Questa perfetta specularità uomo-donna, figlia della sacrosanta domanda di parità in alcuni campi (ad esempio lavorativo), suona un po' trita e moralistica quando applicata alla sfera sessuale, che è proprio quella in cui "biologicamente", al di là di ogni possibile contestazione, uomo e donna sono diversi: il funzionamento del desiderio sessuale nell'uomo e nella donna, e i rispettivi bisogni che ne discendono, sono completamente differenti. Fingere che non sia così, e appellarsi ad una completa uguaglianza e reciprocità in questo campo come se uomo e donna fossero psicologicamente identici e indistinguibili dal punto di vista delle pulsioni, è veramente come riferirsi ipocritamente a una sorta di "sesso degli angeli".
Più in generale, il discorso odierno (soprattutto quello femminista più "estremo" e meno equilibrato), tende a cancellare del tutto ogni differenza tra uomo e donna, come se si trattasse di pure invenzioni "culturali", rimuovendo (anche in senso freudiano) il dato biologico, riducendolo a qualcosa di del tutto ininfluente e fingendo che essere nati con certi caratteri sessuali primari sia un dettaglio da nulla paragonabile, che so, al colore dei capelli. faccio notare sommessamente (e trovo assurdo che ci si sia ridotti a doverlo segnalare esplicitamente) che non è così.