Come contrattare con una escort?

Mercanteggiatore è una parola inflazionata dalle puttane respinte. E dico puttane, che è un termine che non uso mai perché al pari di mercanteggiatore è un termine teso a screditare e offendere. Perché se da un lato esistono individui prevaricatori, miserabili e inopportuni, capita anche la fattispecie della pay che si rifugia dietro questa accusa quando in qualche maniera si sente respinta o ferita nell’orgoglio. Negli anni sono stato additato come putrido, vecchio, maleducato, maleodorante, frocio, stronzo e a volte anche mercanteggiatore. È successo sempre quando qualcosa è andata storta o quando abbia salutato, ringraziato e sia passato oltre. La prima volta lei era arrogante e frettolosa al telefono, mi chiese perché avessi glissato l’offerta e le dissi che i suoi extra per ogni cazzo cozzavano con la top experience che millantava. Quindi fui tacciato come mercanteggiatore. Per come la vedo io c’è poco da mercanteggiare dopo aver detto “grazie non mi interessa”, ma vebbé. L’ultima volta una sbadata che doveva fissarmi appuntamento alle 12, penso’ bene di vedere prima la giornata come le andava, mi scrisse alle 15 “vediamoci alle 16”, a me avevano iniziato a girare i coglioni già alle 14 e le dissi che con queste premesse era meglio se me ne stavo a casa. Anche in quel caso fui mercanteggiatore. Perché poi? Boh!​
“Mercanteggiatore”, inteso nell’accezione negativa, è quello che cerca ciò che a Napoli chiamiamo “le scuse del cattivo pagatore”. Pretesti insomma. Uno che chiama una escort per la prima volta, lei ha le tariffe belle esposte nella scheda escort forum, e chiede uno sconto. Oppure uno che si presenta e fa “ma nella foto eri castana ora sei bionda” e pretende di pagare di meno dopo che la tipa ha speso pure i soldi per farsi il colore.​
Per il resto esistono una miriade di casi in cui si instaura una sorta di trattativa che si può ritenere più o meno legittima.​
Un tempo le otr la sparavano alta di proposito perché sapevano che il cliente avrebbe trattato a prescindere. Era abitudine consolidata. Ora non saprei perché non lo faccio da anni.​
I rapporti di fidelizzazione spesso muoiono per un difetto di comunicazione. Non ne so niente ma mi è stato raccontato qualcosa. Il cliente può dare inputs ma mai chiedere esplicitamente. Poi sta alla pay venire in contro o fare orecchie da mercante. È come quando vuoi una carezza ma non la chiedi altrimenti sa di artificioso. Se invece è spontanea diventa cibo per il tuo ego.​
Tempo fa ho adottato tutti gli stratagemmi previsti dalla psicologia inversa al solo fine di sodomizzare un’operatrice che non concede lato b. Beh, anche quello è una sorta di mercanteggiare.​
In un negozio, la trattativa talvolta è legittima in altri casi squalificante e inappropriata.​
Rispondere al quesito del thread non può prescindere la situazione in cui si contratta e il fine della contrattazione.​
 
