UNA NOTTE A ZONZO PER LA NOVEDRATESE
LA BIONDA DI APPIANO
Dopo parecchio tempo, torno finalmente ad affacciarmi lungo la Novedratese. Inizio la mia esplorazione nella provincia più occidentale dell'Impero, spingendomi sino alle lontane contee di Appiano e Oltrona, che avevo del tutto trascurato nelle mie brevi visite recenti. Dopo qualche giro per orientarmi un po' (il baricentro delle attività è decisamente concentrato nel tratto di via Como compreso tra le ultime due rotonde, con un discreto ripopolamento lungo la successiva direttrice per Beregazzo e il deserto totale lungo la diramazione per Villa Guardia), individuo nella finta bionda che staziona qui (45.748083,8.980512) il soggetto che più stuzzica le mie voglie. Avrei l'occasione per affiancarmi a lei nel bel mezzo di una sorta di tempesta tropicale, ma in quel momento la rotonda è un po' troppo trafficata e, quando mi ripresento (a scroscio terminato), la fanciulla è già scomparsa. Dato che la ragazza sembra decisamente gettonata, devo vagare per una buona mezz'oretta nei paraggi, riprendendo così confidenza con la nutrita fauna che sembra avere rimpiazzato quasi in toto quella con cui ero familiare. Poco prima di mezzanotte, la biondina è ricomparsa e, dopo un paio di giri a vuoto (per traffico eccessivo), riesco finalmente ad affiancarmi. Probabilmente me la brucio, nel mio tentativo di riportare il rate a un livello più ragionevole (O: "Ciao, quanto vuoi per un lavoretto di bocca?"; B: "Sono trenta"; O: "Non venti?"; B: "No, sono trenta!"; esito un attimo, al che lei sta già aprendo la portiera, chiedendomi comunque conferma: "Andiamo, allora?"; O: "Sì, però per venticinque ..."; B: "No, per meno di trenta non faccio niente. E poi, cosa cambia per cinque?", O: "E' che proprio non ho più di venticinque (contati, NdR
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nel portafoglio ... Grazie lo stesso e ciao"; B: "Ciao"). Infatti, quando mi ripresento una ventina di minuti dopo (in quel momento è affiancata dalla sua collega che sino a poc'anzi stazionava su un altro ramo d'uscita della rotonda), inizialmente mi dà corda, ma poi arretra repentinamente dalla mia macchina, liquidandomi senza troppe spiegazioni ("Ciao, ciao, bello!"). Non ho ben capito se l'improvviso cambio d'umore sia avvenuto perché mi ha riconosciuto come il potenziale cliente che l'aveva respinta poc'anzi o per il messaggino che ha ricevuto nel mezzo della conversazione e che ha letto con la coda dell'occhio (magari un suo aficionado ha preannunciato il proprio arrivo). Qualunque sia la spiegazione, per stasera sono "bruciato" e quindi mi tocca cambiare zona.
LA JULIA RITROVATA
Esaurite le fiches a disposizione (riproverò il prossimo week-end, quando si sarà dimenticata di me
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, mi spingo quindi verso Lentate (dove mi ero appuntato i nomi di un paio di fanciulle cui prestare visita), non senza gettare uno sguardo alle presenze strada facendo. A Lomazzo, la scuderia storica (Giulia, Roxana, etc ...) ha ripreso saldamente il controllo della rotonda "Eni" e degli immediati paraggi, mentre noto il deserto assoluto alla successiva rotatoria di Bregnano (più o meno un mesetto fa avevo assistito, di passaggio, a quella che aveva tutto l'aspetto di una violenta lite fra le 3-4 OTR che vi stazionavano e magari è avvenuto un regolamento di conti fra i gruppetti contrapposti). Giunto a Lentate (credo sia già l'una di notte passata), la situazione non è così entusiasmante come me l'aspettavo: fra le fanciulle che avevo annotato sul mio taccuino, l'unica presente è l'amica più o meno bionda di Vanessa. Tuttavia, vestita nella sua mise autunnale, stuzzica le mie fantasie assai meno di quando l'avevo vista, praticamente in costume da bagno
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, un mesetto fa. Per il resto, l'esito della mia lunga vasca sino alla rotonda dei CC è un triste "non pervenute". Di rientro verso la Novedratese, allo sbocco di via del Popolo vedo una bionda dalle lunghe gambe che, voltata di spalle, sta parlando con un collega accostato di fianco lei. "Julia o non Julia?", mi domando e, per fugare ogni dubbio, faccio un ampio giro dell'isolato. Quando mi fermo allo stop di quella via laterale, il primo dubbio è diventato certezza (proprio di Julia si tratta), ma un secondo si affaccia nella mia mente, dopo l'esperienza sostanzialmente negativa del mio ultimo incontro: "Ci vado o non ci vado?". Guardo un attimo l'orologio, penso che a Mariano/Carugo le OTR potrebbero avere già levato le tende e decido quindi di puntare la mia ultima fiche su di lei, sperando di non rimanere deluso per una seconda (e, a questo punto, davvero ultima) volta. Sarà che aveva freddo e voleva scaldarsi un po', sarà che era più di buon umore del solito, sarà che non c'è più il caos estivo di clienti in lista d'attesa, ma credo di avere ritrovato la Julia che ricordavo, dato che ci siamo appartati con tutta calma in una nuova location decisamente più riparata.
