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Stunners, un nome che non è una garanzia
Dato che svetta per sfavillamento architettonico sullo sfasciume generale dell'area, mi reco ancora una volta in vista al club Stunners.
Effettivamente è sfavillante, dato il rivestimento delle pareti con grandi specchi e le tante cromature sulle parti metalliche, o meglio... lo sarebbe se non fosse maledettamente buio. Ma non è l’unico mio cruccio qui dentro. C’è certamente la superindisponente mamasan, che a 0.314 secondi da mio ingresso chiede se ho sete, ma la seccatura maggiore è per me la musica a palla. Per parlare occorre gridarsi direttamente dentro le orecchie, roba da sciroccati.
Mi appollaio sui soliti divanetti minuscoli col tavolinetto davanti, bevo (come al solito guardato con sospetto, dato che non è roba alcolica) e cerco qualcosa di interessante. Ci sono faranghi tatuati, palestrati, con gli occhiali da sole (ma che cazz!), con cappellini da baseball, collane da Re Mida ed anelli da corleonese...
In mezzo al club c'è questo inutilissimo stracazzo di palco, sul quale le poverette scalciano, muovendo l'aria ed ogni tanto mimano qualcosa che dovrebbe avere una tendenziale valenza sessuale ma che invece appare come una ridicola cialtronata.
Le ladies stesse paiono essere permeate da quest'aria cialtroglam, non ci sono più labbra o tette normali, tutte pompate ad organopolisilossani, trucco peso, fantasioso ed abbondante uso di biancheria intima con reggicalze la cui struttura pare essere stata pensata da Gustave Eiffel.
Capelli biondi, a strisce a quadretti con enclave violette, treccia a sinistra, rasatura a destra. Unghie da Vulverine, vestitini la cui ispirazione è forse dovuta alla lettura di Vampirellatelamolla. Non si trova più un ombelico senza il suo chiodo o una pupilla che abbia mantenuto il suo normale (bellissimo) colore in favore invece di qualche travestimento da Varana-tutta-tana.
Comunque sia, parlotto un po' con la signora distributrice di drink che curiosamente avevo incontrato qualche giorno prima in un baretto: anch’essa, scuotendo la testa, confessa che non ne può più di questo posto di pazzi.
Mi s'affianca una trippona con delle labbra esagerate che cerca di staccarmi un orecchio con una lingua prensile. Riesco a salvare orecchio ed onore, arpionando una smilza cerbiattina di passaggio (tale Nim) magrissima, alta, dalle mani bellissime. Mi mostra l'esito dell'ultima iniezione siliconica da sotto le ascelle: “così non si vedono cicatrici, certo è più costoso ma vuoi mettere...”. Uh, interessantissimo :-/
Nim si dichiara inevitabilmente assetata (non è un buon segno) si cerca di dirsi qualcosa, ne ottengo il contatto Line e ciaociao.
Nel mentre, sul mio stesso divanetto una megasgnappera si strofina su un enorme farang canottierato d'origine afroamericana. Poi s'infila sotto al tavolinetto e finge, credo, di azzannargli lo scroto. Questo gigante la afferra per un polso e letteralmente la solleva, piazzandola al suo fianco, le allarga le gambe, tese verso l'alto, e si tuffa a grufolare forsennatamente in quel pur grazioso paio di mutandine cesellate...
Nell'osservazione del mesto teatrino, ci s'era scambiati qualche occhiata con la megasgnappera che sembrava proprio dire: “ma che cazzo di cose ridicole mi tocca fare...” e poco dopo, mentre pensavo a tutt'altro, costei appare, mi prende la testa, allunga un umido baciozzo, si strofina ed inizia a ravanare nei paraggi delle mie intimità. Il suo nome di battaglia è MyLove e fa effettivamente un figurone con le pere pushuppate, le labbra rosse fiammeggianti, il volto eccezionalmente regolare, il taglio di capelli perfetto, le autoreggenti e tutto l'apparato troiesco che bene o male fa il suo zozzo lavoro.
Scambiamo un vodka-soda con baciozzi supplementari e la promessa di rivedersi.
Effettivamente una mattina le scrivo e lei mi risponde con gran praticità: visto che a te quest'ambiente non piace, vieni prima dell'apertura! brava ragazza, questo è customer care!
Dunque due ore prima dell'apertura ci vediamo, fuori dal club, in verandina sul divanetto, in pieno sole, con drinkino d'ordinanza osservando il solito traffico di Soi Buakhao mentre il clubbino riprende vita grazie alla squadretta delle pulizie.
Il problema è che al posto della sontuosa megasgnappera da copertina che avevo visto la sera precedente, mi trovo ora invece una specie di paperetta con la schiena curva, i gesti frenetici, la voce impastata che faceva quasi tenerezza e le gambe piene di segni misteriosi. Non saprei dire cosa fosse, qualche scorticatura da mototaxi è normale, ma MyLove era piena di bozzi e lividi che sembravano forse punture di insetti. Tutta roba che al buio e con le spettacolari calze nere naturalmente era completamente invisibile.
La tariffa del club è salata, BF1.5 e lady ST idem. Mi sono sacrificato per sostenere l'economia locale ma almeno è servito a rafforzare i miei favori verso i clubbini e gli apprati troieschi maggiormente aderenti alla tradizione e meno inclini al vacuo canto delle sirene della modernità.
