Incursione risalente a lunedì 9 febbraio.
Oh Casa Carinzia, quanti bei ricordi… sono passati ani ed ani (per il mio pisello) dall’ultimo raid, forse a quando il costo di ingresso era di 120€… e neppure sempre!!!
Beh, diversa dislocazione della sauna, qualche doccia (ma le jacuzzi…?) e lettino abbronzante a parte, il tempo sembra essersi fermato.
Arrivo ore 19, dopo una sana giornata di sciate in quel di Schladmig, che bella soddisfazione verificare che ricordavo ancora perfettamente la strada... L’impressione dei miei colleghi, entusiasta all’ingresso al CP, è stavolta ad esser buoni… dubbiosa. Gli accappatoi sono consumati e ristretti per i troppi lavaggi, le ciabatte sembrano reduci dall’attraversamento di una pietraia, arredo ed interni dei più disparati stili, ma tutti rigorosamente inopportuni, il cibo questo sconosciuto, una sola sala devastata dal fumo che raccoglie tutte le (non molte) girls, o forse meglio le MILF…
EPPURE… i miei colleghi si sono esaltati perché dopo l’iniziale momento di depressione, hanno compreso appieno quanto andavo ripetendo come un mantra durante il viaggio verso Feldkirchen, ovvero che questo tipo di locale è unico nel suo genere proprio perché: gli accappatoi sono consumati e ristretti per i troppi lavaggi, le ciabatte sembrano reduci dall’attraversamento di una pietraia, arredo ed interni sono dei più disparati stili, ma tutti rigorosamente inopportuni, il cibo questo sconosciuto, una sola sala devastata dal fumo che raccoglie tutte le (non molte) girls, o forse meglio le MILF…
Doccia, 3 birre un due tre… Me le serve una brunetta con il tatuaggio “COCA” sul braccio destro, che mi dice “la bevi come acqua” ed io “acqua? Non capisco…” giù a ridere di gusto… ok ho capito come finirà la storia.
CARMEN (credo… quando ci siamo presentati avevo buttato giù altre 2 birre) mostra in viso gli anni in trincea vissuti. Ma quando ci appartiamo nella sala dove è presente il palo della lap dance, nelle carezze di preliminare evidenzia una pelle liscia come la seta e delle gambe che mi prendono davvero tanto. Chiede scusa se “sa di fumo”, è molto simpatica nell’indicarmi un paio di “panzer” appena entrati, e quando utilizzo un po’ dei nostri modi di dire per descrivere moti e gesta di questi otri ambulanti (non voglio mancare di rispetto a nessuno, ma vi assicuro che erano davvero imbarazzanti), ride fino alle lacrime… “Ottimo, per star bene con una donna devi farla ridere” lei annuisce, io dico “il problema è se lo fa guardandoti dopo che ti sei spogliato…” mi guarda attonita, poi capisce, via con un’altra risata e poi… il miracolo. Si mette a cavalcioni su di me e tenendomi la nuca con la mano destra, mi bacia… profondamente e con voglia… uno dei colleghi presente in sala con … Lavinia credo … mi guarda invidioso… AH CASA CARINZIA QUANTO MI SEI MANCATA!!!!
In camera Carmen mantiene le aspettative, via 2 gettoni e 20€ per il FK… tutto molto bello e coinvolgente.
Da notare il fisico ottimamente tenuto, la partecipazione all’amplesso nonché la disponibilità a soddisfare le mie richieste: in un’ora, tutte le posizioni che mi venivano in mente, per poi finire prendendola da dietro con lei in piedi appoggiata allo schienale del letto ed io che le tenevo la gamba alzata. Figa sempre umida senza uso di gel… insomma un’ora di piena soddisfazione godereccia.
Semidistrutto penso di rifugiarmi nella nuova sauna, che ora dà direttamente sulla stanza grande con divano, caminetto, TV con pornazzo, lettone relax. La sauna, per quanto nuova, non mi sembra eccelsa, non è perfettamente isolata ed inoltre occhio al pavimento che non è proprio antiscivolo. Poi la durata della clessidra (sabbia colorata, che bell’effetto) è da veri uomini, sfiora i 15 min effettivi. Pensate i miei sorrisi quando assieme a me entrano i due panzer di cui sopra, che si sfidano tra loro per vedere chi resisteva di più (intuisco, parlavano un tedesco dialettale, a me solo parzialmente comprensibile, forse erano… svizzeri…?). Ed uno dei due mentecatti (si intuisce che non godevano delle mie simpatie…?) cosa fa, non va ad aggiungere altra acqua sui carboni? Non vanno entrambi a sedersi (meno male per loro che il Sign. “Carico di Rottura” era distratto…) sulla stessa panca, di fronte alla griglia nel posto più alto? Non occorre essere ingegneri o consultare il diagramma di Mollier per intuire cosa è accaduto quando i vapori hanno raggiunto i due… come se avessero messo i piedi nella lava… uno, il meno stupido, esce di corsa bestemmiando e quasi cadendo sul pavimento umido. L’idiota major, quello che aveva versato di botto tre e dico tre mestoli pieni d’acqua come rancio nelle gavette al fronte, invece continua a ridere… ed a diventare sempre più rosso, 5 10 20 secondi poi… poi logicamente salta come una cavalletta verso l’uscita, si sente male è palese, scivola ma si appoggia alla porta, la sua mole la fa aprire di botto ma (che culo) riesce a tenersi in piedi ed esce. Idiota minor è preoccupato, lo accompagna dall’altro lato della stanza, dove è presente una doccia… esilarante il tentativo di entrare in due nel box per sostenere l’amico che non si regge…
DOVE KAISER ANDATE VOI DUE BALENE (alle quali chiedo sinceramente scusa) IN UNA DOCCIA 90x90?
