Le reazioni dovrebbero essere adeguate all'azione del virus. Abbiamo tutti sotto gli occhi anche il colpevole ritardo della reazione rispetto all'azione del virus. E questo atteggiamento è sembrato più contagioso del virus stesso, visto che si è propagato di nazione in nazione.
Non avrei mai pensato di farlo ma devo accendere un cero in favore della nostra classe politica.
Non si può dare la colpa all'Italia (inteso nelle vesti di chi si ritrova il potere decisionale) se i provvedimenti sono stati presi con evidente ritardo; nessuno, ma proprio nessuno, poteva immaginare quello che invece sta avvenendo. Il nostro unico riferimento veniva dalla Cina che, si sa, bisogna anche saper decriptare e interpretarne il sintetico quanto approssimativo inoltro di notizie ufficiali.
Per di più non venivano allerte da un paese confinante, scioccamente (ma lo si può asserire solo ora) si pensava che di tempo ce ne sarebbe stato a sufficienza semmai la cosa si fosse poi rivelata fondata e preoccupante vista l'enorme distanza continentale.
Un ruolo beffardo per la popolazione italiana prima che mondiale, l'ha avuto proprio la Cina e il suo colpevole ritardo nel comunicare quanto grave fosse l'espandersi dell'epidemia.
In altre parole, non avevamo dati ma solo rumors, e per le dicerie non si blocca l'economia di un intero paese, neanche di una singola cittadina se è per questo.
I veri deficienti della situazione per una volta non siamo noi, sono tutti gli altri stati membri dell'Europa che hanno dato per scontato che le nostre iniziali difficoltà erano direttamente proporzionate alle nostre carenze strutturali e amministrative. Cosa che ora rischiano di pagare cara sia in termini umani ed economici, sia in termini di future relationship con e verso di noi.
Ma se un politico non solo dice cazzate ma prende decisioni che sono proprio la causa della diffusione del virus e quindi dei morti, di che cosa stiamo parlando? Come cavolo si può avere fiducia nei dati che snocciolano o nelle loro verità?
Ho cercato di immedesimarmi nella più alta figura rappresentativa dell'Italia, ho cercato di capire che tipo di provvedimenti avrei preso anche fossi un dittatore con tutti i poteri decisionali. Sicuramente qualche dato in più, che mi sarebbe arrivato dall'intelligence, lo avrei avuto, tuttavia non credo che all'inizio della storia avrei fatto molto di più, credo anzi che, un consiglio che all'epoca risultava sensato, ovvero quello di invitare la popolazione a recarsi nelle strutture sanitarie per una preliminare diagnosi, forse lo avrei preso anch'io, cosa che poi si è rivelata disgraziatamente controproducente.
Questa questione l'abbiamo affrontata tutti (tutti!) con molta superficialità, alcuni ancora ora sono molto scettici, altri molto catastrofistici, nessuno ancora adesso è pienamente consapevole della reale portata del problema.
Ora si può solo recriminare su scelte scellerate fatte in passato riguardo ai tagli nella sanità, magari si può pensare di affrontare il problema con la dovuta accortezza per il futuro, di certo bisogna adoperarsi nell'immediato con quel che si ha e con quel che si può ottenere per arginare il più possibile la conta dei danni umani ed economici, però sulla questione dati ho già espresso il mio pensiero, qui la verità è che si naviga a vista, si sta capendo in corso d'opera come risolvere i vari problemi che si presentano. Il fascino dei numeri ha una valenza molto relativa ancorché fuorviante per la psiche umana, perché sentir parlare di migliaia di vittime ha un suo impatto morale sulle persone, crea panico ed è ingiustificato alimentare ansie e paure quando si è già in condizione di forzata restrizione della mobilità e dei diritti costituzionali.
E poi diciamolo, sono inutili adesso i tentativi di rappresentare con grafici una pandemia appena cominciata, come noto, dopo il primo contagio ce ne sarà un altro a distanza di poco tempo, non sappiamo quando terminerà la prima fase, figuriamoci se possiamo sapere quando si ripresenterà la seconda e con quali criteri infettivi.
Quello che sappiamo è che è estremamente veloce nel propagarsi di persona in persona, che nella sua fase acuta causa seri problemi respiratori e polmonite interstiziale, che non abbiamo sufficienti strutture per soccorrere la notevole massa di gente bisognosa di cure e che....dopo di questo nulla sarà più uguale.
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