Roba da Zoccole !!!

Allora,vediamo se questa e' zoccolaggine.
Parlo di parecchi anni fa,ero a Roma in trasferta,abbordo e imbarco un gran pezzo di figa appena arrivata da uno dei paesi dove ho lavorato all'estero.
Mi chiede varie volte aiuto per sistemarsi,ma riesco sempre ad esimermi adducendo vari pretesti;nel frattempo ci frequentiamo abbastanza assiduamente ,diciamo 2 o 3 volte al mese mediamente,per circa 6 mesi,e ogni tanto le compero qualcosa ,ma non mi chiede mai soldi .
Finche' un giorno mi chiama al telefono,dice che e' trattenuta da uno strozzino perche' gli deve 400000 lire,se non li restituisce subito la fa scopare da un po' di gente finche' non raccoglie l'intera cifra.
In considerazione del fatto che non le avevo mai dato soldi ,e che non volevo perderla,essendo una gran figa,caccio il malloppo e la traggo in salvo.
La porto nel mio residence,e qui incomincio a realizzare il padulo ;non vuole scopare,fa un po' di manfrina,e alla fine sputa il rospo:dice che non l'ho mai voluta aiutare,anche se lei sa che potevo farlo benissimo,e quindi la storia e' finita ,e aggiunge (testuali parole):"potevo fare molto peggio"....era veramente amareggiata e infuriata.
Io biascico a disagio qualche scusa,ed alla fine :"...comunque,grazie...".
Lei ,superincazzata,mi urla in faccia:" grazie di cosa ??!!!" ,e io ,esitante :"be',di non avere fatto molto peggio...".
Vedo la sua espressione mutare ,da incazzata a divertita,mentre tentava vanamente di coprirsi con la mano la bocca per non farmi vedere che rideva.
Mormoro qualche parola conciliante,e lei mi appoggia la mano sul braccio,dicendo che non si puo' essere arrabbiati con me,al che ne approfitto per tentare di stenderla sul divano e rimediare la situazione;ma lei si alza di scatto ,sforzandosi di assumere un'espressione seria, e dice " Adesso no;accompagnami a casa e poi,se ho voglia ,ti chiamo io".
Naturalmente non l'ho piu' ne' sentita ne' incontrata;pero' me la ricordo ancora adesso,come fosse ieri.
 
Non ho capito. Gli dai 400.000 lire per salvarla da un presunto strozzino e poi ti dice che non l'hai mai voluta aiutare?
 
Anche a me successe qualcosa di analogo e lei era anche vergine. Me lo disse il figlio ?
Ma dai su,allora vi devo dire proprio tutto!!Lei era una somala e io ci ho vissuto anni in Somalia,sicche' le conosco proprio bene .Lei voleva sistemarsi da me,aveva ravvisato il pollo e sperava di convincermi ad andare ad abitare insieme,così avrebbe raggiunto il duplice scopo di bloccare me,e quindi di non dover condividere con altre la mia disponibilita' economica,e nel contempo di poter fare lei a gratis i cazzi suoi (perche' io ero fuori tutto il giorno per lavoro).In questo ambito ,dato che al massimo le avevo comprato qualche paio di scarpe e qualche vestito,ci stava anche l'esborso dei 400,in vista di tenermela ancora finche' possibile.Non c'e' bisogno di fare ironia,anche se a voi queste cose non capitano:sneaky:
 
credevo che questo thread fosse dedicato a racconti riguardanti fatti e situazioni erotiche e piccanti scaturiti dal gusto della provocazione insita in ogni femmina che si rispetti, gusto della provocazione sintetizzato, in senso positivo, nella parola "zoccola".
In questo senso, il racconto della processione di qualche giorno fa ne era un perfetto esempio.
Spero si torni quanto prima in carreggiata.
 
Complimenti x le correzioni, ma a volte fate passare davvero la voglia di scrivere...
Te scrivi per bene e nessuno ti correggerà...siamo in Italia e si scrive in italiano... Se poi ti passa la voglia di scrivere ce ne faremo una ragione...visto che anche la tua storia è completamente fuori argomento...
 
