dunque, boyz, della materia me ne intendo, con questo nn voglio dire che ho la verità in tasca, e come tutti parte delle mie affermazioni saranno sempre inesatte e in piccola parte errate... ma nella società contemporanea dell'1 vale 1, minchiata colossale, posso affermare che chi passa anni a studiare una cosa abbia sicuramente più da dire rispetto a chi sleggiucchia qualcosa ogni tanto, o peggio ancora si fa un'idea su TV, web e social in maniera saltuaria...
le cose da dire sarebbero tante e chissà che una volta nn ci si possa vedere dal vivo e discorrere con una birra in mano, prima di concludere la serata degnamente da malati di figa quali siamo...
sul concetto di liberismo-capitalismo, direi che è stata la storia a sentenziarne la vittoria sul comunismo, nn l'idea di qualsivoglia economista, o opinione di qualsiasi politico o pensatore... questo nn vuol dire che in futuro nn prevarrà altro sistema, ma oggi questo ha vinto, e questo modera le relazioni di valore fra gli uomini (e le puttane).
Lo stesso paese del dragone, fintanto che si è ostinato a fare il comunista nn contava un cazzo, solo dopo aver aperto al liberismo, globalizzazione e tutto il resto, è diventata l'economia numero 1, sorpassando in gdp anche gli US.
Gli esempi che fate sn parziali, peché dite che i paesi forti come UK e US fanno i liberisti perché se lo possono permettere... ma spesso le argomentazioni economiche soffrono di "reverse causality", ossia io potrei obiettare che siccome hanno aperto al liberismo, sn diventati i paesi più forti... il paese che è cresciuto di più nell'ultimo secolo sono gli US che sono quelli che sn stati i più aperti, a differenza di oggi, alla globalizzazione (pensate alle sbadilate di persone che hanno fatto entrare e alle quali hanno dato un lavoro)... ma, c'è un ma, l'apertura, la competizione a tutti i livelli, morde, fa male, rompe il cazzo agli esercenti (e alle esercenti) che guadagnato un posto remunerativo nella società sn per ragioni di vita portati a difenderlo per fare rendita, e non più il sudato profitto... è la storia dell'uomo, e nn si può biasimare uno perché cerchi di stare meglio... ma sì criticare chi vuol mischiare le carte per fare teoria su di questo provando a convincere che così sia meglio per tutti.
Galimberti è un grande, ma nel suo, di economia nn capisce un cazzo, lo leggo con interesse per quella giunzione di psicologia con la filosofia, e soprattutto il portato del pensiero greco, che tante idee fertili può portare... ma nn prendetelo alla lettera sulle argomentazioni economiche, chi ha studiato economia per bene si vede, e lui non lo ha fatto. Ma a sua discolpa sn tanti i personaggi famosi, anche alcune firme giornalistiche famose, che sparano bellamente cazzate di economia politica, chi l'ha studiata per bene se ne rende conto, gli altri no, altrimenti nn avrebbe valore la cultura e lo studio [e qui sarei io a dovermi far pagare]... io nn posso progettare e costruire un ponte, lo so e nn cerco di parlarne in pubblico facendo finta di saperlo fare...
Avete cmq ragione nell'intravvedere i limiti del capitalismo e liberismo sfrenato, le società troppo diseguali sn eticamente ingiuste e foriere di tensioni che possono portare anche a conflitti mondiali... prima della prima guerra mondiale c'è stata una fase di apertura e globalizzazione ai livelli della nostra epoca... ciò ha montato tensioni fortissime, per le disparità e l'imperialismo di alcuni paesi... fra la prima e la seconda guerra mondiale, essendo ancora in piedi un mondo ingiusto, diseguale e pieno di tensioni si è passati da una grande apertura a una grande chiusura e protezionismo... la scalata al protezionismo e alle lotte commerciali in termini di tariffe e dazi ha portato allo stallo internazionale e alla seconda guerra mondiale...