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Ci torno su perché è un tema interessante. Per impostare il ragionamento va premesso che la merce che viene venduta e comprata NON è una merce, lo diventa solo se lo vogliamo noi. Non è una spigola, non è una bicicletta,non è una pizza margherita e non è neanche una figa: è la persona che ci sta attaccata, alla figa, e dunque NON è una merce a meno che non ritorni di moda lo schiavismo vero e proprio, o la prostituzione sacra.
Sembra una cazzata, ma non lo è, se ci ragioniamo bene. Non essendo una merce, quel che le ragazze vendono e noi compriamo, lo scambio corretto non sarebbe monetario: scambiare piacere per piacere sì, scambiare piacere per soldi, bé, qui si apre il meraviglioso mondo della prostituzione e gli straordinari equivoci, confusioni, curiosità che ci presenta.
Se tanto le ragazze quanto il cliente non avessero il retropensiero che il piacere non si vende, la contrattazione dipenderebbe esclusivamente dagli usi e costumi commerciali del luogo. Chi frequenti i mercati orientali o africani sa che se il cliente non contratta sul prezzo, anche per ore se l'acquisto non è minimo, è il venditore per primo che ci resta male, perché l'acquirente a prezzo fisso gli rovina un millenario teatrino che nobilita l'atto della compravendita, che in quelle culture è un rituale. Una volta, comprando un tappeto a Teheran, sono stato invitato a cena con la famiglia del venditore, ho ascoltato suonare la figlia pianista, sono stato informato di antiche vicende della stirpe, e dopo circa cinque ore di intrattenimento finalmente abbiamo trovato il prezzo giusto.
Ora, non contrattare mai sul prezzo è un uso occidentale modernissimo: al supermarket non si contratta, e neanche si scambiano due parole con la cassiera se non prendi tu l'iniziativa. Non si contratta al bordello perché è un'impresa commerciale (moderna).
Perché dunque non contrattare con la venditrice di piacere? Be', anzitutto perché se contratti, porti in primissimo piano l'aspetto che mette più o meno lievemente a disagio sia la venditrice sia l'acquirente: la compravendita di quel che non andrebbe venduto e comprato. La venditrice chiede la "tariffa", come se fosse l'Agenzia delle Entrate ed esistesse un prezziario ufficiale della figa. Il compratore, che vorrebbe ottenere piacere senza dover pensare che lo paga, caccia il conquibus proprio "per non pensarci più".
Per contrattare senza rovinare l'atmosfera bisogna o conoscersi bene ed essere entrambi spiritosi, oppure non provare il minimo disagio di fronte alla situazione "compravendita piacere" (di nuovo entrambi).
Se queste due condizioni non si verificano, la ragazza si offende e si innervosisce, e il cliente fa una magra figura, si risente, si innervosisce lui pure, insomma ci si garantisce una scopata di merda.
In breve: contrattare è un'arte, come dare piacere. Purtroppo, dalle nostre parti pare sia un'arte perduta...
 
Ci torno su perché è un tema interessante. Per impostare il ragionamento va premesso che la merce che viene venduta e comprata NON è una merce, lo diventa solo se lo vogliamo noi. Non è una spigola, non è una bicicletta,non è una pizza margherita e non è neanche una figa: è la persona che ci sta attaccata, alla figa, e dunque NON è una merce a meno che non ritorni di moda lo schiavismo vero e proprio, o la prostituzione sacra.
Sembra una cazzata, ma non lo è, se ci ragioniamo bene. Non essendo una merce, quel che le ragazze vendono e noi compriamo, lo scambio corretto non sarebbe monetario: scambiare piacere per piacere sì, scambiare piacere per soldi, bé, qui si apre il meraviglioso mondo della prostituzione e gli straordinari equivoci, confusioni, curiosità che ci presenta.
Se tanto le ragazze quanto il cliente non avessero il retropensiero che il piacere non si vende, la contrattazione dipenderebbe esclusivamente dagli usi e costumi commerciali del luogo. Chi frequenti i mercati orientali o africani sa che se il cliente non contratta sul prezzo, anche per ore se l'acquisto non è minimo, è il venditore per primo che ci resta male, perché l'acquirente a prezzo fisso gli rovina un millenario teatrino che nobilita l'atto della compravendita, che in quelle culture è un rituale. Una volta, comprando un tappeto a Teheran, sono stato invitato a cena con la famiglia del venditore, ho ascoltato suonare la figlia pianista, sono stato informato di antiche vicende della stirpe, e dopo circa cinque ore di intrattenimento finalmente abbiamo trovato il prezzo giusto.
Ora, non contrattare mai sul prezzo è un uso occidentale modernissimo: al supermarket non si contratta, e neanche si scambiano due parole con la cassiera se non prendi tu l'iniziativa. Non si contratta al bordello perché è un'impresa commerciale (moderna).
Perché dunque non contrattare con la venditrice di piacere? Be', anzitutto perché se contratti, porti in primissimo piano l'aspetto che mette più o meno lievemente a disagio sia la venditrice sia l'acquirente: la compravendita di quel che non andrebbe venduto e comprato. La venditrice chiede la "tariffa", come se fosse l'Agenzia delle Entrate ed esistesse un prezziario ufficiale della figa. Il compratore, che vorrebbe ottenere piacere senza dover pensare che lo paga, caccia il conquibus proprio "per non pensarci più".
Per contrattare senza rovinare l'atmosfera bisogna o conoscersi bene ed essere entrambi spiritosi, oppure non provare il minimo disagio di fronte alla situazione "compravendita piacere" (di nuovo entrambi).
Se queste due condizioni non si verificano, la ragazza si offende e si innervosisce, e il cliente fa una magra figura, si risente, si innervosisce lui pure, insomma ci si garantisce una scopata di merda.
In breve: contrattare è un'arte, come dare piacere. Purtroppo, dalle nostre parti pare sia un'arte perduta...
Esattamente. Dare piacere e’ un’arte. E in quanto arte può essere venduta come un servizio a pagamento, e senza specifici tariffari. Un quadro di una artista sconosciuta può essere venduto ad un prezzo di mercato? O è la disegnatrice che stabilisce una cifra ritenendola piu o meno congrua?
Direi che la contrattazione non ci sta, poiché fino a che il prodotto o il servizio non lo si conosce, difficile mercanteggiare..
poi una volta che il servizio è reso, e se ne è testata la qualità o meno, sarà precisa scelta del fruitore se quanto ricevuto corrispondeva o meno al valore corrisposto.
Poi si potrebbe stabilire snche un tariffario Per prestazione , gioventù, taglia di seno, caratteristiche fisiche.
Ma quando poi ci si sposta su predisposizione, indole, atteggiamento e porcaggine, piuttosto che capacità oggettive, tecnica, ancor più capacità espressive , carattere,,,
Diventa impossibile, troppo soggettivo.
Quindi sta nella donnina darsi un valore di mercato. Nel cliente rimanere o meno soddisfatto, per poi tornare o no. Questa è l’unica variabile...
Perché non mercanteggiare:
1 perché non ci sono tariffari prestabiliti ma solo presupposizioni dovute ad esperienze soggettive
2 c’è di mezzo il giudizio della persona con la quale si mercanteggia, Seppur prettamente fisico
3 prepara il terreno a contrasti. E qui il contrasto inficia il risultato del servizio prestato.
Giochiamo in altre maniere please.
 
