IL PRIMO VIALE DELL'AMORE NON SI SCORDA MAI
Una cena in un agriturismo dalle parti di Pontida è l'occasione perfetta per rotolare giù sino a Bergamo e calcare nuovamente il
boulevard de l'amour, dopo tante settimane di assenza. Arrivato alla rotondona di Dalmine, svolto subito a destra, perché - una volta tanto - l'obiettivo conclamato non si trova all'UTB ma all'estremo opposto del vialone ed è la
Michy del Benaglia. Neppure il tempo di fare 200 metri e, passata la
Sanculotta Yelena, l'occhio balza subito sulla biondina che sta davanti al Kristal, che probabilmente era stata già portata agli onori della cronaca qualche post addietro. C'è un'altra ragazza carina (che mi pare nuova) poco prima della griglieria di carne, subito dopo appaiono le immarcescibili
Maria Bonita e
Adriana, che passeggia davanti alla pensilina con indosso solo una maglietta di lamé, che una cintura in vita vorrebbe far sembrare un abitino. Peccato che il semaforo sia verde, altrimenti avrei potuto controllare il colore delle mutandine che indossava
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Allo svincolo della Tenaris c'è stranamente
Cristina la finta-greca, ma si sa che lei è libera di spaziare dall'ENI di Dalmine sino alla rotonda della Cividini ...
Subito dopo il pont de l'autoroute, altre due certezze:
Rosy e Mirella, che sembra avere accusato il colpo, dopo la rottura del suo quasi-fidanzamento con Oby :P Niente da segnalare sino alla Cividini, dove a sinistra sta una ragazza piccoletta (probabile allieva di Cristina la Greca) e a destra la pettoruta
Valentina, presunta sorella della ben più gettonata
Karla/Maria, di cui infatti non v'è neppure l'ombra. Manca all'appello l'
Anna del Perletti (l'albanese che di solito attende a bordo di una piccola coupé verde), mentre si scrutano dalle rispettive trincee una presunta apprendista di Michela Smart e la biondina che ha preso il posto di G
iulia Coscialunga, davanti al 525. La prima, dal crine nero, potrebbe forse essere la moretta
Alice, che aveva lavorato lungamento lungo la promenade e che la scorsa stagione era stata allo svincolo delle black di Osio Sotto. Passato lo spiazzo che fu di Ivan il Golosone, davanti alle sbarre dell'area industriale c'è una coppia di ragazze nella penombra, una delle quali è sicuramente
Mirella, la sorella maggiore di
Elena 2. L'altra ha un viso che mi è sconosciuto, perché non mi pare alcuna delle comari che si alternavano su quelle piazzole:
Georgia, Liliana o Nadia.
Sfreccio davanti alla Socaf e, sempre nella penombra, intravedo colei che dovrebbe essere la
new entry menzionata dal poeta Oby. Mancano invece all'appello le
Semaforine, che voci di corridoio davano per spostate alla successiva rotonda delle Ginnaste. Anche la palestra di via Cimarosa è però chiusa stasera e bisogna arrivare al quadrilatero della topa, per rivedere un paio di silhouette nella notte: una sta davanti alla banca, ma non è sicuramente
Cristina la Lituana, mentre l'altra attende senza troppa convinzione dove una volta stavano le sorelline bionde
Mariana e Loredana. Stasera dev'essere proprio festa, perché anche alla pensilina del Continental non c'è anima viva, mentre speravo di ricordare i bei tempi andati, rivedendo la bionda
Daniela di Brasov, che aveva persino vinto il titolo di Miss Muretto un paio d'anni fa, e la mora
Eva Peugeot, che pian piano si è spostata da Bergamo sino ad Osio.
E' con il cuore in gola che mi avvicino al Benaglia e la delusione è palpabile, quano getto lo sguardo verso sinistra. C'è sì una bionda, intenta a ciacolare con una ragazza dal crine scuro, ma è decisamente la solita
Adelina e non la Michy che speravo di trovare
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Solo la visione di
Bree potrebbe a questo punto salvare la serata, ma alla pensilina c'è una ragazza decisamente più in carne, che non è neanche lontana parente dell'inglesina bionda.
Giro di boa alla rotonda di Boltiere, evito di ripetere l'elenco delle passeggiatrici notturne e vengo direttamente al dunque. Mentre sono fermo al semaforo del Daina, scruto l'altro lato della carreggiata e tiro maledizioni voodoo al collega che sta chiacchierando con la biondina. Passo oltre e poi seguo la scena nello specchietto retrovisore ... Quasi tampono quello davanti a me, ma dalle retrovie arrivano ottime notizie, perché il collega mette la freccia e se ne va, ma la biondina è sempre lì. Immediata inversione alla rotondona di Dalmine, schivo la Sanculotta e mi affianco nella penombra alla biondina, che ha un bel fisichino snello (sarà alta più o meno 1,60, ma è senz'altro più magra della Adry) e lineamenti delicati da bambolina.