La mia settimana è cominciata con una levataccia per andare a fare un prelievo del sangue. Nulla di che, se non fosse che le mie vene sono la versione ematica di Fort Knox, nascoste in profondità e disposte come fossero un rebus della Settimana Enigmistica. Con mia somma sorpresa - e relativo gaudio - l'infermiere che ha eseguito il prelievo è riuscito a risolvere tutto in un unico tentativo e senza grosse difficoltà... la seconda volta in vita mia che capita.

Cosa centra questo con l'argomento della discussione? Assolutamente nulla, ma...

Una ventina di anni fa, in occasione di un prelievo, mi sono trovato davanti una bellissima ragazza: occhi verdi, capelli rossi, sorridente e con il camice che sottolineava la vita stretta lasciando uno spiraglio sulla sommità del seno. Poteva avere qualche anno più di me, ma era decisamente giovane e agli inizi della carriera. Consapevole di rivaleggiare con le rape per quanto riguarda il cavar del sangue ho pensato di avvisarla...

- Non si offenda, ho le vene piuttosto difficili, se mi dice che se la sente mi fido, ma se preferisce che aspetti la sua collega per me non c'è problema.
* Non si preoccupi, non c'è nessun problema.

Cinque buchi più tardi era evidente che non si sentisse più così sicura e che stesse maledicendo il momento in cui si era lasciata consigliare dall'orgoglio piuttosto che dalla prudenza. Mi aveva chiesto scusa mille volte, più preoccupata di quanto io fossi stupito, perché per me non era la prima volta e tutto sommato ero preparato. Nel frattempo, come commilitoni uniti dal sangue della battaglia, avevamo abbandonato il lei per il tu.

* Mi dispiace... scusa... davvero non capisco... se vuoi che chiami la mia collega...
- Non ti preoccupare non è niente di grave, le dita le sento ancora tutte.

Era mortificata. Teneva lo sguardo basso e cercava di concentrarsi lasciandosi sfuggire qualche sorriso di gratitudine per i miei tentativi di alleggerire la tensione. Tastava, carezzava da poco sopra il gomito fino alle dita, passando da un braccio all'altro. La sua ricerca, da principio minuziosa e distaccata si era fatta via via più febbrile. Non si trattava più di esplorare un territorio sconosciuto, ma di strappare nuove informazioni da qualcosa che ormai le era diventato familiare. Anche il modo di toccare era cambiato e il distacco asettico si era trasformato in qualcosa di più carnale. Una sensazione strana che mi ha accompagnato fino sulla soglia del nono buco. I cinque minuti di un normale prelievo si erano fatti una ventina abbondante e la fila in attesa si era ingrossata.

* Qui mi sembra di sentirla bene. Te la senti di provare di nuovo?
- Ho detto che mi sarei fidato e mi fido. Sono nelle tue mani. Nella peggiore delle ipotesi, se qualcuno si lamenta per il ritardo, ti lascio il braccio e torno a riprenderlo più tardi, così finisci con comodo.

In quel preciso istante mi sono reso conto che non stavo più guardando negli occhi la bellissima ragazza di poco prima ma una meravigliosa zoccola. Il primo zampillo di sangue aveva cominciato a riempire la fiala ma la cosa non interessava più a nessuno dei due.

* Avrei avuto bisogno di un numero di telefono per avvisarti di aver finito.
- 555 123 45 67

Se prima il distacco aveva virato verso qualcosa di più carnale ora c'era sensualità nei suoi gesti e il contatto veniva prolungato oltre al necessario con una confidenza che veniva esaltata dal netto contrasto con la professionalità dei toni.

* Tenga premuto per qualche minuto. Ne abbiamo prelevato parecchio, le consiglio di prendere un caffè zuccherato e di non mettersi immediatamente alla guida. Buona giornata.

Una quarantina di minuti più tardi è entrata nella caffetteria dell'ospedale con il cellulare in mano. Dopo un primo istante di stupore nel vedermi lì si è accostata al tavolo.