Per contrattare senza rovinare l'atmosfera bisogna o conoscersi bene ed essere entrambi spiritosi...
Qualche giorno fa, trattativa estenuante. Lei mi fa: “ti pago io però te poi fai tutto quello che voglio”. Io che d’altro canto tendo a voler preservare strenuamente il mio status di cliente, ribadivo che col cazzo che mi ci sarei prestato ed è cominciato tutto un botta e risposta “pago io!”, ”no ti pago io!”, ”ok ma per una volta lascia pagare me!”, ”ma neanche per sogno”ecc. Insomma anche queste so trattative dopo tutto.​

Un’altra volta cercavo di convincere una signorina che la sodomia avrebbe risolto i suoi problemi di stitichezza e che sarebbe stato un atto che avrei fatto per il suo bene e nel suo interesse ma questo è tipico, lei non era stitica e oltre un dito non riuscii ad infilarci. Al dito però non si oppose, anzi si bagnò oscenamente.​

Ad un’altra proposi di pagarle il rate e di scalare 50 euro per ogni volta che avesse goduto. Bastava dirmi di sì e non fingere, ma non accettò la proposta.​

Giorni fa, entro nel loft, metto una piotta discretamente sotto al telecomando, botte da orbi su tutti i fronti e una volta sfravecati e inservibili, social time e commiato. Lei affettuosamente mi saluta accarezzando il pacco e le dico “mollalo altrimenti tiro fuori un’altra piotta e si torna in camera”. Lei manco l’aveva vista la piotta sotto al telecomando. Lì comincia la trattativa: mi dice “guarda ti do io cento euro purché sparisci”. Autostima a terra chiedo di motivare di una simile offesa. “Perché mi fa troppo male il culo!”. Autostima di nuovo a mille e da barzotto a marmoreo. Stavo per prendere l’altra piotta ma lei diceva sul serio e due secondi dopo ero fuori dalle balle, a cazzo dritto in mezzo alla strada. Insomma non tutte le trattative riescono con il buco ma alcune accarezzano l’ego. [Non invento nulla, soprattutto se riguarda esercenti che hanno facoltà di leggere.../wanking]​
 
