Prima volta in assoluto per me in Suisse. Forse per via di pregiudizi ero convinto che scopare a pago in svizzera fosse qualcosa di proibitivo; nella mia testa una scopata in Svizzera era un lusso che solo pochi privilegiati potevano permettersi: roba da emiri o da paperon de paperoni.
In realtà mi son dovuto ricredere dopo questa scampagna in Canton Ticino. Ho bazzicato un paio di localini e l’idea che mi sono fatto è che scopare a pago sia paragonabile a scopare una loft in una città italiana; con più scelta disponibile ovviamente e con la possibilità di starsene con gli amici a sollazzarsi. Insomma, nulla di traumatizzante e che possa portare ad un grave dissesto economico..
Veniamo al dunque.
Maxim-Chiasso : 10 €/CHF l’entrata con un drink compreso.
A primo impatto il locale sembra un normale disco pub. A differenza degli FKK qui i clienti stanno vestiti e le ragazze sono in lingerie. Le girl girano attorno al banco di tanto in tanto e ogni tanto approcciano quelli che incrociano però non sono particolarmente aggressive. Diciamo che se non intralci il loro cammino, non ti saltano al collo.
ISABELLA: 100 CHF/EUR, BJ-fk pastrocchiato, hj, daty, rai 1 multiposition. Rumena di galati, tette naturali, bel fisichetto con un poco di sostanza dove serve. Come dicevo qui si rimane vestiti negli ambienti comuni e questo crea quel distacco che a mio avviso rallenta l’eccitazione.
La pompa coperta inoltre non aiuta. Con un po’ di buona volontà mi riesco ad eccitare, complice anche qualche bacetto che mi da,riesco a concludere l’operazione. Forse il nuovo ambiente mi rende ostico il tutto: ècome giocar fuori casa con regole diverse.
La ragazza è carina e sa recitar il suo ruolo però siamo distanti dalle trombate degli fkk austriaci e tedeschi. Insomma mi sembra quasi di giocar in un campionato minore. Ritorno al piano terra, nel disco pub, un po’ dubbioso.
Dopotutto questa è una formula nuova dell’andar a puttane. Diversa dal LOFT ed anche dal FKK. Entrando nel FKK ci si spoglia dei vestiti e si rimane in ciabattine e asciugamano. Per quanto possa sembrare un dettaglio, essere seminudi comunque crea un clima di relax, complicità e comunanza che al Maxim era totalmente assente. Fondamentalmente il Maxim è un discopub dove gironzolano un bel numero di gnocchettine in lingerie in mezzo ad una mandria di Brianzoli, Comaschi, Milanesi e Ticinesi. Ognuno con i propri vestiti, le proprie scarpe e la propria diversità che contrasta con quella altrui.
Ricordo un tale visto al Maxim, tra gli amici ribatezzato NACHO: un pezzo di marcantonio con due baffoni enormi. Uno di quei personaggi che nel tuo immaginario sei solito collocare in galera, nelle bische o comunque in qualche brutto affare losco. NACHO avrebbe potuto benissimo recitare come comparsa, in un film poliziesco di basso livello, tra gli sgherri del boss di turno. Ecco, mentre NACHO in un FKK sarebbe stato addomesticato dalle ciabattine e il corredo di asciugamani e accappatoi, al Maxim era a suo agio nelle sue vesti: un paio di pantaolini sporchi di chissà cosa e una giacca unta. Capite anche voi che un ambiente simile non favorisce il giusto relax che precede una sana scopata.
E di personaggi ce n’erano tanti, ognuno con il suo vissuto e le sue sfighe. Commendatori, ingegneri, ragazzotti dall’accento montanaro. Tutti vicini, gli uni agli altri, ben riconoscibili e distinguibili. Nel Fkk invece la divisa d’ordinanza annulla le differenze e rende in qualche modo tutti simili. Questo, unito ad un prezzo di ingresso maggiore, limita il via-vai e il clima mordi e fuggi nei club tedeschi/austriaci.
Altro particolare che ho notato. Quando sono negli FKK la separazione tra “dentro” e “fuori”, ovvero il club e il mondo esterno, è netta. Sembra quasi di entrare in un mondo a parte. Un po’ come quando si entra all’interno di un tempio. I rumori esterni, le voci, le abitudini, l’oggettistica rimane confinata allo spogliatoio e quando si entra nell’arena si è qualcosa di diverso rispetto a quello che siamo abituati a vivere fuori. Al Maxim invece (ma ho avuto la stessa impressione anche in un altro club visitato e dai racconti inizio a pensare che sia una caratteristica dei club locali) questa differenza tra “dentro” e “fuori” è molto meno netta. La continuità a mio avviso spezza l’incantesimo e rende il tutto meno spontaneo.
Tirando le somme, penso che un locale del genere possa andar bene come sostituto del LOFT ma è un pianeta totalmente diverso rispetto agli FKK.
Ergo, se dovessi di nuovo capitar da queste parti, potrei rifare una scappata perché il livello di gnocca è assolutamente valido e in più il locale offre la possibilità di passar un po’ di tempo bevendo qualcosa con gli amici come si potrebbe fare in un disco-pub o in una discoteca.
Mai e poi mai potrei passarci una giornata intera come invece ho fatto innumerevoli volte in tanti fkk austriaci e tedeschi.