* Ti stavo scrivendo un messaggio.
- L'ho ricevuto mezz'ora fa.

Non ha aggiunto altro, si è limitata a sorridere ed a girare sui tacchi. Tempo due minuti e stavamo prendendoci un piccolo antipasto nel parcheggio dei dipendenti. Il banchetto sarebbe stato più tardi, a casa sua. Punture, dolore, sangue versato... poca cosa in cambio del piacere di trovarmi a cospetto di quel sontuoso esemplare di Zoccola.

Guai a voi, anime prave!
 
Dai Puntlander si scherzava, sai quante volte sono stato spennato anche io per circostanze e/o per scelta consapevole. Fa parte del gioco.​

Ma infatti ho voluto raccontarla perche' mi sembrava una cosa ,non dico originale,perche' chissa' a quanti saranno accadute cose simili,ma sicuramente tipica di una zoccola sgamata(e le somale ti garantisco che la mettono in culo al diavolo),pur rendendomi conto di farci la figura del pollo.
 
Ieri ho avuto parecchio tempo per leggere e riflettere, oggi ho l'occasione per scrivere e quindi, se avrete la pazienza di leggere...

Ero al primo anno dell'università, un corso di una sessantina di persone con una netta maggioranza di ragazze, una vera gioia per gli occhi. Belle, molto belle, carine, qualcuna bruttina ma tutte ricche del fascino della gioventù... e della follia degli ormoni della mia gioventù.

Lei – la chiameremo Lisa – faceva parte delle belle, una ragazza molto alla mano, seria e dedita allo studio. Da principio era una delle tante, una figura snella che si aggirava tra aule e corridoi che lunghi capelli castani spesso raccolti e un bel culetto stretto nei jeans. Poi mi sono trovato a sedere davanti a lei durante una lezione ed ho scoperto le due particolarità che la rendevano speciale. Innanzitutto la voce. Un timbro stranamente basso per una ragazza, con una venatura nasale. Non brutta, non bella, strana e stranamente musicale. Abbastanza inusuale da portarmi ad osservarla con maggiore attenzione e notare il colore degli occhi: blu. Un blu intenso, profondo e luminoso. E' stato anche il momento in cui ci siamo presentati, lei incerta su come reagire al mio sguardo fisso e io estremamente abile nel dare prova di quanto fossi inebetito.

Nonostante quella partenza non certo brillante io e Lisa dagli occhi blu ci siamo trovati simpatici ed è capitato spesso di chiacchierare, organizzarci con gli stessi gruppi di studio o per qualche uscita con i compagni di corso. Era ancora una tra le tante, ma quella con cui avevo legato di più e con cui avevo maggior frequentazione. Durante una cena in una delle storiche paninoteche triestine ci ha presentato il fidanzato con cui stava da due o tre anni e ora come allora ricordo lo sguardo che lei aveva per lui: languido e sognante era palese che fosse innamorata persa e in totale adorazione. Uomo fortunato.

Con l'arrivo della bora e del freddo ho avuto modo di fare una nuova scoperta: la strana voce di Lisa, congestionata dal raffreddore, diventava profonda e graffiante, talmente sensuale da causare erezione istantanea e rendere un zinzino complicato concentrarsi nello studio. La cosa è proseguita per qualche giorno – durante i quali ho seriamente rischiato la cecità da masturbazione, tanto a casa quanto nei bagni della facoltà – fino a quando mi sono allontanato dal tavolo dove eravamo abituati a raccoglierci. Tutti mi hanno fissato con aria interrogativa e lì per lì ho detto l'unica cosa che mi è venuta in mente: "Ragazzi non vi offendete, ma la voce di Lisa con l'influenza è troppo sexy, non riesco a concentrarmi. Vado a studiare con gli altri, ci rivediamo quando sarà guarita."

