Qualche giorno fa stavo addentando un gustoso panino vendutomi per cinque euro dal paninaro di piazzale Istria e nell'incamminarmi lentamente e distrattamente verso il noto sottopasso - che mi risucchia, con la sua aria malsana e viziosa, da circa trent'anni sin da quando costruivamo da piccoli capanne indiane nei paraggi - vedo partire in rapida successione dalla carreggiata opposta alla mia due bottiglie vuote di birra in direzione trans posizionate accanto al medesimo sottopasso (obiettivo spacca-cranio fallito). Seguono da parte delle assalite, in rapida successione, urla sguiate, insulti in slang ispanico, gestacci assortiti verso la macchina-lancia bottiglie (un coupé nero) che sgomma minacciosa a folle velocità facendo inversione al semaforo più vicino al fine (credo) di dirigersi verso il gruppuscolo rivale per una (possibile) resa dei conti (ci si augura, se avvenuta, dalle conseguenze non tragiche).
Alla ricerca di lidi maggiormente "sicuri", devio quindi in viale Sarca, finisco a malincuore il panino accompagnato da una Sprite ghiacciata notando all'altezza di via Smith (lato Sarca) due giovani pulzelle attraenti (anch'esse ispaniche, more e mai viste prima) con le quali inizio - si aggiungerà dopo un paio di minuti una terza trans agé - un rilassante colloquio comprensivo di vogliose specifiche sessuali (ricevono entrambe in Greco per 50 euro che si abbassano a 30 in macchina), presto interrotto da un fuggi-fuggi generale causato dall'arrivo di due voraci pantere. Davvero notevoli il viso di una delle due, la più sgamata, e il culo (avvolto da short jeans) di quella più filiforme e timida.
Non è, evidentemente, serata in zona Testi inoltrata e allora mentre faccio ritorno all'ovile placo l'ultimo languorino presso il rassicurante self-service del succitato piazzale (cappuccino e Ringo) dove scambio quattro chiacchiere con alcuni virgulti africani ivi presenti (lungo il tragitto avrei voluto imbattermi e sessare con l'ecuadoregna Jennifer che però non era presente sulla sua solita mattonella). Sulla via del finalmente tranquillizzante ritorno, incrocio poi in viale Marche la cubana - nome che inizia per A, non lo ricordo ma è tipo "Antea/Antonella" o simili - con tatuaggio sulla schiena con cui ero già stato in precedenza e con cui passerò una buona ora di sesso (nella di lei dimora bovisasca).
Di viso, che si potrebbe definire intrigante nella sua durezza-mascolinità cubanera, non è il massimo, il fisico tiene bene, il culo parla e il pisello medio-lungo gocciolava di sperma incipiente mentre glielo masturbavo. Per euro 50 si è fatta ben scopare in diverse posizioni (smorza compresa con sonore pacche inferte alle sue terga), strizzare e leccare i capezzoli, un poco maltrattare e infine venire in bocca offrendomi un superbo pompino roteante e salivoso, raro a trovarsi a quel prezzo e in quel contesto (annoiato e stanco approccio stradale con consumazione domiciliare in orario ormai albeggiante).
Alla ricerca di lidi maggiormente "sicuri", devio quindi in viale Sarca, finisco a malincuore il panino accompagnato da una Sprite ghiacciata notando all'altezza di via Smith (lato Sarca) due giovani pulzelle attraenti (anch'esse ispaniche, more e mai viste prima) con le quali inizio - si aggiungerà dopo un paio di minuti una terza trans agé - un rilassante colloquio comprensivo di vogliose specifiche sessuali (ricevono entrambe in Greco per 50 euro che si abbassano a 30 in macchina), presto interrotto da un fuggi-fuggi generale causato dall'arrivo di due voraci pantere. Davvero notevoli il viso di una delle due, la più sgamata, e il culo (avvolto da short jeans) di quella più filiforme e timida.
Non è, evidentemente, serata in zona Testi inoltrata e allora mentre faccio ritorno all'ovile placo l'ultimo languorino presso il rassicurante self-service del succitato piazzale (cappuccino e Ringo) dove scambio quattro chiacchiere con alcuni virgulti africani ivi presenti (lungo il tragitto avrei voluto imbattermi e sessare con l'ecuadoregna Jennifer che però non era presente sulla sua solita mattonella). Sulla via del finalmente tranquillizzante ritorno, incrocio poi in viale Marche la cubana - nome che inizia per A, non lo ricordo ma è tipo "Antea/Antonella" o simili - con tatuaggio sulla schiena con cui ero già stato in precedenza e con cui passerò una buona ora di sesso (nella di lei dimora bovisasca).
Di viso, che si potrebbe definire intrigante nella sua durezza-mascolinità cubanera, non è il massimo, il fisico tiene bene, il culo parla e il pisello medio-lungo gocciolava di sperma incipiente mentre glielo masturbavo. Per euro 50 si è fatta ben scopare in diverse posizioni (smorza compresa con sonore pacche inferte alle sue terga), strizzare e leccare i capezzoli, un poco maltrattare e infine venire in bocca offrendomi un superbo pompino roteante e salivoso, raro a trovarsi a quel prezzo e in quel contesto (annoiato e stanco approccio stradale con consumazione domiciliare in orario ormai albeggiante).