Vorrei dirvi la mia opinione e vi chiedo scusa se non posso leggere tutte le 101 pagine di interventi. Nel frattempo più che andare fuori tema avrete proprio cambiato argomento, io però sono costretto dal tempo a rispondere al messaggio d'apertura.
Tra i rapporti personali e sociali quelli che si creano in ambito professionale sono sicuramente delle buone occasioni di relazione, specialmente per chi offre servizi al pubblico e di conseguenza incontra un buon numero di persone per lavoro ed instaura con loro un rapporto di fiducia. Il lavoro della prostituta però mal si adegua ad uno stile di vita familiare.
Quando si parla di innamoramento per una prostituta noto che si da per scontato che l'evolversi della storia comporti il cambiamento della sua professione. Non è da dar per scontato e in fondo non è nemmeno una richiesta normale. Se un uomo ha un problema di giustizia e si rivolge ad un avvocato che trova donna e piacente, inizia ad uscirci, si innamora di lei probabilmente anche perché lo affascina il ruolo professionale e sociale di lei; mai penserebbe di chiederle di cambiare lavoro. Forse le chiederebbe, tuttavia, di difenderlo gratuitamente e in questo qualche similitudine con la prostituta si può anche trovare.
L'uomo che si innamora della prostituta purché non faccia la prostituta, di che cosa si innamora? Probabilmente della propria capacità di salvare la prostituta dal proprio destino. Viceversa se salvasse un'operaia dal proprio destino, convincendola a prostituirsi egli sarebbe un delinquente ma io non sono certo che l'operaia sarebbe più triste dopo.
L'aspirazione di cambiare qualche cosa nelle scelte altrui è una mancanza di rispetto gravissima, superata solo dall'arroganza di volerle salvare dalle loro scelte sbagliate. Un rapporto nato in quel modo nasce male e non so nemmeno se sia il caso di scriverlo tanto è ovvio.
La mia risposta al quesito del titolo è: no. L'amore vincerebbe se un uomo si innamorasse di una prostituta in quanto tale, con la propria storia e perché no? anche il proprio lavoro. Ma di solito, almeno in tutto quel che ho letto e sentito finora e senza eccezioni, vince l'arroganza di considerare inferiore una persona per il proprio lavoro e di credere di poterla possedere completamente ideando e plasmando la sua vita quasi sostituendosi a dio nella creazione di lei. Vince la superbia di sapere senza capire, di capire senza indagare, di conoscere senza domandare. Vince la mancanza di rispetto profonda che arriva a far credere che una prostituta venda parte di se e non una propria prestazione come tutte le persone che lavorano.
L'amore vince quando il cliente, pur affascinato dalla bellezza e dalla dolcezza della ragazza, riconosce la propria incapacità di gestire una situazione complessa oltre il proprio limite, la paga e la saluta. E la lascia stare, con amore.