In quel momento lei mi ha odiato, rossa per l'imbarazzo, ma da quel momento in poi siamo entrati in confidenza. Quella battuta aveva aperto una breccia nel distacco reciproco e aveva permesso a due colleghi di procedere verso l'amicizia. A questo punto non era più una delle tante ed anche se l'ormone sbarazzino folleggiava fantasticando qui e lì era lei la mia cotta impossibile.

Nei mesi successivi è capitato spesso che uscissimo insieme anche senza i compagni di corso, che mi presentasse ad amici e amiche... ricordo ancora con terrore una cena a casa con i suoi e lo sguardo del padre che aveva sottointesa una minaccia di morte per lo sconosciuto (e straniero) che riteneva troppo in confidenza con la sua bambina. Tutto sommato, però, mi sentivo abbastanza al sicuro: lei aveva un fidanzamento blindato, io non avevo nessuna speranza e nemmeno mi sarebbe mai venuto in mente di provarci. Strano a dirsi, ma sebbene mi sia trovato più volte nel ruolo del terzo incomodo non ho mai cercato volontariamente di infilarmi tra una coppia.

Un pomeriggio di primavera (forse era già estate, non ricordo) approfittando dell'assenza del mio coinquilino avevamo preso possesso della sala da pranzo e coperto il tavolo con libri e appunti. Un esame di quelli tosti, con una base di teoria corposa e, soprattutto, chilometri di schemi di informazioni da mandare a memoria. Lei era veramente brava, io e la memoria siamo sempre stati rette parallele, quindi è stato un lungo, lunghissimo pomeriggio. Arrivati in fondo all'ultima risma di appunti si è deciso per uno spuntino e mentre io armeggiavo con i fuochi lei continuava a farmi domande a tradimento. Lasciata la caffettiera al suo destino sono tornato verso il tavolo e mi sono fermato alle sue spalle, come già era successo molte volte ho mosso le mani a massaggiarle le spalle e il collo. Come già era successo molte volte lei ha chinato la testa indietro poggiandosi sulla mia pancia e mi ha fatto una boccaccia. Come sempre ho mosso le mani a coprirle il viso in una carezza e lei ha sorriso. Per la prima volta ho fatto il gesto di chinarmi, un movimento istintivo che è durato un battito di ciglia prima di essere fermato dalla ragione. Lei ha incrociato le dita dietro la mia nuca e mi ha attirato a sé. Ho il chiaro ricordo di diversi baci lunghi e appassionati, quelli che durano oltre il respiro e continuano rubando l'ossigeno in boccate d'aria concitate ma quello è stato il primo. Continuato mentre lei si alzava, mentre mi sedevo e lei mi saliva in braccio, mentre il caffè usciva e bruciava. Condito con carezze che tremavano di desiderio.

Ci siamo ritrovati avvinghiati, in debito d'ossigeno con la fronte poggiata sulla fronte a cercare di mettere a fuoco gli occhi l'uno dell'altra.
* Non posso.
Se l'influenza rendeva la sua voce irresistibilmente sensuale, sentirla avvolta dal desiderio mi faceva ribollire il sangue. In quel momento, tra gli ululati del piccolo cavaliere pronto alla pugna, ogni neurone disponibile è stato utilizzato per mettere insieme una dolorosa orazione di due parole.
- Lo so.
Quello che non sapevo e che ho realizzato rileggendo alcuni messaggi di questa discussione è di quanto lei sia stata gloriosamente zoccola in quel bacio. Era qualcosa che andava contro la sua morale, qualcosa di incompatibile con l'amore romantico che stava vivendo, qualcosa che fino a quel momento non aveva mai pensato di poter fare ma in quell'istante era stata la voce del desiderio ad imporsi su ogni altra cosa. E se era vero che non ha voluto andare oltre è altrettanto vero che non ha mai avuto dubbi o ripensamenti su quello che era successo. Nessun puerile senso di colpa per aver voluto soddisfare quell'improvvisa espressione di una brama maturata in mesi di frequentazione.



Inizialmente avevo preventivato di fermarmi a questo, ma ripensando a Lisa sono giunto alla conclusione che vi sia un altro evento che vale la pena di menzionare... se avrete la pazienza di leggere oltre.