Vi ci vuole una delle vasche dell’acquario di Genova... ed occhio a non pestarvi che ci andate stretti…
Torno giù ridendo da solo. Nella nebbia tabagiosa del bar, intravedo uno dei colleghi beatamente perso tra i lunghi capelli di una bella bimba bionda, mentre un altro sorseggia un non so che di verde facendo finta che le tette della donna di fronte alla quale era seduto non gli procurassero alcun interesse. Guardando meglio in giro, noto un paio di belle presenze, mi avvicino al collega “disinteressato” e mi accorgo che la bruna tettuta mi fissa con fare interrogativo. Ha un viso conosciuto, ricorda qualcuno… Ma si, assomiglia proprio alla receptionist di qualche tempo fa, come si chiamava… Boh, ricordo solo che era di qualche parte vicino Miskolc e che più di una volta mi ero incantato alla vista della sua scollatura… Preso un bicchiere d’acqua (come sempre, in vista del rientro, dopo gli shot iniziali, stop agli alcolici) mi vado a posizionare tra la bruna ed il mio collega, che ora più che disinteressato mi appariva lobotomizzato. Non faccio in tempo ad interloquire con la mummia, che un sensuale “Ciao” risuona alla mia destra. “Ciao” rispondo cortese “Speravo venissi a sederti vicino a me” io sorrido, per sganciarmi giochicchio con un flyer di invito alla festa unica di San Valentino e Carnevale del sabato a venire. “Non ridere troppo quando leggi la parte in italiano” mi fa la bruna. Mi volto lentamente, noto i lunghi capelli neri e l’occhietto vispo. Giro il foglio ed effettivamente la traduzione in italiano è quantomeno approssimativa… ANITA, LA RECEPTIONIST??? Stavolta mi giro di scatto, lei sorride, legge il mio sguardo interrogativo e conferma “Ma come stai piccolino, è tanto tu qui non venire” Si è lei, solo lei qui mi chiamava piccolino, ma mi avrà poi mai visto nudo oppure le voci corrono, la gente mormora, nessuno si fa i cazzi suoi (mai circostanza fu più opportuna per usare questo modo di dire). ANITA, ma no… avrei voluto da una vita ammirare quei seni che solo intuivo, ma non così, avrei voluto scoprirli pian piano, tastarli ancora contenuti in un sensuale reggiseno…
Subito ci appartiamo nella sala adiacente, parliamo per un bel po’, ancora senza toccarci. Poi finalmente lei si alza, mi prende per mano e mi porta in camera, senza dire una parola. Doccia assieme, e poi una surreale mezzora di sesso brutale. Praticamente ci siamo violentati reciprocamente, sembrava ad un certo punto un incontro di lotta. Madido di sudore, superato lo shock del pompino (non te lo stacca, non te lo stacca, non te lo stacca…) mi ritrovo schienato: mi arrendo… lei sopra di me assesta colpi di bacino sempre più forti, rotea la testa e ogni tanto emette degli urletti che mi eccitano da morire. Cavolo così sfondiamo il letto… ecco ci sono, la prendo per chiappe la sollevo leggermente e spingo da sotto più forte e veloce che posso… esplodo… sono libero… lei si accascia su di me e sussurra “piccolino”…
I colleghi stranamente tacciono per tutto il viaggio di ritorno; l’esperienza li ha colpiti, mi diranno poi che si sono come sentiti trasportati indietro nel tempo, a prima che la Signora Merlin procurasse danni irreparabili alla italica economia… ed al nostro già precario equilibrio psicofisico… noi che viviamo in Melenzanistan.
P.S. sulla strada del ritorno incrociamo un mezzo dei Feuerwehr… immagino dotati di sega circolare tenaglie e divaricatore, andavano a liberare 2 idioti rimasti incastrati in un box doccia…