Cioè, da un indirizzo mail si può risalire ai dati personali ma solamente se puoi entrare nei siti dove i dati sono stati registrati ed archiviati, è quindi è una violazione della privacy.
A meno che non sia stato concesso (quando si clicca su "accetta" o "I agree", durante la registrazione) l'uso dei propri dati a terzi.
Anche in quel caso, però, dovrebbe essere diversificata la formula della privacy, di modo che si può scegliere se fornire o meno i propri dati per scopi diversi da quelli della registrazione.
Almeno in Europa credo funzioni in questo modo... o no?
Si e No.
Caso 1: mail associata ad AM --
Questo e' relativo solo all'iscrizione dove sono ceduti i dati sensibili. Nel caso sopra, parlando di AM, la maggior parte pagava con la carta di credito, che associato ad una mail (probabilmente un po' fasulle, un po' no, vedi il caso di quelle con estensioni militari o governative) e un account AM venva salvato su un (unico!!) server peraltro criptato (peccato che il crypt di adozione non fosse sicuro).
AM e' finito nei casini perche' oltre ai dati sensibili degli associati iscritti, ha conservato quelli dei non piu' iscritti (tramite disiscrizione al sito, a pagamento) vecchi (i dati) anche di 7 e piu' anni.
E qui si differisce tra Privacy su territorio USA e EU; entrambi pero' hanno in comune una norma relativa alla cancellazione dei dati, che decorre nel tempo di 2 anni - ovvero se uno si disiscrive da un servizio, il server puo' trattenere i dati in maniera lecita (se gratuita) per un totale di 2 anni, se a pagamento, la cancellazione deve essere se non immediata, nel giro di un tempo minimo (si parla di 1-2 mesi). Oltre si incorre in possibili violazioni, non solo della Privacy, ma nei diritti della persona (che negli USA possono arrivare a norme pesanti, sia in termine di pecunia che di carcere nel caso di comportamento reiterato).
Caso 2: ti iscrivi ad un servizio, come qui su Punterforum --
La tua mail e' associata in base ai servizi a cui tu l'hai associata. Per es. se la tua mail e' visibile ed associata ad un'associazione politica o culturale i tuoi dati sono visibili in chiaro a tutti, se hai scelto di renderla pubblica. Se la tua mail e' privata solo il titolare del sito, quello del server e il manutentore conosceranno la tua mail; se uno dei tre, che potrebbe essere virtualmente anche un'unica persona diffonde o dileggia ai 4 venti la tua mail e' passibile di sanzione, perche' appunto la tua "base-request" era quello di averla in forma privata. Detto questo, non credo che chi abbia creato il sito sia interessato ad operare per distruggere la sua creatura. Qui ad ogni modo siamo nel caso in cui l'email ha un'associazione privata e una pubblica, quindi ti mette al riparo da situazioni incresciose, ma non da eventuali hacker, se dovessero violare il sito.
Caso 3: ti iscrivi ad un servizio, come qui su Punterforum --
Come sopra, ma come forma di accesso utilizzi i social (Facebook, Twitter, etc) col tuo nome e cognome.
Lasciatelo dire: la rogna la cerchi!
E' notorio che la prima funzione dei social e' mettere online tutto (o quasi), foto, questioni private, etc. Esistono una miriade di funzioni documentare sulle API di tutti i servizi (FB, TW, etc, ma anche WhatsApp, Telegram, etc) la cui funzione e' quella di "sovvertire" le funzioni dei servizi proposti.
Spiego meglio: tu ti iscrivi ad FB, metti la restrizione per cui tot utenti non vedano i dati privati, ma ci sono molte scappatoie per vedere i tuoi contenuti (anche in forma ristretta o privata) in chiaro, no censured.
Tornando al primo discorso: ti iscrivi a FB con tuo nome e cognome, poi a PF. Sei al sicuro? No.
Un utente con una minima capacita' di leggere gli accessi alle associazioni (e qui preferisco non approfondire troppo) puo' risalire al tuo nome e cognome.
Per il resto, ossia dati di casa, dove abiti, etc dipende da quante info hai sblognato ai social. Perche' tutti, volendo, possono vedere tutto. Anche un semplice "mi piace" o una foto associata ad una marca/zona puo' rivelare dove abitiamo.