Una delle cose che ammiravo in Lisa era la sua capacità di essere concreta. Il tempo di preparare un altro caffè e stavamo chiacchierando per assicurarci che l'accaduto non minasse i nostri rapporti. Era chiaro che l'attrazione fosse reciproca – scoprirlo era stata un'incredibile sorpresa per me – ma se fino a quel momento non ci aveva causato problemi eravamo in grado di gestirla.

Alla fine di quella serata ero diventato quanto di più simile al paradigma dell'amico gay e se prima eravamo in confidenza ora lo eravamo molto di più. Esperienza strana quella di essere il confidente della ragazza che finisce per essere uno dei pilastri ispiratori della tua attività masturbatoria, parlare con lei di quale (altra) ragazza ti piaccia e di come sia finito il tuo ultimo appuntamento, di ricevere consigli a riguardo o di finire per parlare dei progetti che sta facendo con il suo fidanzato.

Nel frattempo era tornato l'inverno. La bora la faceva da padrona, le feste si avvicinavano e stavo valutando l'ipotesi di imitare il mio coinquilino che di lì a poco sarebbe tornato a casa. Dovendo studiare, da universitario responsabile, avevo fatto tardi cazzeggiando con il computer e stavo sonnecchiando sul materasso con cui avevo sostituito lo striminzito lettino della mia stanza. Una vibrazione del cellulare.
* Sei sveglio?
- Non del tutto.
* Mi apri?
Mi sono trascinato all'ingresso e l'ho trovata sulla soglia imbacuccata in cappotto e cappuccio con gli occhi arrossati. Un sonoro tirar su del naso ha confermato che avesse pianto.
* L'ho trovato a letto con Vale.
Abbracciarla è stato il mio primo pensiero. Pessima idea se si ha addosso solo una maglietta e ci si trova ad abbracciare un cappotto gelido. Ci siamo infilati a sternutire in camera mia prima di svegliare il coinquilino e avvolti nelle coperte come indiani intorno a un fuoco.

Il suo racconto era quanto di più classico: lei si era organizzata in modo da fare una sorpresa al fidanzato e passare qualche giorno a casa di lui, ma quando era arrivata non era stato lui l'unico a rimanere sorpreso. Se n'era andata sbattendo la porta, aveva camminato in lungo e in largo fino a trovarsi nei pressi dell'università e visto che abitavo poco distante aveva pensato di raggiungermi. Non voleva tornare a casa, avrebbe dovuto rispondere a troppe domande.
* Posso restare?
Tra il tono sconfortato e la tristezza dei suoi bellissimi occhi blu, l'avrei fatta restare anche fosse stata una perfetta sconosciuta. Ninja nella notte, lei si è fatta una doccia calda e mi ha raggiunto a letto dove, tra una chiacchiera e l'altra si è accoccolata con la schiena contro il mio petto lieta di venire abbracciata, accettando con disinvoltura il fatto di aver il sedere premuto contro l'ennesima erezione dedicata a lei. Delizia e disgrazia dell'essere l'amico gay, non ho pensato per un istante di dare ascolto al piccolo cervello che si stava appropriando di tutto il mio sangue e così ci siamo addormentati.

Doveva essere la notte del giovedì perché il mio coinquilino è partito il giorno dopo e mi sono trovato con la casa libera, lieto di poter invitare Lisa a rimanere per il fine settimana che comunque avrebbe dovuto passare fuori da casa. La prima giornata è stata dedicata al cazzeggio nelle sue forme più nobili con una gita oltre confine e una serata di prove d'acconciatura... all'epoca i miei capelli erano più lunghi dei suoi ed ogni scusa era buona per smanacciarli. La notte uguale alla precedente, dal modo con cui si era accostata all'erezione che ci aveva trovato. Bella cosa la gioventù.

