@Mr.joe
Non è per litigare o trascinare flames che intervengo ma per provare a chiarire ancora meglio perché si continua a rispondermi con robe che non hanno alcuna attinenza, quindi proviamo a capirci.
Che tu non abbia un buon rapporto con tua moglie e che tu sia capace di innmorarti (o di maturare una fissazione, normalmente nemmeno l'agente è in grado di distinguere e non possiamo farlo certo noi dai suoi racconti) di una prostituta non ha nulla a che fare con la tua considerazione per le prostitute.
Pur conscio che ciascuno ha idee pensieri e ideali differenti da ciascun altro, semplificando io divido l'idea che le persone hanno della prostituzione in due grandi gruppi. Per qualcuno si tratta di rendere un servizio di cui qualche persona ha bisogno, per altri si tratta di darla via per soldi e penso che tu ne abbia questa seconda concezione.
Adesso va detto che anche rendere un servizio, fare il proprio lavoro che sia utile agli scopi della società a cui partecipiamo, non significa per forza che sia divertente e nemmeno che debba piacere a chi lo fa. Io per esempio ho fatto per un breve periodo un lavoro normalissimo, che qualcuno considerava perfino stimato per la sua specializzazione ma quando tornavo a casa passavo qualche ora a piangere. Questo mi accadeva a 40 anni di età. L'ho dovuto abbandonare perché ero stanco, la notte non riposavo e quando guidavo ero pericoloso. L'industria in cui lavoravo impiega 350 persone.
Lavorare direttamente con le persone comporta sempre di trovarsi in situazioni che possono farci sentire umiliati. Io fortunatamente ho clienti contenti che mi portano pure doni ma ho anche clienti che pretendono cose impossibili o che esuberano fortemente la prestazione professionale, clienti che siccome pagano pensano di aver comprato una persona; credo che faccia parte di ogni lavoro autonomo. E comunque, ripeto, capita a molti di fare un lavoro che non si gradisce. Cerco di immaginarmi quale può essere la parte soddisfacente del lavoro della prostituta e non penso mai che consista nel godersi la trombata. Probabilmente ci sono persone che sanno apprezzare il sorriso grato del cliente, vantarsi di aver svolto un lavoro bene e meglio delle aspettative. Si leggono risposte di ragazze tra le recensioni che hanno questo senso e non voglio credere che siano tutte false. Non nego d'altra parte che comporti un sacrificio, che è compensato dall'essere pagato per mezz'ora quanto un altro lavoratore è pagato per un giorno ed ogni persona sceglie se la remunerazione è sufficiente a compensare il sacrificio oppure no; cerchiamo semplicemente di comprendere che la percezione del sacrificio non è la stessa per ciascun soggetto: una è adatta al loft, un'altra alla strada, altra ancora alla miniera.
Quanto scritto finora riguardava la visione menzionata per prima, quella meno comune. Quanto alla seconda c'è poco da dire. Se una la da via per soldi innanzitutto è disperata e costretta a farlo o da qualcuno o dalla condizione in cui si trova ma siccome siamo in società e le condizioni le dettano le persone anche in quel caso è costretta da qualcuno, più precisamente da tutti. Inoltre è una persona che preferisce l'umiliazione e la sottomissione di darla via per denaro a quella di darsi da fare e di trovare alternative. Ogni volta che leggo che una poveretta è costretta a darla via perché si trova in condizioni miserevoli mi domando cosa farebbe se non avesse nulla da dare via. Forse darebbe via le mani? Ci sono sette milioni di operai in Italia che lo fanno ma non è di questo che volevo parlare.
Quello che vorrei sapere invece è perché chi crede che le prostitute sono vittime non tenta di aiutarle invece di scoparsele.Probabilmente perché se non ci fossero non saprebbe più come soddisfare il suo vizio, che egli stesso chiama vizio ma nel momento stesso in cui afferma di volerlo curare oltre i suoi principi morali asserisce che è un bisogno.
Se dici che una è una vittima non basta né pagarla né averne compassione per evitare di utilizzarla come se fosse un giocattolo invece che una persona. E io diffido moltissimo di chi ha compassione per le prostitute, specialmente se se ne serve, perché è contradittorio sfruttare una persona e dispiacersi perché è sfruttata. Ma chiariamo subito che le frutti anche se non ci vai, perché fai parte di una società che consente che dei suoi partecipanti versino in condizioni economiche lesive della loro libertà di scelta.
Leggo continuamente degli interventi, di puttanieri, ai quali le prostitute fanno pietà. Ohh ma non mi dire che non hai mai scritto la parola "pietà" ma questa frase lo fa pensare ad una mente contorta:
ho risposto ad un annuncio messo da lei. sin dal primo incontro le ho sempre dato più di quanto chiedesse. penso che lo facciano tutti i puttanieri alla Mr.Joe che sono capaci di innamorarsi di una sconosciuta che ci fa tenerezza
a meno di dover pensare che volevi comprartela, pensiero che preferisco evitare per rispetto nei tuoi confronti.
E invece di quest'altra, che dobbiamo pensare? Che quando vai con una prostituta pensi di fare una cosa lecita che non la offende affatto?
E' un'immagine grottesca quella che dai.. prendendo spunto da molte rece in cui si lodano le performances delle escort, uno potrebbe affermare, magari intorno al tavolo nella notte di natale: "sai mia moglie era stimata x come leccava le palle e come teneva il cim fino all'ultima goccia... e solo x 50 euro... era richiestissima!"
Scriverei ancora qualcosa di più approfondito e più chiaro ma forse è meglio che mi limiti a ringraziare i moderatori per la pazienza che mi stanno dimostrando.