settimana è arrivata in tour una delle mie zone che stavo aspettando da un po'.
Poi "mi dispiace" anche per le esercenti ma sarebbe saggio anche da parte loro astenersi.

infatti a codogno non c'è tutto infatti moltissime persone li hanno dirottati al ps della mia citta' Piacenza.
 
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Proprio questa settimana a Vigonza (Pd) è arrivata Caterina, ragazza ungherese bellissima e pulitissima. Ci sono stato una volta l'anno scorso (chiedo venia per non averla recensita). La voglia c'è, ma eviterò. Vigonza è periferia nord di Padova, non così distante da Vo' Euganeo....preferisco la coscienza. Peccato era una delle mie due fidelizzate.

L'altra è una brasiliana, con un figlio, molto pulita anche lei. Ricevi solo i pomeriggi fino alle 6 di sera, perché la mattina lavora (non come escort). È una stanziale, non fa mai tour, perché riceve nel paese di sua sorella, che dista da Vo Euganeo un'ora e più di strada...forse con la seconda, mi sentirei più sicuro. Ma il dubbio resta sempre, e la voglia tanta, anche perché sono single.
Anche una non pay, per uno scapolo come me, può essere rischiosa.
È un bel casino, e per quanto non sia paranoico, sto evitando i luoghi troppo affollati e rinviato due viaggi di piacere che avevo in mente.
 
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La fava s ingrossa(come si dice dalle mie parti) chiuse tutte le scuole in Italia, però ho notato che dalle mie parti sono aumentati gli annunci di escort e a quanto sembra lavorano più di prima(a detta loro)perchè all italiano medio non gliele frega una sega di quello che dicono le autorità, tanto fa come gli pare, anche per quello il virus(secondo me) si è esteso così tanto rispetto agli altri paesi europei....Comunque fra i decessi c era anche gente sana e di mezza età(non è da prendere troppo sotto gamba la cosa)non proprio tutti ultraottantenni con patologie.
 
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Fino ad un certo punto. Se a causa di ciò dovessi contagiare mia madre molto anziana e piena di patologie? Rischierebbe di andare all'altro mondo causa mia e per futili motivi

Hai corso lo stesso rischio quando uno o due mesi fa sei andato in giro: al bar, al cinema, in discoteca, a fare la spesa in un centro commerciale o facendo una passeggiata in centro.
Avresti potuto entrare in contatto, anche senza ammalarti, con il virus dell'influenza, portarlo a casa e così contagiare tua madre.
E' noto che anche la "normale" influenza può comportare esiti letali in persone anziane e sofferenti di pregresse patologie.
Ti sei preoccupato della cosa quando c'era in giro la "normale" influenza?
Molto probabilmente no, ma solo perchè non c'era quel fenomeno comunicativo di isteria collettiva di cui ora siamo testimoni.
Di sicuro non è una faccenda da prendere sotto gamba, anzi: è una faccenda molto seria; ma c'è modo e modo di affrontare la cosa, sopratutto a livello mediatico.
Abbiamo bisogno di comportamenti responsabili e ragionevoli, non di atteggiamenti irrazionali ed isterici.
 
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@smith

Il tampone è un "cotton fioc" particolare che viene inserito in una soluzione di mantenimento e sigillato e poi viene mandato al laboratorio. A un certo punto dell'emergenza, poco dopo la creazione della zona rossa, ricordo che c'era proprio una lamentata scarsità di tamponi.

Poi naturalmente è come dici anche tu, il collo di bottiglia è nell'analisi (che richiede pure una contro-analisi in un diverso istituto per essere confermato, credo che le contro-analisi siano fatte tutte a Roma quindi il collo di bottiglia è ancora più pronunciato) e nell'attesa di queste analisi e controanalisi qualcuno che avrebbe dovuto ricevere il risultato il prima possibile l'ha ricevuto con un certo ritardo.

E' quindi giusto limitare l'uso dei tamponi. E' però sbagliato limitare l'uso solo a chi ha un collegamento con un focolaio e poi andare in TV a dire "tutti i casi sono collegati ai focolai nuovi quindi non ci sono nuovi focolai", è una cosa di propaganda per rassicurare, e francamente è qualcosa di demenziale, o di normalmente demenziale in questa situazione.

Se in questo momento uno avesse tosse o febbre e continuasse a girare "impunito" non sarebbe punibile, io ritengo, perché sono sintomi al massimo influenzali per i quali mai s'è stati puniti. Diverso sarebbe il caso se la persona fosse positiva al tampone ma, naturalmente, non puoi essere sottoposto al tampone se non hai (o non inventi) un collegamento con i focolai o almeno col Nord Italia.

Tutto ciò è assurdo e al tempo stesso normale e se vogliamo anche obbligato. In effetti in queste situazioni "come fai sbagli".
 
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comunque , per il momento, io tiro un sospiro di sollievo. Il 19 sera sono andato tranquillamente con una zoccola qui di Piacenza con la quale ci siamo scambiati succosi orali scoperti. Quando il 21 mattina mi sono alzato e ho visto che vi era il primo impestato a Codogno mi sono sentito le gambe tremare. Ora sono passati 15 gg. Dal 19 ho appeso il gallo al chiodo e ora seghe fino a quando sarà passata la buriana. Sperando di non prenderla in altro modo che mi scoccerebbe morire con le palle piene.
 
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Hai corso lo stesso rischio quando uno o due mesi fa sei andato in giro: al bar, al cinema, in discoteca, a fare la spesa in un centro commerciale o facendo una passeggiata in centro.
Avresti potuto entrare in contatto, anche senza ammalarti, con il virus dell'influenza, portarlo a casa e così contagiare tua madre.
E' noto che anche la "normale" influenza può comportare esiti letali in persone anziane e sofferenti di pregresse patologie.
Ti sei preoccupato della cosa quando c'era in giro la "normale" influenza?
Molto probabilmente no, ma solo perchè non c'era quel fenomeno comunicativo di isteria collettiva di cui ora siamo testimoni.
Di sicuro non è una faccenda da prendere sotto gamba, anzi: è una faccenda molto seria; ma c'è modo e modo di affrontare la cosa, sopratutto a livello mediatico.
Abbiamo bisogno di comportamenti responsabili e ragionevoli, non di atteggiamenti irrazionali ed isterici.

Non mi sono mai preoccupato di poter veicolare l’influenza a mia madre anziana perché ormai da parecchi anni la faccio regolarmente vaccinare.

Inoltre l’influenza non uccide persone di sana e robusta costituzione. Il Coronavirus purtroppo in alcuni casi si. E non si sa il perché.
 
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