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Esattamente. Dare piacere e’ un’arte. E in quanto arte può essere venduta come un servizio a pagamento, e senza specifici tariffari. Un quadro di una artista sconosciuta può essere venduto ad un prezzo di mercato? O è la disegnatrice che stabilisce una cifra ritenendola piu o meno congrua?
Direi che la contrattazione non ci sta, poiché fino a che il prodotto o il servizio non lo si conosce, difficile mercanteggiare..
poi una volta che il servizio è reso, e se ne è testata la qualità o meno, sarà precisa scelta del fruitore se quanto ricevuto corrispondeva o meno al valore corrisposto.
Poi si potrebbe stabilire snche un tariffario Per prestazione , gioventù, taglia di seno, caratteristiche fisiche.
Ma quando poi ci si sposta su predisposizione, indole, atteggiamento e porcaggine, piuttosto che capacità oggettive, tecnica, ancor più capacità espressive , carattere,,,
Diventa impossibile, troppo soggettivo.
Quindi sta nella donnina darsi un valore di mercato. Nel cliente rimanere o meno soddisfatto, per poi tornare o no. Questa è l’unica variabile...
Perché non mercanteggiare:
1 perché non ci sono tariffari prestabiliti ma solo presupposizioni dovute ad esperienze soggettive
2 c’è di mezzo il giudizio della persona con la quale si mercanteggia, Seppur prettamente fisico
3 prepara il terreno a contrasti. E qui il contrasto inficia il risultato del servizio prestato.
Giochiamo in altre maniere please.
Aggiungerei un punto 4
4) se non ti piacciono i prezzi di una certa escort

( O puoi /vuoi permetterti solo determinate cifre )

Una volta sentito il prezzo ringraziare e andare oltre

Soprattutto se googlando il numero della tipa escono fior fior di recensioni dove vengono esposti i prezzi...

Magari sbaglio io..ma io personalmente mi irrito...??
 
Ovunque si contratta, se non lo si fa è per una forma di pudore, ipocrita come solo il pudore può essere in certi casi.
Perché si preferisce evitare di dare una certa impressione a favore di un'altra impressione, perché si sceglie il meno peggio.
Perché trattare davanti ad una donna ci sminuisce ai loro occhi e noi dobbiamo per forza rappresentare noi stessi nel migliore dei modi. Magari ingoiando di tutto e sperando in chissà quale gratifica. In ogni caso, ogni decisione che esclude la trattativa è sinonimo di eleganza. Ovviamente nell'attribuzione di questo certificato di eleganza prostituta e cliente ragionano pro domo sua. Quella trova elegante chi accetta senza fiatare la tariffa da lei imposta, quell'altro quando gira i tacchi e dignitosamente se ne va.
Tutto è elegante fuorché mercanteggiare all'interno del mercato del sesso.
Eppure nei rapporti commerciali trattare è lecito sempre, d'altra parte lo facciamo tutti secondo le modalità e nei contesti accettati dalla nostra cultura. Non è detto però che trattare sia anche conveniente.
In ogni caso anche nel decidere di non trattare c'è sempre il calcolo di mezzo.
 
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saró strano ma per me andare a escort non è come comprare il pesce al mercato.
vorrei due chili di cozze 20 mazzancolle e 4 orate quanto fa? 40 euro? per quaranta mettici 4 calamari e affare fatto!
io vorrei che quella che mi limona lo faccia con un minimo di serenità e non perché siamo a fine settimana e dovendo pagare l’affitto è costretta a leccarmi le palle ad un prezzo scontato.
Se devo deve fare un rapporto concordato tipo 10 minuti di bj+4 di caw girl + 8 di pecos e cim quanto fa? 82? ok togli 2 minuti di pecos e chiudiamo a 70!!
io piuttosto vado a mangiare una pizza con gli amici.
 

saró strano ma per me andare a escort non è come comprare il pesce al mercato.
vorrei due chili di cozze 20 mazzancolle e 4 orate quanto fa? 40 euro? per quaranta mettici 4 calamari e affare fatto!
io vorrei che quella che mi limona lo faccia con un minimo di serenità e non perché siamo a fine settimana e dovendo pagare l’affitto è costretta a leccarmi le palle ad un prezzo scontato.
Se devo deve fare un rapporto concordato tipo 10 minuti di bj+4 di caw girl + 8 di pecos e cim quanto fa? 82? ok togli 2 minuti di pecos e chiudiamo a 70!!
io piuttosto vado a mangiare una pizza con gli amici.
Abbiamo riportato diversi esempi che si allontanano enormemente dalla fattispecie da te raccontata.
Il tuo è un esempio limite che però, a onor del vero, puoi vedere pubblicato sul profilo di sedicenti top escort in un noto portale.
Ovviamente quando la trattativa è al rialzo a botte di 100€ appare molto più elegante.
 
