FINO A BOLTIERE E' TUTTA DISCESA
Nonostante qualche giustificata defezione dell'ultimo minuto (c'è chi adduce 38 validi motivi per non esserci e chi sarebbe disposto a rinunciare a un BJ della Continentale pur di rimanere abbracciato al proprio divano

), anche quest'anno si è tenuta la consueta birrata natalizia dei 525ers, presso l'ormai storica sede del club. Essendo una serata infrasettimanale, giunge abbastanza presto (ma neanche troppo) l'ora di congedarsi dai colleghi e di ritornare all'ovile. La strada sino alla rotonda di Boltiere è tutta dritta e in discesa, per cui sarebbe quasi un crimine non dare un'occhiata in giro, anche se la razionalità direbbe di filare dritti in branda.
Neppure il tempo di arrivare al cartello di Dalmine e, con la coda dell'occhio, vedo la
nuova Cheeseleader scendere da una vettura e prendere posizione all'ombra del Grana Padano. Rapida inversione alla prima rotonda utile e faccio un passaggio radente, per scrutarla meglio da vicino. Non è sicuramente una ragazza il cui fisico o i cui lineamenti possano essere definiti come memorabili ed è abbastanza riconoscibile perché porta degli occhiali da vista con una montatura colorata. Non mi lancio in paragoni con coloro che l'hanno preceduta in quella postazione, ma - seppure annebbiato dall'alcool - sono abbastanza sicuro di avere visto fanciulle più carine durante il ritrovo dei 525ers.
La vettura è quasi a secco e mi fermo a rabboccare a uno dei distributori di Dalmine. Mentre sono lì impalato ad aspettare che il serbatoio si riempia, una signorina in abiti civili ma un po' troppo scosciata per la temperatura e dal makeup alquanto appariscente mi si avvicina tutta sorridente dal gazebo e mi domanda se possa darle un passaggio sino a casa. Le OTR devono avere una percezione del pericolo tutta loro (o, viceversa, una capacità innata di fiutare dove non ve ne sia), perché nessun'altra ragazza si sarebbe mai azzardata a fare l'autostop col primo sconosciuto di passaggio. Che, magari, potrebbe avere una bandiera nera dell'Isis e una tuta arancione nel bagagliaio! Comunque non ho l'intenzione di portarla sino in Siria, né lei di andarci, perché mi dice di abitare a un paio di isolati da lì. Sono un po' scettico ad ospitarla a bordo, perché magari potrebbe essere lei a nascondere un machete nella borsetta e a tentare di rapinarmi. La riguardo una seconda volta e mi sembra solo una ragazzetta innocua che, all'1 di un'umida notte di dicembre, è stanca e infreddolita e vuole tornare a casa a dormire. "Guarda, io sto scendendo verso Osio. Se abiti in quella direzione, posso darti un passaggio", le dico preso dallo spirito natalizio, mentre riaggancio l'erogatore alla pompa. "Sì, sì, abito da quella parte", mi risponde tutta contenta di avere rimediato un passaggio.
Il tragitto dura davvero un paio di minuti e quindi i convenevoli sono estremamente brevi. La fanciulla, che è proprio piccola di statura nonostante le high heels vertiginose, mi dice di chiamarsi
Elena (o Yélena, da come l'ha pronunciato) e di essere originaria della zona del lago Balaton, in Ungheria. Mi sono fatto ripetere anche due volte la città, ma c'erano troppe consonanti perché potessi memorizzarla

Non che ci volesse molto a immaginarlo, ma quella stazione di servizio è il suo showroom e la notte è stata così fredda che "le fanno male persino le tette". Due parole su cosa farà durante le vacanze di Natale e siamo arrivati nei pressi di casa sua. "Ti devo qualcosa?", mi domanda prima di scendere. "Assolutamente nulla. Mi hai chiesto un passaggio e te l'ho dato", le rispondo, augurandole al contempo la buona notte. La fanciulla fa altrettanto e ci congediamo, lei incamminandosi in una stradina secondaria e io riprendendo la direzione del boulevard.
Pian piano la nebbia si addensa e diventa sempre più difficile distinguere i colleghi dalle altre vetture di passaggio, perché tutti hanno i fendi accesi

Ancora più arduo è riconoscere le OTR in servizio, dato che si materializzano solo all'ultimo momento, emergendo come fantasmi dalla coltre grigiastra che tutto avvolge. Sarà che la serata è infrasettimanale, che è tardi, che fa freddo e c'è la nebbia, ma le presenze sono falcidiate di una buona metà. Giusto per fare qualche nome, al Quadrilatero c'è solo la Ministra Brambilla, della Continentale non c'è alcuna traccia e persino le Fruttarole hanno già smontato (o non si sono mai presentate al contrappello delle 11). Non essendoci
Michela, stanotte ho campo libero per incontrare qualcuna delle sue vicine di piazzola, senza che ciò scateni un incidente diplomatico. Alla fine, sono incuriosito dalla mora con la coda dell'Eden, che inizialmente avevo scambiato per
Alina la Perlettina dei poveri, ma che lei non è. E' infatti l'unica che, nel mio quarto d'ora abbondante di peregrinazioni, vedo prima eclissarsi con un collega e poi trattenersi a lungo a parlare con un altro (che voleva scusarsi, scoprirò poi, di averla quasi travolta nella nebbia).
Quando, infine, ho campo libero, entro per sbaglio nel parcheggio dell'Eden

e poi ne riesco, accostando di fianco alla fanciulla. Vista da vicino, è decisamente meno carina di quanto mi fosse sembrata da lontano: non tanto per i lineamenti, che sono anche gradevoli, ma per i residui di acne giovanile che funestano le sue gote, seppure mascherati da un'abbondante dose di fard. Ormai sono in ballo e, visto che il rate conoscitivo è quello di base e la sede operativa non è - come temevo - lì di fronte, mi tocca ballare.
La signorina è così ospite a bordo e inizia a farmi strada verso il suo retrobottega. Si presenta come Irina e, senza troppo sorprendermi, si dichiara di nazionalità rumena. Deve anche avermi detto l'età (credo 20 o 21 anni), ma io ne ho qualcuno più di lei e la memoria comincia a fare cilecca

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