La statistica del coronavirus è una progressione aritmetica, ovvero si aggiunge al totale precedente il nuovo dato del giorno, quale che ne sia il rapporto.
Sarebbe carino se fosse così ma questo modello matematico non ricalca il meccanismo del contagio.
Un tipo se ne viene in un certo luogo e scende dall'aereo con la sua valigia in mano e il suo bel virus nella gola. Paziente uno.
Il Paziente uno va a far la spesa e starnutice la cassiera, poi compra le sigarette e tossisce il tabaccaio, poi il giornale e qui c'è un sacco da dire, nel senso che col giornale in mano pieno di notizie c'è da chiaccherare e sputacchia la giornalaia. Paziente uno ha fatto tre pazienti figli.
Ciascun Paziente due ha un certo numero di pazienti figli e così via, la progressione è geometrica. Non si sa il numero di pazienti figli, cioè il rapporto di moltiplicazione di ciascuna generazione (dicono due virgola due ma si capisce a occhio che non farebbe tornare i conti) e non si conosce la rapidità di progresso delle generazioni, quanto tempo impiega mediamente uno ad infettare gli altri. Non si conoscono i due dati che determinano l'esponente della progressione geometrica, però è geometrica.
Nella mia città per vari giorni è stato costante attorno a 1,25 poi è impallato a 1,45 ed il commissario ha rivelato che c'erano tamponi in coda che sono stati processati in ritardo. Era il suo modo di tranquillizzare, li mortacc je piasse ..