Io trovo di un elegante assoluto quando tutto si svolge perfettamente, quando il piacere diventa un dialogo fluido, quando c’è intesa. E chi va via esce sorridendo e così anche tu, conscia che quel che ha pagato è stato Il prezzo di un bel momento:
Poi mi sta bene giocare a far i commercianti in modo divertente se serve a creare più intesa.
Ma è sempre piu difficile sopperire alle mancanze di chi ha deluso “commercialmente“. E la trattativa al ribasso è la risultante di diverse scottature (e conseguente cinismo)
La soluzione? Sane divertenti e leggere .....mangiate di buona pizza.?
Sesso no, che non è aria???
 
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il cliente.... sempre a contrattare... (3d aperto da una girl)
 
Secondo me c'è una distorsione cognitiva che ci porta ad identificare la trattativa come una richiesta di sconto. In realtà non è cosi, sono due cose ben distinte. Lo sconto è la richiesta di un ribasso spesso ingiustificato, la trattativa invece si fonda su motivazioni più o meno valide.
Personalmente non sono a favore della trattativa sempre e comunque, spero si sia capito, ma ci sono dei casi in cui ha ragione di esistere e rappresenta una opzione come un’altra. Ad esempio quando ci si trova davanti ad una situazione difforme rispetto alla proposta pubblicitaria. Ma ci sono altri motivi per cui si potrebbe imbastire una trattativa.
Come detto un venditore spesso cerca di puntare al massimo guadagno e tenta ad esempio di vendere l'auto col maggior numero di optional. Magari invece all’acquirente interessano solamente due optional.
Così con le pay, sebbene questo aspetto commerciale così crudo immagino possa risultare sgradevole o poco elegante come si usa dire. Ma appartiene più alla dimensione psicologica (e/o commerciale) piuttosto che a quella etica.
A me ad esempio è capitato di manifestare interesse esclusivamente per un determinato servizio, che per ovvie ragioni di eleganza non citerò nemmeno sotto tortura.
Alcune volte, quando evidentemente entrambi non abbiamo voluto rinunciare all’incontro, la tariffa è stata adeguata alle mie richieste attraverso una simpatica ed eccitante trattativa, altre volte invece no e ho dovuto pagare e sorbirmi servizi che non mi interessavano o di cui non ho nemmeno usufruito. Oppure ci siamo salutati e buona così.
Che poi vorrei vedere tutta questa puzza sotto il naso dove finisce davanti a trattative diverse.
Volete che non ci siano richieste bizzarre e pagate fior di quattrini magari da qualche riccone strafatto di bamba?
Volete che nel jet set ragazze bellissime non abbiano soddisfatto le cose più assurde dopo trattative nemmeno tanto complicate?
Credete che si siano messe lo scrupolo se fosse elegante o meno una richiesta fuori menù se adeguatamente ricompensata?
 
Ultima modifica:
In questo caso la trattativa assume tutta un’altra connotazione. Si chiama accordo, acquisizione di informazioni da ambo le parti, si tratta di informazioni atte a stabilire se i servizi offerti sono quelli richiesti.
Mi sono state mosse proposte improbabili quanto assurde. Con offerta di pagamenti elevati. Ma anche il contrario.
In questo caso contrattare ha senso, perché si basa sulla condizione di eccezionalità rispetto a quelli che sono servizi di base offerti.
Accettare o meno è lecito quanto proporre.
N.b. Mentre scrivo, sto solleticando i piedi con una piuma ad Oblomov.
 
