@Dolmer
...Quanto a cosa fanno le banche, le borse, le banche centrali, forse è l’occasione di riassestare il sistema, cosa che colpevolmente non venne fatta nel 2008. E’ ora che si ristabiliscano i rapporti di forza tra politica economia e finanza. E’ ora che si riscrivano le regole. E lo dico da liberista vero.
... Sullo sfondo a render il tutto ancora più complicato è cosa fanno gli altri: che rapporti di forza immaginiamo tra Russia Cina e Stati Uniti da qui a sei mesi? Che cosa sarà dell'EU? Sembra un discorso pessimista, in realtà io la vedo come un'occasione, se si sarà in grado di coglierla.
Ecco, questo mi pare interessante. Che sia giunto il momento per affrontare la prevalenza di un certo tipo di finanza, ormai debordante?
La gran parte delle transazioni finanziarie mondiali sono ormai slegate da una situazione concreta, basata sui soliti rapporti domanda/offerta. C'è tutta una finanza staccata dai prodotti e servizi fisici, reali; fondi d'investimento (??) che gestiscono fondi (più reali, concreti, meno virtuali) che a loro volta provano a rastrellare risparmio, quello sì reale. Ma i primi ormai lavorano solo più su forme finanziarie perlomeno discutibili, secondo me.
Quando rastrelli risparmio per investirlo sul fatto che un'azienda, un prodotto, un paese, in una determinata data del futuro potranno essere in positivo o in negativo relativamente ad un determinato (e abbastanza astruso) indice, non fai più finanza, secondo me. Almeno non secondo i canoni classici. Magari c'è pure qualcuno tra chi legge qui che ci lavora in questo ambito. E ci ha guadagnato da vivere. Non gliene faccio una colpa. Ma qualcosa deve cambiare.
Io non voglio tornare ne' al baratto ne' all'esaltazione del soviet, col piano quinquennale redatto secondo gli insegnamenti del maestro Lenin e sotto la guida del compagno Kruscev.
Ma una ridimensionata a certe forme di
mercato estremo, senza limiti e regolamentazioni, potrebbe essere l'occasione che la fine di questo casino ci offrirà.
Chiudo sulla questione finanziaria e passo all'aggiornamento di quanto dicevo nel mio post #1109 del 18 marzo.
1) parentado: situazione invariata.
2) amici/colleghi: uno (puttaniere) un po' di febbre, seguiva il distanziamento sociale al massimo, per quanto possibile dovendo fare un minimo di spesa, dalla sua entrata in vigore qui in Piemonte. Non sa se sia raffreddore o Covid, pensa di no. Non ha tosse.
Un altro (pure lui puttaniere) a casa da lavoro, nella sua azienda riscontrato un Covid+. Non lavoravano nello stesso ambiente, quindi non lo hanno tamponato, solo avvisato. Prima lavorava con mascherina e a mensa ci si sedeva a scacchiera per evitare contagi.
Entrambi over 50 ma under 60. Non praticano da mo'.
Dalla Val d'Aosta meno febbre.
Chi faceva telelavoro da ufficio ora è a casa, attività ferma in quanto non rientrante tra quelle essenziali.
Persona che conoscevo per lavoro, altra azienda del settore, Covid+. A casa, quarantena e isolamento, si è distanziato da moglie e figli, ha un po' di spazio, d'altronde non se l'è sentita di spedirli dai suoceri o da qualche altro parente.
Queste situazioni cominciano ad essere più vicine a livello personale, non si tratta più di numeri su una statistica regionale, sono persone di cui so nome e cognome, mail, numero di telefono ecc., sono facce che conosco insomma.
3) esercenti: come prima.
4) vicinato: il comune ha informato che al 19 marzo risultano 2 Covid+ (tampone) ed 1 quarantenato; non sono arrivari a tutt'oggi aggiornamenti. Comune della cintura torinese.
Figlia di una vicina di casa, 25enne circa, è a Londra a lavorare. Fino a sabato, mi pare, la catena di esercizi commerciali (ristorazione) ha lavorato normalmente in città; hanno sedi anche a Oxford, dice che lì hanno continuato anche questa settimana, notizie di ieri.
Mascherine introvabili, in 2 farmacie non mi hanno riso in faccia perchè sono educati.
Sono uscito sabato 21 ed oggi, per spesa. Sono rimasto colpito, entrambe le volte, da una situazione. Ho fatto la coda davanti a panifici, supermercati (non grandi, quelli di prossimità) e edicola/tabacchi. Ho visto code che andavano dalle 10 alle 20 persone circa. In tutte le code, e sottolineo tutte, ho visto solo persone oltre i 30 anni; molti over 50, anche più vecchi, che dovrebbero possibilmente starsene a casa, in quanto più a rischio. Non ho visto un 20enne, un 25enne. Solo 2 donne, madri, una aveva lasciato bimbo e compagno in macchina dal tabaccaio. Probabilmente lo hanno portato fuori per non sclerare, loro ed il bimbo.
Domanda: ma tutti questi giovani, che sono entrati in crisi perchè non possono più fare l'aperitivo, perchè non possono più andare a fare jogging a gruppo nel parco, perchè si sono trovati isolati e senza vita sociale, perchè altro... ma non è venuto loro in mente di dire
"Lascia stare mamma, lascia stare nonno, state a casa, datemi la lista della spesa che ci penso io, così esco a prendere una boccata d'aria tanto io sono meno a rischio."
Tutti a casa sul divano a scassare la playstation e a consumare tonnellate di GB di banda?
Non so cosa pensare, anche stamattina tra le più o meno 40 persone che ho visto nelle varie code non ce n'era una sotto i 30.
Eppure non vivo in un paesino sperduto sulle montagne e spopolato dall'emigrazione giovanile.
Scusate la lunghezza, ora vado a leggermi gli altri post del topic.