IL CINESCOPIO DI FINE TRASMISSIONI
Dopo non aver mangiato né carne né pesce a casa della pseudo-magiara Elena, mi è rimasto un bel languorino e quindi ci starebbe proprio di assaggiare quello che mi era sembrato uno dei bocconcini prelibati della nottata, la new entry ben poco vestita che da un po' di sere sta facendo compagnia alla più nota intrattenitrice notturna di tutto il distretto dell'Arges, Eva Dacia in Peugeot.
Quando però arrivo alla Siad, non ci sono né Eva né la sua nuova allieva, ma solo la celeberrima vettura francese, parcheggiata in un angolino. Dopo avere bighellonato un po' dalle parti di Osio Sotto (mi tenta la bionda longilinea che occupa la postazione che fu delle ginnaste, ma qualcosa nei lineamenti del suo volto e nell'innaturale turgore dei suoi seni mi fa sospettare che sia un trans, come quelli un po' più tarchiatelli che hanno occupato il vicino TotalErg, e quindi desisto), ritorno ad Osio Sopra ed è ricomparsa la sola Eva.
Non rimane però a lungo, perché basta un giro di boa ed è già salita sulla sua vettura, per riprendere la strada di casa. Un altro bordeggio ed è scomparsa, per cui la conclusione è che la nuova allieva condivide con lei solo la postazione e probabilmente ha già abbandonato la scena da almeno tre quarti d'ora, mentre io ero impegnato con Elena la benzinaia.
La speranza è però l'ultima a morire e, dopo un passaggio sotto il pont de l'autoroute (dove ci sarebbe Anna, che potrebbe diventare l'ultima spiaggia per salvare la nottata - un'ultima spiaggia però dai ciottoli un po' pungenti), tento un ultimo blitz davanti alla Siad. Sono quasi incredulo quando vedo una sagoma di fianco alla ringhiera: è proprio l'allieva di Eva! C'è però una macchina accanto a lei e, mentre seguo la scena nel retrovisore, la vedo purtroppo salire con il collega e partire con lui nella direzione di Bergamo. Dall'euforia allo scoramento più totale in pochi secondi!
Razionalmente, decido però di compiere una rapidissima inversione di marcia alla rotonda prima del Perletti, per vedere dove vadano. Quando li vedo svoltare subito a destra, è abbastanza chiaro che hanno concordato una sveltina tra le lamiere, per cui c'è ancora una flebile speranza e non c'è che da ripresentarsi tra un quarto d'ora, alle 3:45. Poi, al quarto rintocco della campana, passerà sicuramente un cocchio rumeno o albanese a caricare la Cenerentola della Siad e ogni speranza si sarà dissolta.
Puntuale come un treno svizzero, alle 3:45 sono di nuovo davanti ai cancelli della nota azienda osiense. E, come previsto, anche la custode di riserva è regolarmente riapparsa in postazione. C'è un dettaglio che mi preoccupa (non è più in coulotte ma ha indossato dei leggings, come se stesse per abbassare la serranda), ma compio comunque un'inversione al fulmicotone e 30 secondi dopo sono accanto a lei. "E' troppo tardi, vero ", la approccio con sguardo supplichevole. "No, non è troppo tardi ", mi risponde la moretta dagli occhi azzurri. Rapidissima trattativa (la sua prima richiesta di 70 viene ridotta senza esitazione a 60) ed è presto invitata ad accomodarsi a bordo, per indicarmi la strada verso casa sua.
La ragazza parla un italiano un po' robotico (per essere già in Italia da 4 anni, se non ricordo male), ma si fa intendere e pare abbastanza cordiale nella conversazione. Si presenta come Elena (senza la Y), mi dice di avere 24 anni e di essere magiara. [...]
Mi accompagna gentilmente alla porta, ci salutiamo e posso così rituffarmi sul boulevard, per dare la caccia a colei che era il mio vero obiettivo della serata, la nuova assistente di Eva. Ma questa è un'altra storia, che rischia di essere ancora più lunga di questa ...