I rate sono i consueti, il retrobottega è tranquillo e allora la invito ad accomodarsi a bordo. La ragazza ha una padronanza più che buona della nostra lingua e dunque si possono scambiare due chiacchiere, nel breve tragitto in macchina: dice di chiamarsi
Isabella, di essere rumena di Bucarest, di avere 26 anni (ma non gliene avrei dati più di 23-24) e di essere già in Italia da 3-4 anni. Probabilmente più d'una delle informazioni è falsa, ma di certo lo è il nome, perché esita quasi 5 secondi, prima di ricordarsi come si chiama
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Menziona anche di avere un loft non troppo lontano, dove ci si potrebbe appartare per 70, ma nelle ultime settimane ho concesso un po' troppo sollazzo al mio compare del piano di sotto, per cui decido di applicare un rigoroso regime di austerity e mi accontento dello spettacolino riservato ai viaggiatori di 3a classe. Entriamo allora in un posteggio, cerco lo stallo meno in vista e lì viene parcheggiata la macchina. [...]
[...] Quando anche lei s'è risistemata l'abitino e ha di nuovo calzato le scarpe, si può ripartire. Cerco di capire dove abbia trascorso tutti questi anni in Italia, ma Isabella è decisamente evasiva e allora non insisto con l'interrogatorio, anche perché non siamo nella vicina caserma dei carabinieri
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Giro di boa alla rotondona, niente Sanculotta all'ENI e allora non mi resta che accostare di nuovo nella penombra, per congedare la biondina e augurarle la buona notte.
Ciò fatto, immediata svolta verso sinistra, in direzione di Bergamo, perché vorrei togliermi almeno lo sfizio di vedere
Becky dal vivo. Passate le solite black, il Grana Padano si è improvvisamente ripopolato, con una misteriosa rossa davanti alla forma del formaggio e una moretta dal crine lungo sul lato opposto del vialone. Un passaggio radente è d'obbligo e scopro che si tratta di due mie vecchie conoscenze: la storica
Elena, un tempo bionda e "matrona" di tante allieve che hanno vestito i panni della Cheeseleader, e la giovane albanese
Ana, che avevo già incrociato lo scorso autunno.
POco più avanti, la celeberrima "
vecchia" e poi il consueto nugolo di trans/trav. Nulla da riferire sino all'ingresso in Bergamo, dove il solito
plotoncino di albanesi (la piccoletta e le due più alte ma decisamente in carne) dà il benvenuto nel capoluogo ai viandanti. Una moretta di piccola statura all'Oilone di sinistra (colei che, già dallo scorso autunno, ha ereditato la piazzola dalla celebre Giannina) e una più alta e dal crine riccio alla Esso sono le ultime presenze che mi faranno compagnia sino alla pensilina più scottante di tutto il boulevard. L'UTB è infatti deserto (oltre alla mia prediletta
Anna, mancano all'appello sia
Claudia che
Luanona) e bisogna quasi attendere che il profilo della città alta si stagli all'orizzonte, prima di rivedere anima viva.
Forse perché è tardi, ma non vi è traccia neppure di
Alessya, che lo scorso autunno aspettava allo sbocco di una stradina laterale sulla sinistra. L'occhio, però, è già proiettato in avanti, perché qualcuna sta aspettando che arrivi il prossimo autobus, al riparo della pensilina. Rallento e le dedico un doveroso inchino, ma non è decisamente Rebecca, perché il crine non è per nulla rosso. La fanciulla è senz'altro in carne e, dopo avere soppesato che le due bocce trattenute a stento dal corpetto potrebbero avvicinarsi ai 9 etti l'una, non ci sono dubbi che si tratti di
Lara. Vado a fare il giro di boa al TE 24/24, speranzoso di rivedere da vicino almeno la bionda
Daria, ma di tailleur di taglio manageriale non c'è neppure l'ombra.
Con le pive nel sacco, mi accingo allora a rientrare verso casa. Spesso, però, i miracoli accadono proprio quando uno meno se li aspetta. Lara deve avere preso l'autobus appena passato, ma dal mezzo sembra essere scesa una passeggera che doveva prendere un'altra coincidenza. Rallento di nuovo, la scruto meglio e il crine è proprio rosso come quello della Ministra Brambilla. La fanciulla che sfoggia una chioma così infuocata è però nel fior fiore della sua gioventù e non ci sono proprio dubbi che sia la
Rebecca che ha fatto ardere di passione il nostro poeta Oby,
Reby o Becky per gli amici! Però, come a Medjugorie o a Fatima, anche la visione della Madonna di Pitesti è fugace e dura un batter di ciglia: come un giaguaro, un collega temprato dalla dura guerriglia urbana con i verzii, si infila silenzioso e a fari spenti nell'ultimo stallo rimasto libero dietro la pensilina, le fa un colpo di fari e la rossa caliente è già scomparsa dalla mia vista. C'è giusto il tempo di guardare negli specchietti e di vederli uscire con una faticosa retromarcia e poi non resta che riprendere la strada di casa, cullati dall'eterea visione della Musa di Oby.