;-)
Dato che svetta per sfavillamento architettonico sullo sfasciume generale dell'area, mi reco ancora una volta in vista al club Stunners.
Effettivamente è sfavillante, dato il rivestimento delle pareti con grandi specchi e le tante cromature sulle parti metalliche, o meglio... lo sarebbe se non fosse maledettamente buio. Ma non è l’unico mio cruccio qui dentro. C’è certamente la superindisponente mamasan, che a 0.314 secondi da mio ingresso chiede se ho sete, ma la seccatura maggiore è per me la musica a palla. Per parlare occorre gridarsi direttamente dentro le orecchie, roba da sciroccati.
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Mi appollaio sui soliti divanetti minuscoli col tavolinetto davanti, bevo (come al solito guardato con sospetto, dato che non è roba alcolica) e cerco qualcosa di interessante. Ci sono faranghi tatuati, palestrati, con gli occhiali da sole (ma che cazz!), con cappellini da baseball, collane da Re Mida ed anelli da corleonese...
In mezzo al club c'è questo inutilissimo stracazzo di palco, sul quale le poverette scalciano, muovendo l'aria ed ogni tanto mimano qualcosa che dovrebbe avere una tendenziale valenza sessuale ma che invece appare come una ridicola cialtronata.
Le ladies stesse paiono essere permeate da quest'aria cialtroglam, non ci sono più labbra o tette normali, tutte pompate ad organopolisilossani, trucco peso, fantasioso ed abbondante uso di biancheria intima con reggicalze la cui struttura pare essere stata pensata da Gustave Eiffel.
Capelli biondi, a strisce a quadretti con enclave violette, treccia a sinistra, rasatura a destra. Unghie da Vulverine, vestitini la cui ispirazione è forse dovuta alla lettura di Vampirellatelamolla. Non si trova più un ombelico senza il suo chiodo o una pupilla che abbia mantenuto il suo normale (bellissimo) colore in favore invece di qualche travestimento da Varana-tutta-tana.
Comunque sia, parlotto un po' con la signora distributrice di drink che curiosamente avevo incontrato qualche giorno prima in un baretto: anch’essa, scuotendo la testa, confessa che non ne può più di questo posto di pazzi.
Mi s'affianca una trippona con delle labbra esagerate che cerca di staccarmi un orecchio con una lingua prensile. Riesco a salvare orecchio ed onore, arpionando una smilza cerbiattina di passaggio (tale Nim) magrissima, alta, dalle mani bellissime. Mi mostra l'esito dell'ultima iniezione siliconica da sotto le ascelle: “così non si vedono cicatrici, certo è più costoso ma vuoi mettere...”. Uh, interessantissimo :-/
Nim si dichiara inevitabilmente assetata (non è un buon segno) si cerca di dirsi qualcosa, ne ottengo il contatto Line e ciaociao.
Nel mentre, sul mio stesso divanetto una megasgnappera si strofina su un enorme farang canottierato d'origine afroamericana. Poi s'infila sotto al tavolinetto e finge, credo, di azzannargli lo scroto. Questo gigante la afferra per un polso e letteralmente la solleva, piazzandola al suo fianco, le allarga le gambe, tese verso l'alto, e si tuffa a grufolare forsennatamente in quel pur grazioso paio di mutandine cesellate...
Nell'osservazione del mesto teatrino, ci s'era scambiati qualche occhiata con la megasgnappera che sembrava proprio dire: “ma che cazzo di cose ridicole mi tocca fare...” e poco dopo, mentre pensavo a tutt'altro, costei appare, mi prende la testa, allunga un umido baciozzo, si strofina ed inizia a ravanare nei paraggi delle mie intimità. Il suo nome di battaglia è MyLove e fa effettivamente un figurone con le pere pushuppate, le labbra rosse fiammeggianti, il volto eccezionalmente regolare, il taglio di capelli perfetto, le autoreggenti e tutto l'apparato troiesco che bene o male fa il suo zozzo lavoro.
Scambiamo un vodka-soda con baciozzi supplementari e la promessa di rivedersi.
Effettivamente una mattina le scrivo e lei mi risponde con gran praticità: visto che a te quest'ambiente non piace, vieni prima dell'apertura! brava ragazza, questo è customer care!
Dunque due ore prima dell'apertura ci vediamo, fuori dal club, in verandina sul divanetto, in pieno sole, con drinkino d'ordinanza osservando il solito traffico di Soi Buakhao mentre il clubbino riprende vita grazie alla squadretta delle pulizie.
Il problema è che al posto della sontuosa megasgnappera da copertina che avevo visto la sera precedente, mi trovo ora invece una specie di paperetta con la schiena curva, i gesti frenetici, la voce impastata che faceva quasi tenerezza e le gambe piene di segni misteriosi. Non saprei dire cosa fosse, qualche scorticatura da mototaxi è normale, ma MyLove era piena di bozzi e lividi che sembravano forse punture di insetti. Tutta roba che al buio e con le spettacolari calze nere naturalmente era completamente invisibile.
La tariffa del club è salata, BF1.5 e lady ST idem. Mi sono sacrificato per sostenere l'economia locale ma almeno è servito a rafforzare i miei favori verso i clubbini e gli apprati troieschi maggiormente aderenti alla tradizione e meno inclini al vacuo canto delle sirene della modernità.
;-)
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