quindi, sì, il capitalismo va moderato, il liberismo va addolcito, alcune fasce vanno un pò protette, e ci sn tante argomentazioni per l'intervento pubblico nell'economia, ma il motore alla base è quello del mercato, del libero scambio... se si interviene troppo la cura fa peggio del male... vi faccio un esempio... si dice spesso che bisogna proteggere alcuni settori per farli sviluppare (per esempio si mettono dazi e tariffe per proteggerli dalla concorrenza estera), ma questo ha spesso portato inefficienze, clientelismi, promozione di incapaci... oltre a ciucciare risorse da trivellare con tasse nn gradite (nel caso di sgravi fiscali, fondi pubblici, etc.), quindi questa leva di politica economica va usata con molta parsimonia, per dei tempi certi e limitati... io sn più per il finanziamento di un efficace welfare state, per alcuni settori nn può valere solo il mercato, diciamo che la compresenza di pubblico e privato se tarata per bene è un ottimo compromesso... se una cosa ci ha lasciato questa pandemia è che per esempio il settore sanità deve essere guidato dal pubblico (anche se è bene avvalersi, a lato e non in maniera preponderante, anche del settore privato), ma per chi ha studiato economia questa cosa è banale, si studia al primo esame, semplicemente la sanità è un bene pubblico... e nn vi tedio qui con altri dettagli, ma vi dico che sn tutte cose già scoperte da anni...
tornando al bene-servizio esperienza scopata, è chiaro che le scelte di tutti concorrono a far prevalere un prezzo, e quello agisce da punto di confronto, poi la qualità si paga e dal prezzo base si sale, ma il prezzo base agirà sempre da ancora e farà sfanculare chi chiede troppo di più, almeno da consumatori avveduti... allo stesso tempo il prezzo base serve da punto di riferimento anche dal lato offerta (di figa): se il consumatore vuole pagare un prezzo troppo basso, l'offerta lo sfancula certa che quello dopo pagherà una tariffa di quelle che prevalgono sul mercato... fin qui ho parlato di qualità oggettive, al bene base e alle variazioni qualitative superiori si aggiungono poi i gusti personali, le sfumature uniche, che valgono per ognuno di noi, e quelle di nuovo saranno dei correttivi che agiranno sul prezzo di cui prima... ma qui si entra in sfumature anche psicologiche, perché per esempio io potrei valutare corretto un prezzo di 100, e la tipa parlandoci mi piace parecchio, questa se ne accorge e mi vuol far pagare 200, ma io posso sentirmi tradito in tutto ciò, perché nn tutto è "prezzabile" e quindi la mando a cagare con un senso di "tradimento"... questo per dire che le sfumature personali agiscono poi in tanti modi diversi... posso per esempio regalargli 1000 nn richiesti perché le voglio bene e, anche se lei nn me lo chiede, capisco che ne ha bisogno... c'è il senso di gratuità... i sentimenti... tutto il resto... magari è lei che guadagna più di me e allora nn capisco perché devo essere io a dargli tutti questi soldi... tornando cmq alla banale esperienza, pago, scopo, godo e vado a casa, il prezzo conta... e tutte le norme sociali, istituzioni, credo religiosi, legalità del settore, etc. lo influenzano... mi viene per esempio raccontato che da noi in Italia si paga più che negli altri paesi, quindi come vedete le ferree regole dell'economia valgono anche nel ns settore...
mi permetto di dire che l'operato virtuoso di questo forum disciplina e riordina il corretto funzionamento del settore del sesso a pagamento in Italia... smascherando fake e diffondendo informazione affidabile attraverso la reputazione del sito e dei forumisti si aiutano le leggi economiche a compiere il loro corso virtuoso nel mercato sesso-pay, facendo convergere il prezzo della prestazione, con gli aggiustamenti idiosincratici-qualitativi di cui sopra, al prezzo di concorrenza perfetta... come piaceva a Léon Walras e per il benessere del consumatore