danton ha scritto:
Ho conosciuto orfani di padre sbattuti a centinaia di chilometri da casa, a fare il soldato senza se e senza ma. Non storie baggiane alla albertosordi, ma ragazzi che lavoravano per mantenere la famiglia, con tanto di madre a carico. Poi c'erano legioni di calciatori e podisti sciancati, lottatori di full-contact obiettori di coscienza, figli di papà "fondamentali" per lo studiolo del papà avvocatone o avvocaticchio.
Due sole cose mi schifano, nel ricordo della "fu" naja: il nonnismo, vomitevole in qualunque forma si manifestasse, e lo spettacolo di una continua disparità (paraculati e "no").
ho ricevuto la lettera, con la quale venivo invitato a presentarmi alla caserma, per iniziare il servizio di leva 48 ore prima.
Ho fatto a malapena in tempo a preparare la valigia e a radermi i capelli.
Durante tutto l'arco del servizio di leva, durato i canonici 12 mesi, sono venuto a casa 4 volte. Ho fatto 5 campi in giro per l' Italia, 10 settimane di guardia alla polveriera di Tarquinia, 6 saggi ginnici, picchetti d'onore, e quant'altro.
Il giorno prima di congedarmi ho fatto un picchetto d'onore a Roma con l'allora presidente del [CENSORED] Spadolini. Ho smontato dal picchetto, ho fatto la terza puntura sul petto e ho preparato i bagagli per tornare a casa.
E meno male che alla visita dei 3 giorni, mi avevano che grazie al titolo di studio, avrei avuto vita facile, e avrei avuto qualche incarico amministrativo, furiere o simili.
Forse è stato meglio così , piuttosto che grattarsi i coglioni in branda e a spuntare i giorni dalla stecca, però aver avuto la possibilità di imboscarsi, ogni tanto, non mi sarebbe dispiaciuto.