Hai descritto bene il quadro dinastico, nel quale non mi ero voluto perdere, il succo del mio post essendo che la regina Elisabetta I più che brillare per doti personali, era a capo di un Regno che aveva già da secoli una sua identità ed una fortissima spinta propulsiva, legata anche al carattere normanno della classe dirigente. La regina aveva una sua sicura assertività, come le donne a volte sanno avere; ed una abilità a barcamenarsi nella politica, come è facile, seppur non scontato, per chi nasce nella politica. Unita alla circostanza che il suo fu un regno lunghissimo.
Mi permetto di suggerire, di non basarsi troppo, per ricostruire personalità e gesta di qualunque personaggio, su serie tv e biografie non scientifiche, il cui presupposto è un pregiudizio favorevole verso il personaggio descritto, che finisce con il romanzare i fatti, calcando troppo i toni.
No, per quanto ne sappiamo, la regina Elisabetta non è stata un Pietro I di Russia o un Federico il Grande di Prussia. Non ha delineato in sede politica una precisa strategia di sviluppo geopolitico ed economico del suo regno, tutta farina della sua intelligenza e sagacia politica. Non ne ha stravolto e indirizzato scientemente la politica verso una strada di grandezza, che è venuta per altre ragioni; non aveva altri obiettivi che mantenere il trono per se.
Il suo regno ha goduto della straordinaria circostanza, sulla quale nessun monarca o dittatore può avere alcun potere, della coeva presenza di uomini straordinari.
Ed infatti viene ricordata non tanto per le sue gesta, inesistenti, quanto per essere il monarca durante il cui regno sono avvenuti, per merito esclusivo di grandi sudditi, fatti notevoli per il Regno. Più che di Elisabetta si deve parlare di età elisabettiana, come giustamente fanno gli inglesi: "Elizabethan era", i cui presupposti risalgono a molto prima della regina Elisabetta.
Sono mie opinioni, ma corroborate da cospicua storiografia.
PS: come sai, il destino si sbagliò di una generazione, visto che il successore di Elisabetta I fu il figlio di Maria Stuarda; con il quale nasce de facto, non de jure, il Regno Unito, questo sì fatto politicamente notevole; mentre sul piano culturale il regno continua ad essere quanto mai prospero, come i Milton, Newton e Wren (sempre tanto per citarne solo alcuni) mostrano.
tuttavia, per certi aspetti, Elisabetta fu senza dubbio molto più importante, storicamente parlando, di Federico II di Prussia e financo di Pietro il Grande di Russia*
Infatti fu solo Elisabetta che, nel 1559, introdusse definitivamente la Riforma in Inghilterra, cambiandone il corso della storia [da un punto oggettivo, senza entrare nel merito]…
mi dirai, mi direte, che la rottura con Roma avvenne già con suo padre Enrico VIII..tutto vero;
ma Enrico VIII, se ruppe nel 1534 con la Corte papale, ancora non abbandonò in essenza il Cattolicesimo..dopo vari esperimenti un po’ confusi nei 1530’ (in cui vi fu anche una puntata filo-protestante dovuta a Thomas Cromwell che cessò con la sua esecuzione nel 1540), dal 1539/1540 la Chiesa inglese –pur scismatica e privata di monasteri- rimase in sostanza cattolica (Messa in latino; indulgenze; i Santi continuavano a essere venerati ecc.) e cattolici nell’intimo restavano molti prelati che non a caso torneranno apertamente a Roma sotto Maria Tudor (Gardiner, vescovo di Winchester; Bonner, vescovo di Londra; Tunstall vescovo di Durham ecc)
è pure vero che i consiglieri che governavano in nome del bimbo Edoardo VI, figlio di Enrico VIII da altra moglie (prima Somerset, poi Warwick) introdussero il protestantesimo, quello “vero”, ma non ebbero il tempo di consolidarlo….
Alla morte di Edoardo VI, con l’ascesa al trono di Maria Tudor (figlia di Enrico VIII e di Caterina d’Aragona, colei che fu ripudiata in favore di Anna Bolena e da cui tutto nacque) la religione cattolica poté essere facilmente restaurata dall’interno (con un grande ruolo dei vescovi sopra citati e di altri) e la più recente storiografia britannica ormai ammette che la vecchia teoria di una presunta grande opposizione popolare a Maria Tudor è alquanto infondata, perlomeno sino al 1556….peraltro ancora il giorno epocale in cui morì Carlo V in un monastero dell’Estremadura (21 settembre 1558) era più probabile che l’Inghilterra – allora cattolica- sarebbe rimasta tale, con effetti incommensurabili sulla politica in un’epoca in cui questioni temporali e spirituali erano interconnesse.
Fu Elisabetta (figlia di Anna Bolena), salita al trono alla morte di Maria Tudor in novembre 1558, a realizzare effettivamente la Riforma, questa volta sì definitiva….da allora l’Inghilterra sarà in antitesi con il suo stesso passato, di Nazione che fu fedelissima ai Papi da fine VI secolo ad inizio XVI secolo….in un certo senso solo con Elisabetta nacque l’Inghilterra “moderna”..ciò prestissimo avrà conseguenze anche di politica estera..l’Inghilterra era amica tradizionalmente della Castiglia in funzione anti-francese e ancora Maria Tudor aveva sposato Filippo II (sì proprio lui …qualche raro documento coevo lo chiama Re d’Inghilterra), ma dopo la Riforma elisabettiana nascerà un odio mortale fra inglesi e spagnoli che si riverbererà anche in quelle che chiamavano le Indie e da quella acerrima lotta (in cui Elisabetta utilizzò anche i pirati, Drake ecc). furono poste le basi del (futuro) British Empire
quindi Elisabetta può non piacere I(a me, a scanso di equivoci, non piace) ma sembra difficile negarle un importante posto nella storia britannica e financo europea
*a proposito, perché non citare Caterina di Russia (1762-1796) donna politicamente grandissima ?