Sabato si era decisa a rispondere ai messaggi del fedifrago. Una mattinata grigia che era culminata con un: "Ci vediamo da te questo pomeriggio, ora non rompere più." e un pianterello a telefonata conclusa. Uscita poco dopo pranzo e tornata poco prima di cena ha riassunto la giornata con un "L'ho lasciato" e si è messa ai fornelli. La tristezza era evidente ma in secondo piano rispetto alla determinazione. Ragazza forte Lisa. La sera si è rannicchiata in quello che ormai era il suo posto. "Mi coccoli?" è stato l'unico sussurro prima del lungo silenzio che ha portato al sonno. Ragazza fragile Lisa.

Dovendo riassumere la domenica con una sola parola direi: "Riflessiva". L'espressione era la stessa di quando si fissava su qualche concetto di studio che continuava a sfuggirle fino a quando non riusciva a catturarlo. Diversamente dal solito era silenziosa e riduceva anche le comunicazioni necessarie a qualche parola.

Nel buio invernale di metà pomeriggio, la lascio al tavolo della sala e quando torno dal bagno lei è sparita. Il cappotto è appeso accanto all'ingresso, se non sta giocando a nascondino in camera del coinquilino è nella mia. Torno alle mie letture per qualche minuto poi mi decido ad andare a vedere. La luce è spenta e lei è rannicchiata sotto le coperte.
- Tutto bene?
* Stai un po' con me?
La raggiungo e lei si sposta per rincantucciarsi contro di me per essere abbracciata.
Sento un bacio sulla mano, non è il primo ma a differenza degli altri questo continua, risale il braccio e si illanguidisce.
- Lisa?
Il bacio continua fino quasi alla spalla, poi lei si rigira nell'abbraccio per puntare lo sguardo nel mio.
* L'ho lasciato.
Nessuna tristezza ma una profonda consapevolezza maturata nelle ore di riflessione. Il suono della voce è lo stesso del giorno in cui ci siamo baciati: profondo, appassionato e vibrante. Si era presa il tempo per digerire quel pensiero, per assicurarsi che quello che stava per accadere non fosse una reazione al tradimento subito ma solamente una risposta al suo desiderio. Non voleva lasciare ad altri il minimo controllo su quella primordiale espressione di sé.

Chiedermi se la volessi fu una mera formalità che servì a dare il via alla frenesia di liberarsi degli abiti. Mesi da amico gay avevano fatto sì che io sapessi tutto quello che le piaceva e lei altrettanto di me. Per tacere della voglia reciproca accumulata fino a quel momento. Pomeriggio, sera, notte, a sfinimento. E se già sapevamo di non essere fatti per stare insieme avevamo tutta la sintonia necessaria per essere ottimi amanti, in quel momento e fino a quando non avesse trovato qualcuno che riaccendesse il suo amore romantico.


Guai a voi, anime prave!
 
[CQ='Bolo13, c: 20820, m: 263760'][/CQ] Per la maggior parte non lo è. Il racconto comprende solo due momenti, le due scelte di Lisa che in quel contesto secondo me rappresentano l'espressione del decidere in funzione di sé e dei propri desideri che è materia fondamentale per una zoccola.
Bellissimo stralcio di ricordi di tempi belli e degli anni della gioventù universitaria..passati anche da e in alternarsi di sfighe ed innamoramenti da perderci il sonno e la salute... devo dirtelo... Lisa non era una zoccola... tu hai parlato di bellezza e gioventù..tematiche alla "stealing beauty" di B.Bertolucci...e poi a mio parere per la complicità che si era creata tra voi..mi sa che hai sbagliato percorso di crescitase non l'hai almeno accompagnata per qualche anno del suo tragitto di vita. L' intensità e feeling che era nato inaspettatamente tra voi è raro..e quando capita credo bisogna viverlo a tuttotondo e magari crescere insieme. Mi sarei aspettato che concludessi...citando gli anni di relazione passati con lei..
e magari l'esservi lasciati per le direzioni divergenti prese magari per progetti di vita incompatibili.
Mi dirai..non è un romanzo...nè un harmony..è la vita... certo ..proprio per quello dicevo io... per le scelte bisogna essere consapevoli
e purtroppo nella magica gioventù ci si crede immortali..e non si capisce cheun giorno tutto muterà... e scene come quelle del bacio sulla scogliera del giovane jack gambardella della LA GRANDE BELLEZZA...quella è poesia ed amore allo stato dell'arte.
qui invece si parla di istinti ed erotismo.... l'essenza di zoccola risiede in tutt'altro.
Lisa da come ce l'hai descritta e prospettata era il prototipo d'altro (di molto altro) non certo di una zoccola.
Complimenti.
Scrivi e descrivi bene.
 