A CACCIA DI OANA
A questo punto della notte (manca davvero poco alle due), potrei essere sazio, ma c'è un nome che rimbomba nella mia testa, come un coro da stadio: "Oana, Oana!" (l'amica simil-bionda e davvero carina di Madalina, che ho già divorato con gli occhi nei miei recenti transiti ma che non mi sono mai fidato a ospitare nella mia macchina, dato che Carugo era la più "Danger Zone" di tutte). Alla massima velocità (consentita dai limiti, s'intende
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mi dirigo quindi verso l'estremo orientale della Novedratese. Quando giungo a Carugo, resto però deluso, perché lo svincolo "di Madalina & Co." è occupato solo dal solito gruppetto di black, ma della coppia di fanciulle rumene non v'è traccia. Non mi perdo d'animo e salgo a dare un'occhiata al parcheggio ove, ormai un anno fa, mi aveva condotto la morettina di quel duo e, come mi aspettavo, vedo una vettura con i vetri appannati (Francostars?
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, che oscilla sotto le energiche spinte del nostro collega. "Ok, ci sono ancora!", dico con un sospiro di sollievo e, dovendo temporeggiare qualche minuto, batto in lungo e in largo il retroterra, per accertarmi della totale assenza di minacce aliene. Nei miei ripetuti transiti, almeno un paio di black si sono praticamente stese nel mezzo della carreggiata, per obbligarmi a fermarmi e a caricarle, ma (per il momento) l'obiettivo nella mia mente è uno solo e quindi non le degno di grande attenzione.
Dopo una decina di minuti, riconosco l'esile silhouette di Madalina che sta rientrando a piedi alla postazione e, poco più avanti, c'è anche Oana che la sta aspettando, un po' infreddolita. I nostri sguardi si incrociano per qualche secondo (ma quanto è bella di viso!), ma non mi sento tranquillo ad accostare subito per l'intervista, perché scorgo dei fari nel retrovisore e un drappello di vetture sta arrivando da Mariano, lungo la Novedratese. Decido allora di fare un giro dell'isolato (che lì è necessariamente anche sin troppo ampio, date le canalizzazioni presenti), per ripresentarmi in un contesto più tranquillo. Quando mi riaffaccio allo stop di via Vittorio Veneto, le due fanciulle rumene sono però scomparse (il campanile ha appena battuto le due e, quasi certamente, è già passato il taxi che le riaccompagnerà a casa) e rimangono solo le black. Seppure un po' sconsolato per aver perso il treno proprio all'ultimo istante, non posso non notare la notevole silhouette della più alta fra le black, che mi era anche sembrata la meno invadente di tutte.
Anche se con qualche perplessità (credo che, fra tutte le ragazze presenti sulle strade, siano quelle più ingabbiate in una rete organizzativa), abbasso il finestrino e le domando il rate per un BJ. La ragazza esita un attimo e poi mi propone 20 (so che spesso le black accettano anche di scendere a 10, ma mi sembrerebbe davvero poco dignitoso avviare una trattativa al ribasso). "Ma hai un posticino tranquillo?", le domando, consapevole della pericolosità della zona di Carugo. "Sì, sì, andiamo qui avanti", mi risponde, indicando con un braccio il percorso della Novedratese. Dato che lì mi sembra tutt'altro che tranquillo, le dico di pazientare un attimo: "Aspetta, ché ritorno dall'altra parte" (in modo da avere già la macchina indirizzata verso il retroterra). Due minuti e sono di nuovo alla sua mattonella, ma col muso della vettura già rivolto nella direzione degli ipotetici luoghi d'imbosco: "Va bene, sali pure", le dico. La spilungona compie il periplo della mia macchina
ed è finalmente ospite all'interno ...