"La verità è che il governo cinese si è reso conto in meno di due mesi che moriva poca gente in percentuale della popolazione e che si trattava in larga parte di anziani e già malati, per cui da aprile [...] ha di fatto trattato il coronavirus come una delle tante patologie respiratorie, senza riportare tutti i 'morti Covid' come facciamo noi [...] Dato che sotto i 65 anni la Covid-19 ha una mortalità simile all'influenza e alla polmonite e per le persone già anziane e malate è difficile stabilire la causa esatta, il problema della supposta epidemia in Cina è stato risolto subito.
[...] Secondo i cinesi gli asintomatici non hanno contagiato nessuno. Di conseguenza, se anche ci sono in giro per la Cina migliaia o decine di migliaia di persone 'positive' al tampone, ma asintomatiche, non se ne preoccupano.
[...] Una volta capito che non c'era un pericolo reale per la popolazione, che la mortalità era appena sopra la media e concentrata tra persone già malate, le autorità cinesi hanno riaperto tutto".
Paolo Becchi e Giovanni Zibordi oggi su "Libero" spiegano molto bene - in un articolo che spero di poter condividere presto anche per intero - la differenza tra l'approccio cinese al problema Covid e quello di molti paesi europei e occidentali. Il regime di Pechino sicuramente non fornisce dati affidabili e trasparenti. Ma da quello che si può analizzare emerge come esso abbia fatto una scelta di fondo: cinica, pragmatica, che privilegia decisamente l'economia sulla salute, ma forse anche molto più realistica di quelle compiute dai nostri governi. Che invece, all'opposto, spesso sono caduti in un catastrofismo senza uscita, agendo disordinatamente e senza equilibrio in preda al panico.
Se anche in Occidente si adottasse la prassi cinese, ci si accorgerebbe forse che il Covid non è la peste né l'apocalisse, ma un problema sanitario complessivamente non diverso da quelli stagionali ordinari. Se gli asintomatici fossero considerati, come è giusto, sani il numero dei "malati" giornalieri si abbatterebbe del 70-80%, e se si considerassero morti per il virus solo quelli che lo sono con certezza, le vittime scenderebbero del 90%, rientrando nella media stagionale delle malattie respiratorie. Comprenderemmo che non ci troviamo in una catastrofe, e la vita sociale ed economica potrebbe - dovrebbe assolutamente - riprendere in pieno.
Invece molta parte dell'Occidente - l'Italia tra i peggiori - ha deciso di far sprofondare le proprie società in un pozzo di depressione senza fondo, dal quale non vede più la via per uscire. Mentre in Cina la vita va avanti al 100% e l'economia vola.