Prove tecniche di contagio
Produci/Lavora, consuma, crepa...
Buongiorno, quoto gli ultimi messaggi perchè ho una domanda che mi frulla nel cirveddru.
Come sapete da lunedì si riapre, almeno in parte.
A Torino riparte anche un settore dello stabilimento FCA di Mirafiori.
Questa settimana è stato tutto un lavorìo (per le zone che ho potuto vedere, essenzialmente uffici, non linee di produzione) di addetti alle pulizie (quasi tutte donne), di personale per gli impianti di condizionamento, tecnici IT per postazioni di computer, server e CED, personale vario.
Pulire e lustrare,
passa il disinfettante - togli il disinfettante, modello Karatè Kid.
Hanno persino, ove c'era spazio, spostato le macchinette del caffè, le hanno distanziate dal muro per favorire la pulizia.
Mascherine tutto il giorno, e se fai un lavoro un minimo faticoso non è piacevole tenerle sul viso 8 o più ore, a fine turno le addette dell'impresa di pulizia erano piuttosto stravolte. Pure io.
Stanno montando gli scanner a portale per la misurazione della temperatura corporea agli ingressi che verranno utilizzati. Per ora chi entrava al mattino aveva misurata la temperatura da un'astronauta in camice monouso verde, oltre 37,5 non entravi.
Dopo il terzo giorno che mi sottoponevo alla procedura in entrata mi è sorta una domanda:
ma perchè solo in entrata?
Io arrivo al mattino, non ho febbre e quindi
si presume che possa lavorare nello stabilimento con un certo grado di ragionevole sicurezza per gli altri, non dovrei essere contagioso, o per lo meno se lo sono mi trovo nello stadio di asintomaticità. Insomma, si fa uno sforzo volto non solo a tutelare la mia salute, ma a provare a tutelare quella di tutti gli altri che entrano in quell'ambiente lavorativo. Lo accetto, oltrettutto se mi danno l'ok mi forniscono un'informazione sul mio stato di salute. D'accordo, la febbre son capace anche di misurarmela da solo a casa, ma se uno si sveglia alle 6 di mattina e si sente bene, non è che la prima cosa che fa è mettersi un termometro in culo.
Si lava, si veste, fa colazione e poi prende l'auto e va a lavorare. Perciò ben venga la misurazione della temperatura una mezz'oretta dopo, se è in regola via con la giornata lavorativa.
In buona sostanza, prendendomi la temperatura, un'azienda (FCA in questo caso) cerca di salvaguardare se' stessa ed il suo ambiente di lavoro dal diffondersi del contagio. Ripeto, mi sta bene e lo ritengo sensato. Quindi entro, lavoro per 8 o più ore in quel luogo, poi, finita la giornata mi avvio all'uscita. E qui all'azienda non gliene frega più niente della mia temperatura corporea. Passo il badge, saluto e a domani.
E se io durante la giornata, pur con il distanziamento e la mascherina, fossi entrato in contatto col virus, dentro lo stabilimento? O anche se ci fossi entrato in contatto ieri o 3/4 giorni fa, magari al supermercato? Su un mezzo pubblico? Da qualunque altra parte? E sviluppassi uno stato febbrile non necessariamente entro le 7,30 del mattino, ma durante le mie ore di lavoro? Ha senso misurarmi la temperatura una volta ogni 24 ore (all'ingresso) quando potresti farlo, senza una grande spesa, almeno due volte nel'arco della giornata?
L'impressione, a pensar male, è che gliene freghi relativamente della
mia salute, ed in second'ordine della salute dei lavoratori in generale. L'importante è non tenere più fermo lo stabilimento. Come da citazione di smith, insomma?
Vedrò lunedì, gli scanner a portale funzioneranno in entrata o anche in uscita?