Dopo non aver mangiato né carne né pesce a casa della pseudo-magiara Elena, mi è rimasto un bel languorino e quindi ci starebbe proprio di assaggiare quello che mi era sembrato uno dei bocconcini prelibati della nottata, la new entry ben poco vestita che da un po' di sere sta facendo compagnia alla più nota intrattenitrice notturna di tutto il distretto dell'Arges, Eva Dacia in Peugeot.
Quando però arrivo alla Siad, non ci sono né Eva né la sua nuova allieva, ma solo la celeberrima vettura francese, parcheggiata in un angolino. Dopo avere bighellonato un po' dalle parti di Osio Sotto (mi tenta la bionda longilinea che occupa la postazione che fu delle ginnaste, ma qualcosa nei lineamenti del suo volto e nell'innaturale turgore dei suoi seni mi fa sospettare che sia un trans, come quelli un po' più tarchiatelli che hanno occupato il vicino TotalErg, e quindi desisto), ritorno ad Osio Sopra ed è ricomparsa la sola Eva.
Non rimane però a lungo, perché basta un giro di boa ed è già salita sulla sua vettura, per riprendere la strada di casa. Un altro bordeggio ed è scomparsa, per cui la conclusione è che la nuova allieva condivide con lei solo la postazione e probabilmente ha già abbandonato la scena da almeno tre quarti d'ora, mentre io ero impegnato con Elena la benzinaia.
La speranza è però l'ultima a morire e, dopo un passaggio sotto il pont de l'autoroute (dove ci sarebbe Anna, che potrebbe diventare l'ultima spiaggia per salvare la nottata - un'ultima spiaggia però dai ciottoli un po' pungenti), tento un ultimo blitz davanti alla Siad. Sono quasi incredulo quando vedo una sagoma di fianco alla ringhiera: è proprio l'allieva di Eva! C'è però una macchina accanto a lei e, mentre seguo la scena nel retrovisore, la vedo purtroppo salire con il collega e partire con lui nella direzione di Bergamo. Dall'euforia allo scoramento più totale in pochi secondi!
Razionalmente, decido però di compiere una rapidissima inversione di marcia alla rotonda prima del Perletti, per vedere dove vadano. Quando li vedo svoltare subito a destra, è abbastanza chiaro che hanno concordato una sveltina tra le lamiere, per cui c'è ancora una flebile speranza e non c'è che da ripresentarsi tra un quarto d'ora, alle 3:45. Poi, al quarto rintocco della campana, passerà sicuramente un cocchio rumeno o albanese a caricare la Cenerentola della Siad e ogni speranza si sarà dissolta.
Puntuale come un treno svizzero, alle 3:45 sono di nuovo davanti ai cancelli della nota azienda osiense. E, come previsto, anche la custode di riserva è regolarmente riapparsa in postazione. C'è un dettaglio che mi preoccupa (non è più in coulotte ma ha indossato dei leggings, come se stesse per abbassare la serranda), ma compio comunque un'inversione al fulmicotone e 30 secondi dopo sono accanto a lei. "E' troppo tardi, vero ", la approccio con sguardo supplichevole. "No, non è troppo tardi ", mi risponde la moretta dagli occhi azzurri. Rapidissima trattativa (la sua prima richiesta di 70 viene ridotta senza esitazione a 60) ed è presto invitata ad accomodarsi a bordo, per indicarmi la strada verso casa sua.
Mentre sta sedendosi (e prima di chiudere definitivamente la portiera), mi domanda se sia straniero. Pur ammettendo di essere forestiero dei paraggi, giuro di avere cittadinanza italiana e quindi passo anche l'ultimo delicatissimo esame d'ammissione ("Era solo per sicurezza ... Lo chiedo sempre ..."). "Mi sa che invece tu non sei italiana ", la punzecchio. "No, no, sono rumena ", mi risponde ridendo e poi si può procedere alle reciproche presentazioni (lei come Irina, nome che suona più russo e che dunque difficilmente è il suo di battesimo).