Maya non c'è più, maaaaa...
Giretto pomeridiano ai clubbini: TheFactory, CB, Amsterdam, Manyua (che sta cambiando nome), Sin... non trovo l'ispirazione giusta.
Provo l’altra Soi Bonkoch ed entro al Babylon. Qui un gestore molto attivo riesce a tenere il giro farango abbastanza in vita però in quanto a ladies... amichevoli ma siamo sul milfoso andante. Un po’ avanti con l’età ed un po’ troppo arrotondate, però allo scozzese o australe quadratico medio, panzone, sfumacchioe e, soprattutto, sbevazzone, piacciono.
Ne individuo una che pare bellina ma è surgelata. Dunque dopo poco ciociao.
Avevo quasi deciso di tornare sui miei passi ed aspettare momenti migliori quando, passando nella disastrata Soi Chaiyapoon adocchio il caro vecchio Amon Bar (peraltro la bella Amon, quando è libera dalle cure familiari è ancora attiva!) pieno dei soliti sfaccendati al pascolo, intravedo una faccina deliziosa che sorride. Mi fermo per indagare, si tratta davvero di un angelo: poco inglese, monomamma ma senza segni, un po’ di culotto e gambotte ma ha un sorriso che commuove. Si chiama Phueng (che significa ape), arrivata da poco, come testimonia il contatto Line desertificato.
Stanza 350, lady 1k, drink 150, tip 300. Una meravigliosa scopazzata con tutti i crismi del take care: lavaggi assistiti, massaggino, BBJ doviziosissimo, milioni di baci, abbracci e cosette sussurrate.
Al momento del gommaggio s’è avuta qualche difficoltà, si trattava di un modello per puffi che stava strettissimo, avevo la mia attrezzatura ma i thai sopportano male le contrarietà ed in più non volevo mettere in difficoltà questa meraviglia che delicatamente ha respinto il mio gommone. Fighina strettissima ma la brava Phueng ha sempre avuto un sorriso riuscendo a dare davvero l’impressione che essere sfondata dal quipresente fosse l’obiettivo ultimo della sua vita. Dunque non solo lei è stata megapartecipativa ma ad un certo punto, effettivamente, le cose sono andate per il loro verso col giusto livello di lubrificazione e rilassamento muscolare.
Phueng ha speso per il mio piacere ogni energia con l’impressione addirittura non solo di non richiedere alcuno sforzo ma di desiderare fortemente esattamente ciò. Mi suonava in testa il raffinato neologismo che utilizzano i colleghi anglofoni: LBFM... little brown fucking machine ;-)
Grande sessione finale di cuddling con le sue gambe che non mi volevano più lasciare andare. Alla fine di tutta questa poesia scopriamo però che il gommino s’era rotto... mi sono detto: mai più gommini autoctoni. Phueng invece s’è fatta l’ennesima risata, la cosa che la preoccupava di più era il letto impiastricciato ma neppure questo più di tanto. Davvero non ho insistito per capire il senso di una tale così blanda reazione ma forse ho preferito non indagare sull'angelicità di un angioletto che mi appariva così angelico.
Tornerò? Inevitabile.