Appoggiaglielo, appoggiaglielo pure.Mi sento quindi di appoggiarla a submale .
Sul privato aspettiamo riscontri da chi ha notizie di prima mano. Ci sono comunque altri contributi concreti.Io vorrei capire il settore privato della sanità in che misura e in che termini sta contribuendo all’emergenza. Qualcuno informato può erudirmi?
Servizi Caritas aperti anche con il coronavirus
Grazie alla collaborazione dei volontari e degli operatori di Caritas Ambrosiana la solidarietà agli ultimi non è venuta meno nonostante le misure di sicurezza imposte dalle autorità civili per contrastare il diffondersi dell’epidemia da Coronavirus.
Gli otto Empori della Solidarietà della Diocesi e quattro botteghe sono rimasti aperti durante tutta la settimana. Per evitare code o assembramenti nei punti di distribuzione, lunedì, seguendo le disposizioni della Caritas Ambrosiana, i volontari hanno consegnato ai bisognosi biglietti con l’orario al quale si sarebbero dovuti presentare per il ritiro della spesa nei giorni successivi. Si stima che in questo modo siano stati distribuiti in media al giorno 3,5 quintali di generi alimentari a 200 persone, in maniera ordinata. I volontari non hanno segnalato nessun assalto agli scaffali: ognuno ha preso ciò di cui aveva bisogno rispettando i turni. Pasta, pelati, sughi in scatola i prodotti più richiesti.
Al Refettorio Ambrosiano, di piazza Greco 11, come stabilito, volontari e operatori hanno confezionato lunch box. Ogni box conteneva un piatto caldo (in genere un primo), una porzione di verdura, frutta, pane e dolci che gli ospiti hanno potuto consumare individualmente o in piccoli gruppi. In media sono stati 90 i pasti al giorno offerti in questo modo agli ospiti.
Di questi 50 sono stati recapitati direttamente al Rifugio Caritas che è rimasto aperto. Nel dormitorio notturno gestito da Caritas Ambrosiana in via Sammartini, nei pressi della Stazione Centrale, da martedì è stato allestito anche un presidio sanitario, realizzato da operatori e medici volontari, che ha fatto da filtro all’ingresso. Gli ospiti al momento sono 54, poco meno della capienza massima (60 persone).
*****************************************
Coronavirus. Le diocesi lombarde offrono alloggi per medici e infermieri «in trasferta»
Favorire l’accoglienza del personale sanitario di altri territori negli ospedali locali. È quanto stanno facendo le diocesi lombarde. A partire da quella di Bergamo. Dove il vescovo Francesco Beschi ha messo a disposizione gratuitamente, per medici e infermieri, 50 stanze del seminario diocesano, in Città alta, per sostenere quegli operatori sanitari, spesso pendolari, che si ritrovano a lavorare nelle strutture ospedaliere. Una opportunità per garantire «un po’ di riposo all’eroico sforzo» che il personale sanitario sta garantendo in questi giorni. Per informazioni, è possibile contattare il numero 035.286401.
Nei giorni scorsi la diocesi, tramite la Caritas e in collaborazione con Confindustria e L’Eco di Bergamo, ha avviato una raccolta fondi che ha superato 155.000 euro; il ricavato sarà dedicato all’accoglienza di malati meno gravi di coronavirus (o in via di guarigione) nelle strutture non ospedaliere.
Da Bergamo a Cremona, dove si chiama "Io avrò cura di te" il progetto realizzato dalla diocesi, in collaborazione con la Asst locale per fornire un alloggio gratuito a quegli operatori sanitari che stanno giungendo in città per aiutare il personale dell’Ospedale Maggiore. Poiché la situazione nel nosocomio è difficile, e molti dipendenti svolgono turni massacranti, spesso non sfuggendo al contagio, la direzione ha chiesto rinforzi per il personale che arriva dalle più diverse parti d’Italia.
Così la Caritas e la Fondazione San Facio stanno coordinando la disponibilità di alloggi gratuiti non solo per chi è troppo distante dal domicilio ma anche per gli operatori che decidono di abitare fuori dalle residenze abituali per evitare di mettere a rischio i parenti. Sono state individuate già alcune strutture in città oltre al Centro di spiritualità di Caravaggio. La diocesi sta inoltre implementando altri progetti, tra cui il sostegno psicologico a distanza, grazie al personale dei 3 consultori di ispirazione cattolica: uno nel capoluogo, gli altri a Viadana e a Caravaggio. È inoltre in via di definizione una rete che assicuri servizi primari e di prossimità agli anziani e a chi si trova in uno stato di fragilità.
********************************************
Emergenza coronavirus: Diocesi mette a disposizione per i pazienti una casa di accoglienza
È una struttura dotata di una trentina di camere, tutte con bagno, ed è in buone condizioni
Rimini| 17:26 - 17 Marzo 2020In merito alle richieste pervenute da Protezione Civile circa la disponibilità di strutture di proprietà della Diocesi di Rimini da utilizzare in caso di emergenza Coronavirus, per ospitare persone o gruppi famigliari che non possono vivere la quarantena nella propria casa, la Diocesi ha subito accolto con favore questa istanza.
La richiesta di Protezione Civile si è indirizzata verso la casa di accoglienza di Montefiore Conca, struttura che sorge a fianco del Santuario Madonna di Bonora. È una struttura dotata di una trentina di camere, tutte con bagno, ed è in buone condizioni. Con pochissimi, rapidi e semplici interventi potrebbe essere pronta allo scopo.
La casa è stata visitata giorni fa da Protezione Civile, dall’Economo Diocesano don Danilo Manduchi, insieme al sindaco di Montefiore Conca Filippo Sica e al responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale. Doveva essere presente un referente dell’Asl, che all’ultimo momento non ha partecipato al sopralluogo.
La struttura manca ancora di un documento comprovante l’abitabilità, ma si tratta di una pratica burocratica facilmente risolvibile.
La Diocesi di Rimini ribadisce la sua piena disponibilità nel cercare soluzioni le più idonee atte a fronteggiare l’emergenza Coronavirus, e ad aiutare le persone, enti e istituzioni che si trovano ad affrontare l’attuale, difficile situazione.