Ci eravamo conosciuti in chat, avevamo trovato tante cose in comune, l'amicizia si trasformo' in sentimento, decidemmo di vederci e frequentarci, entrambi sposati quindi incontri molto fugaci fatti di baci di nascosto tipo quindicenni.
Lei spesso prendeva i treni regionali dal suo paesino per il capoluogo, capitava che la raggiungevo per far il tragitto insieme.
Una volta come tante ero li' alla stazione successiva alla sua, sapevo che era gia' su, salgo.
Era un trenino di quelli che quasi non si vedono piu' in giro, con i vari vagoni separati, posti tra le due entrate e altri 4 posti (2 di fronte agli altri 2) alle estremità del vagone. Era quasi vuoto, la vedo e le faccio cenno di raggiungermi su quelli piu' "appartati", era l'unico modo x poterci baciare inosservati.
Subito dopo arriviamo alla stazione successiva...nn sale nessuno e sul vagone al centro ci sarnno state 10 persone in tutto, sapevamo che dopo quella il treno sarebbe arrivato al capoluogo senza piu' fermate. Lei mi bacia e io la bacio con una foga strana, dopo un po' è su di me a cavalcioni che ci baciamo, io in tuta lei in legghins, sente l'effetto che mi fa e si inizia a strusciare (ps. prima di allora ci eravamo solo baciati).
Un attimo nn so cosa sia successo lei è in ginocchio tra le mie gambe a tirarmi un po' i pantaloni della tua, un attimo dopo ci stava giocando con la bocca, io rosso in viso, la paura che qualcuno ci vedesse era enorme ma allo stesso tempo la lasciavo fare, i suoi movimenti erano ben cadenzati con la sua bocca che dettava i tempi...ora piano ora con molta foga. Le dissi "fermati che nn resisto piu'", non era quello che volevo ma la circostanza mi vietava di andar oltre. Lei si fermo', mi ricomposi, continuammo a baciarci...la fermata era vicina.
 
Rimanendo in tema di "bella cosa la gioventù" e, credo, avvicinandoci maggiormente al focus del discorso...