Concordo, ma stava passando il messaggio che parlare di soldi con una escort fosse poco elegante, sicuramente molto meno che accettare o rifiutare integralmente le richieste della pay, possano pure essere più o meno assurde. In subordine fa capolino, quasi subliminalmente, il secondo messaggio, cioè che più il livello della escort è percepito come alto, minore è lo spazio per la trattativa.
Conclusione: eleganti o meno, si accettano solamente trattative al rialzo!
 
manifestare interesse esclusivamente per un determinato servizio, che per ovvie ragioni di eleganza non citerò nemmeno sotto tortura.
maxresdefault.jpg
 
Pupi, visto l'andazzo manifestare certe preferenze, potrebbe ritorcersi contro in sede di trattativa.
:pleasantry:
 
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[CQ='tresjolie, c: 1135, m: 98217'][/CQ]
Parli di esperienze vissute o sussurrate alla luna?
Nella vita da punter (io seppure mi ritengo pivellino in merito..).ne ho gia' conosciute un po'...e...la passione in quello che fanno se la scorgi nei loro modi fa sempre la differenza...e poi ognuno di noi ha vita vissute alle spalle e credimi non tutte le escort o otr sono zoccole...poiche' di no pay troione ( che sono, e loro sono il mio hobby e la mia vera passione) ne ho conosciute un bel po'...e fidati non vivono sulla luna. ?? p.s. Loro si sacerdotesse dell'uccello...ed in quel caso non ci sono tariffe che contino.
 
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Comunque, a questo punto non so che idea possa essersi fatta il novizio autore del thread.
A me questo mondo affascina e diverte anche perché riesco a coglierne il lato grottesco e forse ad estremizzarlo, ma questa è una mia caratteristica, credo un difetto.
Il lato grottesco lo colgo e mi fa sorridere ad esempio quando si indugia sul concetto di eleganza in un contesto del genere, come a voler mettere il rossetto ad un maiale. Eppure a quanto pare è un requisito ricercatissimo, porco sì ma elegante.
A proposito di eleganza, bisognerebbe magari trovare dentro se stessi la loro identica faccia di tolla e proporsi in maniera simile a quella in cui si pubblicizzano alcune escort.
Capita spesso infatti di vedere raffinatissimi menù con il prezziario dei servizi.
A me francamente è una cosa che eccita. L'ho sempre detto che pagare mi eccita, trovo eccitante proprio la compravendita, l'attribuzione di un valore economico ad un servizio sessuale eseguito con una specifica parte del corpo e la libertà di usufruirne con la stessa voluttà consumistica di qualsiasi altro bene o servizio. Quando poi le cose assumono un aspetto così grottesco e dettagliato come appunto un prezziario, cioè quando l'aspetto commerciale è portato all'eccesso e pretende di entrare a gamba tesa dentro l'incontro, mi sento particolarmente perverso forse perché, magari sbagliando, vedo perversione pure in chi si propone così.
Ad esempio questo famigerato prezziario, cioè il menù di una escort, mi piacerebbe sfogliarlo proprio davanti a lei e con la medesima faccia di bronzo di chi lo scrive, cioè priva della minima decenza, mettermi lì a leggerlo come se fossi realmente all'interno dell'esempio del ristorante.
Tutto con la dovuta eleganza, ovvio.
- Bene, vediamo cosa abbiamo oggi. Mah... Vorrei provare i pompini ai quattro formaggi e l'inculata alla cacciatora.
- Mi spiace, inculata alla cacciatora oggi non l'abbiamo.
- Vabbe' allora cambiamo completamente. Anale ai ferri, grazie. Mi raccomando, al sangue!
- Come antipasto?
- Niente, grazie.
Oppure, sempre a titolo di provocazione, immagino di voler spizzicare al volo qualcosa di sfizioso, senza avere l'intenzione di spendere un occhio della testa.
Per farmi trovare bello pronto, sedermi al tavolo e ordinare, mi masturbo velocissimo dietro la porta del ristorante, suono ed entro già duro come il marmo.
Per una volta vorrei essere anche io come tanti recensori che hanno erezioni fulminanti appena varcata la soglia o appena vista la tipa: non un secondo prima, non un secondo dopo. E in ogni caso sempre di marmo si tratta, non sia mai.
Quindi varcata la porta armato di meravigliosa erezione, elimino tutti i preliminari e vado dritto al sodo, economizzando pure sul tempo e sulle parole: "Culo, grazie."
A leggere il menù dovrei grattare una cifra relativamente bassa per il solo ed esclusivo rapporto anale.
Infatti vedo spesso scritto, in elegantissimi caratteri rossi, anale +50 o +100 e io solo quello ordinerei.
Come singola prestazione, mica come aggiunta.
Secondo la logica che sottende la presenza di un prezziario, credo sia una cosa che si possa fare e che sia comunemente chiamata trattativa.
 
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