Perdonami però secondo me ti sfugge una cosa.Non sarebbero regalati.
Ripeto, a naso basta far arrivare un certificato di isolamento preventivo da parte del proprio medico curante.
Mesi fa un mio collega ha avuto un contatto a rischio, comunicatogli ovviamente postumo mentre nel momento lui era inconsapevole e ha dovuto autoisolarsi per una settimana.
Ha mandato il certificato e la cosa si é chiusa lui.
Anche perché saremmo sempre lí: se a me l'ultimo giorno di vacanza arriva una notifica Immuni oppure proprio comunicazione del ASL che mi notifica di essere sottoposto a contact tracing che faccio? Il giorno no dopo vado a lavorare lo stesso? E magari sono anche rimasto in Italia anzi proprio proprio a casa mia.
Altrimenti di fatto non posso rientrare al lavoro finché le autorità sanitarie non mi "liberano".
Licenziamento anche lí?
E se poi addirittura risulto positivo l'azienda che fa?
Aggiunge alla giusta causa di licenziamento addirittura il fatto che io nel mio tempo libero non ho preso sufficienti precauzioni per non contagiarmi?
Lo chiedo perché la situazione è di fatto possibile tutti i weekend oppure tutte le sere più o meno dalle 18 del giorno prima alle 8 del giorno dopo.
Nessun dubbio sul fatto che se io vado al ristorante ed il giorno dopo mi chiudono in casa perchè vien fuori che quella sera il cameriere era positivo a me non possa essere imputato nulla; dopotutto non ero a conoscenza del suddetto fatto e potevo casomai, nel calcolo delle probabilità, non escludere che sarebbe potuto accadere, come un'altra moltitudine di cose .
Altresì nessun dubbio nasce sul fatto che se fossi andato in vacanza a Rimini (quando si poteva andare) e l'ultimo giorno di ferie mi fosse stato comunicato di stare a casa per un contatto con un positivo che aveva soggiornato nel mio stesso hotel non sarebbe potuta essere colpa mia, per lo meno per un comportamento non scientemente ragionato.
Ma come è possibile paragonare quanto sopra con il fatto che già dal momento in cui decidi di partire per l'estero sai che dovrai poi rimanere a casa per un altro periodo di auto isolamento.
Se decidi di andare una settimana in un paese estero per il quale al ritorno è previsto l'isolamento preventivo o quarantena sai già prima di partire che oltre ad impegnare i giorni di ferie impegnerai anche un periodo successivo quindi parti consapevole di ciò e lo fai di tua volontà.
Se vai a sciare e ti fai male sciando non ha nulla a che vedere con la situazione di cui sopra . Parlando di infortunio invece sarebbe come se l'ultimo giorno di ferie decidessi di darmi una martellata in un ginocchio per farmi un'altra settimana (dolosamente calcolata) di soggiorno a casa. La discrimine sta proprio sul fatto che nel caso delle ferie in un paese per il quale al ritorno è imposta la quarantena e che quindi a priori si sa di dover rimanere a casa al ritorno si innesca un meccanismo di volontà cosciente del lavoratore medesimo, estricantesi in una modalità di condotta per cui già sa prima di partire che poi dovrà restare per altri giorni a casa, fino a qui ci siamo?
In tutti gli altri casi se a determinare l'assenza dal lavoro è un comportamento non dipendente dalla nostra consapevolezza dell'effetto certo e diretto del comportamento medesimo il problema non si pone e siamo in un ambito diverso.
Poi sulle motivazioni della sentenza e sulle ragioni di diritto sarebbe da farla troppo lunga, però almeno sul fatto che le diverse fattispecie non possano essere messe sullo stesso piano e che l'una sia palesemente calcolata, mentre l'altra no sperò non ci siano dubbi.