SuperSup
Suparat [
https://community.punterforum.com/search/?q=suparat&o=relevance] è stata una delle mie masaggine di fiducia, all’Emerald massage [
https://community.punterforum.com/search/?q=emerald+massage&o=relevance]. Ha una trentitina d’anni, un bimbo che abita con mama, parla pochissimo inglese ed ha un sorriso strambo che mi strega. Sono sempre andato da lei per massaggi casti. Patti chiari: niente extra, buon tip, chiamo in anticipo fissiamo un orario e lei si fa trovare pronta e precisa. A volte non so neppure bene cosa voglio, lascio a lei l’iniziativa, magari mi scardina o a volte si sta solo a dormicchiare ed accarezzarsi.
Mi è comodo poichè si trova idealmente tra la zona di Buakhao e Bongkot, per cui a volte prima a volte dopo qualche furiosa sessione di zozzerie, mi fermo qui.
Uno di questi giorni le scrivo e mi risponde che, assieme a tutte le sue amiche dell’Emerald, è stata licenziata. Un grande classico thai: la contrattualizzazione delle massaggine prevede clausole vagamente criminali: se ritardi per più di tre volte possono non pagarti tutto il mese o, se non sei presente il giorno che distribuisco la paga allora non ne avrai più diritto... finisce spesso a stracci e, thilandesamente, è impossibile capire davvero come stiano le cose, dato anche che certe donne thai sono delle casiniste olimpioniche. Certo che le mamasan tendono ad essere delle vecchiacce ossessionate dai quattrini che trattano le ragazze come contadine senz’arte ne parte, potendo disporre di un abbondante e continuo potenziale flusso di manodopera.
Comunque sia propongo a Sup (detta Kee...) di venire da me raddoppiando il normale compenso.
E’ una bella ragazzona, con poche tette (piccole ma perfette e, naturalmente, se ne vergogna e non vede l’ora di ristrutturarle, ‘tacci delle mode) ma alta 1.70, atletica e muscolare. Quando la vado a prendere a casa, senza il solito costumino tradizionale ridicolo del negozio, è splendida, con i jeans strettissimi, occhiali da sole, cappellino Nike, maglietta che finisce prima dell’ombelico e reggiseno tattico.
Parlottiamo un po’ in strada, nel sole tropicale del primo pomeriggio e, mentre la carico in moto, un gruppetto di raffinati turisti anglofoni sta entrando da Back‘n Brew: si inchiodano letteralmente in strada con gli occhi che paiono spiritati a guardare questa meraviglia, mimando uno stupore da caricatura.
Kee è bella certamente, ma siamo quasi amici, qualche volta ho cenato assieme a lei ed alle sue amiche del negozietto (granchi giganti, seppie e gamberi grigliati sui banchetti e pentolone con ribollita cosmica su un marciapiede), spesso abbiamo sbevazzato (lei molto più di me) ed abbiamo passeggiato, quasi sempre assieme alle amiche del negozietto.
Io sono stanco per la sera prima, ed a casa mi spiano sul lettone mentre Supersup mi sistema come fossi un pupo: mettiti così e poi cosà ecc. Mi lascia con una musica che mi piace e va a fare una doccia (è terrorizzata dal fatto che il suo odore possa infastidire. Sa dove si trovano gli asciugamani e sistema tutto. Una wise lady!).
Massaggio thai leggero durante il quale letteralmente mi addormento. Dopo un po’ sento che Sup, pian piano mi si accuccia a fianco e si ben dispone per una meravigliosa pennica del pomeriggio.
Passa un tempo che non saprei definire ma mi sveglio per il freddo: lei è una calorosa, arrivando dalle montagne del nord-ovest, ha regolato il condizionatore a 22°, allora prendo un lenzuolone e la ricopro. Spunta una manona che mi afferra e mi tira sotto a quel riparo. Mi ha accarezzato, forse ci s’è accarezzati, intrecciando ogni arto, per più d’un ora di dormiveglia. Ad un certo punto ha iniziato a strofinare le chiappone su di me, mi ha chiesto piano di toglierle quei vestiti strettissimi, cosa che ho fatto più che volentieri trovando una interessante situazione umidiccia. Poi mi ha chiesto se avessi uno o due gommini.
Insomma Suparat, senza grandi sollecitazioni dal morto-vivente aveva proprio desiderio di prendersi il suo piacere, mi ha quasi impressionato, mi metteva una mano dietro la testa una dietro la schiena e mi alzava quasi completamente mettendomi dove le pareva meglio, scopandomi prima piano piano e poi furiosamente come credo di avere visto davvero poche volte. Mi ha sorpreso per la forza, utilizzandomi praticamente senza alcuna inibizione con gran trasporto. I suoi baci sembravano morsi, i suoi versi parevano quelli di un animaletto e tutto il movimento sembrava una lotta, sebbene dolcissima. A differenza dei consueti rapporti, durante i quali tutto è funzionale al mio piacere, qui si seguivano tempi, ritmi, geometrie che lei sceglieva adattandoli a suo desiderio del momento, forse anche per questo siamo riusciti ad andare avanti davvero parecchio.
Sup ad un certo punto ha capito che stavo quasi per cedere: “mai chai, MAI CHAI!” Insomma, con gli occhi a palla ed i capelli sulla faccia, mi ha quasi minacciato di non osare spruzzare prima del suo permesso.
Si muoveva sempre lei, sia che fosse sotto, sopra o di fianco. Ha voluto che l’acchiappassi in ogni modo e quando s’è sentita pronta mi ha messo seduto ed è salita sopra alle mie gambe, mi ha stritolato la schiena per stringermi a lei, spingendo il suo pube contro di me così forte da farmi male, sembrava che volesse usarmi come materia per il suo pranzo.
Siamo rimasti a letto ancora un po’. Poi un veloce lavaggio. Poi ancora sonno e carezze. Una roba da adolescenti. Ci s’è svegliati col suo : “Ok man? Are you hungry?” Per riposta le ho messo a posto o i capelli e nell’operazione vedo che ha la faccia tutta rossa, così come la pelle sulla schiena e pure sull’addome...
Inclina la testa, mi si avvicina finchè le nostre fronti si toccano, fa l’occhio di rimprovero ed allunga il suo ossuto indice destro puntando alla mia barbaccia. Azz è vero, avevo la barba lunga che ha lavorato come una grattugia per tutto questo tempo. Semplicemente ero così stanco e distratto questa mattina che avevo dimenticato l’operazione. The wise-lady, che ne ha viste tante, dice la sua, che, come al solito, è un mix di pensiero tropicale e buddismo: è una cosa affatto grave, passerà da sola!
Fuori era già buio, ma il sorriso di Suparat era un sole luminoso.
Qui una sua foto in piena azione: