Certo, Tomas. E' proprio così. L'importante e' la chiarezza terminologica, per concordare su ciò di cui stiamo parlando.
La costrizione forzata e' riduzione in schiavitù, accompagnata spesso da odiosi corollari, quali rapimenti, violenze, percosse e torture.
Lo sfruttamento della prostituzione, in termini legali, e' messo in atto dall'intervento di ogni genere di intermediario o di soggetto che tragga lucro dall'altrui prostituzione. Anche nel caso la prostituta sia libera, volontaria e consapevole. Basti pensare al pappone, a chi organizza i flussi, agli albanesi che chiedono l'affitto del marciapiede, alla otr-capa ecc..
Entrambe le fattispecie, anche a mio parere, meritano pesante sanzione penale, con le opportune graduazioni. In parole povere: in galera, magari nel paese di provenienza, a patto ci si assicuri che buttino la chiave.
Provo, poi, a proporre una brevissima radiografia quantitativa di distribuzione dei fenomeni.
Persistono sacche di schiavismo, accanto a una larga zona grigia in cui si mescola scelta volontaria e pressione del fidanzato-pappone. Si estende, per fortuna, la fascia delle autodeterminate che, ben consapevoli, scelgono di venire qui a raccogliere il gruzzolo. Scelta libera, fatta naturalmente la tara con lo stato di bisogno.
Ho sempre cercato di capire, di parlare, di vagliare con cura e di frequentare solo quest'ultime. Ma non sempre riesce.
Però, però..per quanto uno cerchi di evitare le 2 fasce non libere, non può chiudere gli occhi e voltarsi dall'altra parte. Sono proprio queste che avrebbero più bisogno emotivamente di coraggio e sostegno
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