Appunto, bisogna flettere. Cioè farsi flessibili. E cambiare obiettivo.
Pero', quando vado in bianco con l'aggratis (che non e' mai del tutto tale), non riesco tuttavia a impedirmi di tramutarmi in licantropo e ad evitare di farmi un giro per le famigerate vie.
E' quasi un riflesso condizionato. O forse una pulsione autodistruttiva, un gioco col destino. E coi puffi.
Oppure e' il caldo. Quest'afa greve e sfibrante. Che odio, mi incupisce e mi affligge.
Per colpa della calura, nutro una repulsione radicale a ficcarmi in un appartamento, quasi sempre arroventato. Gia' mi pesa andare a caccia di non pay nei soliti posti, caldi come non mai, a scambiare chiacchiere insulse, fluidi corporei e sudori. Così vago, mi immergo nella notte, scandaglio le strade, attraverso viadotti e zone industriali. Fino al limitare tra cemento e campagna. Annusando nuovi miasmi industriali e residui, indimenticati odori campestri. Ogni volta rapito e stupito di trovare quelle rare zone arboree, spesso lungo l'ansa di un fiume, da cui esala una frescura densa e inaspettata, più profonda e antica della calura del giorno e degli asfalti rosolati al sole.
E la gnocca? Certo, quella prima di tutto. Ma non e' un principio d'agosto cosi' ricco, a dire il vero. Anemia delle arterie cittadine. Spesso assenti le 4 di via Reni. Tristi e sfruttate le tre di via Pontevigodarzere. Scalcinate le presenze al cavalcavia Camerini. Peggio ancora in via Po. Da dimenticare Limena. Alterne, rade e non da strappare lo sguardo quelle del Plebiscito. Deputtanizzata via Avanzo. Indigesta via Venezia. Travonica via da Bassano. Desertica via Goito.
E, infine C.so Usa. Roulette russa del puttaniere con forti istinti autolesionisti. Trappola travestita da festival della coscialunga. Ma anche li', sara' che non ci sono più le mezze stagioni, non mi sembra ormai l'Eldorado di un tempo. Alcune son sempre le stesse. Altre, da farmi far follie, tra ore passate a parlare e notti senza bordi, non ci sono più. Le nuove, poche e senza colore. I puffi, mutanti e nascosti nell'ombra.
La castità? No, la considero un peccato grave. Egoismo triste. E nient'altro che una cattiva abitudine.