Non riesco a identificare il periodo in modo chiaro, ma dovevo essere attorno alla ventina.
Tra le varie conoscenze fatte per tramite di colleghi dell'università c'era una ragazza che studiava ad Udine. Piuttosto alta, ricordo capelli chiari e un insieme che definirei appariscente e provocante più che bello in senso assoluto. Anno più anno meno eravamo coetanei quindi resa più graziosa dalla giovinezza.
Più d'uno della compagnia raccontava di aver colpito nel segno e un paio ne parlavano come della propria ragazza... senza che mai ci fosse stata una conferma. Io avevo fatto l'errore di essere troppo chiaro nell'esprimere il concetto: "soave fanciulla odo nel profondo l'urgenza di adagiarvi carponi e servirvi regale augello fino a che orgasmo non sopraggiunga", mi ero beccato un due di picche clamoroso e avevo archiviato la pratica. Ovviamente si trattava di un'archiviazione a livello razionale, perché non era insolito che la sua presenza suscitasse reazioni... e nemmeno che si divertisse a stuzzicarmi, soprattutto in presenza degli altri, per poi fingere di nulla e lasciar cadere il discorso.
Un pomeriggio l'ho incontrata per caso nei dintorni di Piazza Primo Maggio e visto che non avevamo nulla da fare abbiamo proseguito insieme verso il castello. Ci siamo fermati su una delle panchine che si trovano lungo i sentieri che risalgono la collina e mentre parlavano del più e del meno lei mi ha chiesto cosa ne pensassi di una marca di profilattici, non ricordo quali fossero. Io non avevo molto da dire ma lei ha insistito e con le mani in borsa ha cominciato ad armeggiare con una confezione.
- Li ho comprati questa mattina, sai per il fine settimana. Tu quali usi? Questi dovrebbero essere più sottili, così si sente meglio. Purtroppo la scatola è da sei, speriamo che bastino. Poi ho letto che per... alcune cose... è meglio che siano più resistenti, chissà se ho fatto bene a prendere questi.
Un bombardamento che è culminato nel salire cavalcioni a coprire l'evidenza della mia mancata indifferenza. E nel farlo ha anche sbuffato un "Finalmente."
Io ero giusto un filino nel panico visto che eravamo all'aperto in un luogo pubblico e sebbene non ci fosse una folla non mancavano persone che percorrevano i sentieri. Lei, sfruttando la posizione e la copertura della gonna, ha slacciato la cinta bardato il cavallino rampante ed è salita a prenderselo, dissimulando il gesto con uno sbaciucchiare innocente, quasi infantile. Per quanto la situazione la costringesse a muoversi molto lentamente non c'è voluto molto perché venissi pregando che nessuno se ne accorgesse. Lei ha continuato fino a quando non ha finito è rimasta immobile per qualche secondo, mi ha dato il primo ed unico bacio degno di questo nome e si è alzata, pronta a proseguire verso il castello fingendo che nulla fosse successo.

Ero stato Zoccolato.

Guai a voi, anime prave!
 
Non la vedevo da un po'.
Era stata fuori Roma.
Mi disse: sai, ho trovato una persona a Milano...stiamo insieme.
Le dissi: beh, te lo meriti. Vorrà dire che resteremo amici e ci vedremo per un caffè e una chiacchierata...
E lei: Ma no, che c'entra? Ti volevo solo raccontare...

_______jul
 
Diversi anni fa...

gruppo di coppie amiche al tipico pub irlandese, molta birra, molta gente, molta musica. Chiaramente identificabili come turisti italiani di mezza età, birra in mano, tutti vicini a guardarsi intorno e chiacchierare (per quel che si riesce con la musica a palla).
Ad un certo punto un marito sente uno strusciamento da dietro... e vabbe', va bene la calca ma mi devi ballare addosso? si scosta ma lo strusciamento si fa persino più evidente, e cazzo si gira per vedere chi è lo stronzo maleducato e si trova una tipa che lo guarda con fare invitante che continua a strusciare le tette alla grande.....

e davanti alla moglie (allibita) cosa vuoi che faccia, cambia di posto.... però che ZOCCOLA!!!
 
Ero una creaturina ventiseienne o giù di lì, in discoteca a La Jolla (San Diego)...
Una tipa mi diede un pizzicotto al culo...
Intercettata, ci ballai per un po'... Ma non mi diede corda...
Fankulo pure a lei...
MALEDUCATA!

:rolleyes::rolleyes::rolleyes:... :ROFLMAO:

__________jul


PS:
Probabile morale: se avessi avuto di più la faccia come il culo, probabilmente avrei avuto più successo in amore.
 
Ero una creaturina ventiseienne o giù di lì, in discoteca a La Jolla (San Diego)...
Una tipa mi diede un pizzicotto al culo...
Intercettata, ci ballai per un po'... Ma non mi diede corda...
Fankulo pure a lei...
MALEDUCATA!

:rolleyes::rolleyes::rolleyes:... :ROFLMAO:

__________jul


PS:
Probabile morale: se avessi avuto di più la faccia come il culo, probabilmente avrei avuto più successo in amore.
in effetti..per farti pizzicare pure davanti dovevi sporgerti a volo più verso di lei...
ipnotizzarla (
sempre se hai doti da mago zurli made in italy.... )
...ma purtroppo è prassi risaputa che perso l'attimo... non si ciùla più..o quasi...

ADioSS
 
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