Discussione Community regolamentate vs. caos social: chi ha paura dei lurker con i pantaloni abbassati?

Mi sono sempre posto la domanda: "Oblo, ma se tu fossi invisibile, cosa faresti?"
Tralasciamo le risposte, alcune veramente scontate, ma penso che il rispetto delle regole di convivenza e della morale più o meno condivisa dipenda, purtroppo quasi esclusivamente, dalla manifestazione della propria identità.
Credo infatti che la fortuna, ma anche il problema, dei social sia l'anonimato in qualsiasi forma si manifesti.
Spero che ben presto l'accesso ai social venga regolamentato con una sorta di identità digitale univoca, che incateni ogni singolo individuo alle proprie responsabilità ed impedisca lo schifo attuale, che è un problema solo in minima parte di patriarcato.
 
Devi considerare che ormai col web è come se lo scrivessi a caratteri giganti sotto il muro di casa sua.
E devi considerare come ti sentiresti tu se sotto il muro di casa tua trovassi scritto a caratteri giganti che tua moglie è una gran bocchinara. O come si sentirebbe tua moglie. Magari è anche vero, tua moglie ti fa dei pompini fantastici, ma è una cosa che dovrebbe restare nella vostra camera da letto.
Intendiamoci, non è un discorso di moralismo ipocrita da parte di uno che va a puttane. Io di certe donne che mi piacciono penso che me le tromberei con molta soddisfazione. Ma lo penso soltanto, al limite lo dico al mio amico Tano 'o Meccanico quando ci troviamo davanti ad una birra.
Ma non vengo a scriverlo qui su PF o da qualche altra parte sul web.

"È la rete, bellezza, la rete. E tu non ci puoi far niente, niente."
Mi pare stai facendo un pò confusione.
Il reato di diffamazione "si configura quando qualcuno, comunicando con più persone e in assenza della persona offesa, lede la reputazione altrui".
Scrivere sul web "guardate che "pompi....a questa!" oppure "questa è una grandissima tro.." riferendosi a chicchessia configura questo tipo di reato.
Non esiste per fortuna ancora il reato di opinione in Italia, ma temo che il polverone suscitato possa portare a limitazioni della libertà di espressione.
Per ora quindi scrivere pubblicamente "che figa questa! adesso mi sparo una pippa" oppure "che tettona! me la scop...ei" può fare rabbrividire buona parte della platea femminile ma vedo complicato per loro dimostrare che chi lo ha scritto le abbia diffamate.
Espressioni volgari di questo tenore forse potrebbe essere giudicate in maniera differente qualora riguardassero rappresentanti del corpo politico, amministrativo o giudiziario di uno stato. Il che confermerebbe che davanti alla legge non siamo tutti uguali. Esistono infatti il reato di oltraggio che tutela in maniera diversa certe figure istituzionali.
L inefficienza del paese in cui viviamo è sotto gli occhi di tutti quotidianamente.
Risultano infatti denunce al portale innominabile presentate anni fa, almeno dal 2019.
Probabilmente è cambiato il peso di chi si è sentita lesa negli accadimenti recenti.
 
Mi sono sempre posto la domanda: "Oblo, ma se tu fossi invisibile, cosa faresti?"
Tralasciamo le risposte, alcune veramente scontate, ma penso che il rispetto delle regole di convivenza e della morale più o meno condivisa dipenda, purtroppo quasi esclusivamente, dalla manifestazione della propria identità.
Credo infatti che la fortuna, ma anche il problema, dei social sia l'anonimato in qualsiasi forma si manifesti.
Spero che ben presto l'accesso ai social venga regolamentato con una sorta di identità digitale univoca, che incateni ogni singolo individuo alle proprie responsabilità ed impedisca lo schifo attuale, che è un problema solo in minima parte di patriarcato.
Un tema carsico proprio perché nei suoi aspetti tecnici è molto meno affascinante rispetto ad una bella gridazzata in prima pagina
 
Dal mio modo di vedere, il patriarcato esiste ancora oggi in forma tangibile e reale, anche se le donne hanno ottenuto nei corso degli anni più diritti. Ma avere più diritti non equivale ad avere più libertà di scelta.
Il patriarcato non è semplicemente resuscitato in forma digitale, piuttosto ha espanso il suo campo d'azione.
È ancora tangibile nei femminicidi, nella disparità salariale, nella divisione iniqua dei compiti domestici, nelle molestie per strada.
È diventato digitale in quanto si è insinuato negli algoritmi, nei meme misogini, nelle community tossiche online.
I due aspetti si alimentano a vicenda. L'odio online normalizza la violenza offline, e le strutture di potere tangibili forniscono il materiale per le narrazioni distorte che circolano in rete.

I femminicidi sono la prova più drammatica e incontrovertibile che il patriarcato è vivo e operante nel mondo reale. Non sono "residui" di un'epoca passata, ma l'estrema conseguenza di un sistema che ancora considera ad es. la proprietà sull'altro, ovvero l'idea che un uomo possa "possedere" una donna (la propria partner, figlia, ex) è un cardine del patriarcato tradizionale che non è affatto scomparso.
MI viene in mente anche il rifiuto dell'autonomia femminile, la scelta di una donna di lasciare un rapporto, di dire "no", di vivere la propria vita al di fuori del controllo dell'uomo, viene percepita da alcuni come un'intollerabile sfida alla propria autorità. Il femminicidio è l'atto finale di riaffermazione di quel controllo perduto.
Possiamo anche definire una sorta di "impunità culturale", anche se legalmente condannati, questi atti affondano le radici in una cultura che spesso giustifica, minimizza ("raptus", "troppo amore") o colpevolizza indirettamente la vittima ("perché l'ha provocato?", "perché non se n'è andata prima?").

Prendiamo l'esempio del mondo del lavoro:
esiste effettivamente un "diritto formale" in cui una donna ha il diritto di diventare ingegnere, amministratore delegato, politico.
Però il tutto si racchiude in una libertà reale limitata, si scontra con il divario salariale (stesso lavoro, stipendio inferiore); con il classico "soffitto di cristallo" fatto di barriere invisibili che impediscono l'ascesa ai vertici; con il carico del lavoro di cura non retribuito (ad es. la gestione della casa e dei figli ricade ancora sproporzionatamente sulle donne, limitando il loro tempo e le loro energie per la carriera); con i pregiudizi inconsci durante le assunzioni o le promozioni (ad esempio, la paura che una donna possa fare un figlio).
Questi sono ostacoli tangibili ed economici, non solo digitali, che limitano concretamente la libertà di scelta.

I social network non sono solo una "nuova palestra", sono spesso una camera di risonanza che rinforza gli stereotipi più tossici e fornisce una copertura al sistema patriarcale tradizionale.
A questo proposito mi viene in mente l'incitamento all'odio: I gruppi misogini online normalizzano il disprezzo per le donne e forniscono una giustificazione ideologica alla violenza, il cosiddetto body shaming, ovvero l'ossessione per l'aspetto fisico delle donne, amplificata dai social, è una forma di controllo moderno che le incastra in standard irraggiungibili, per non parlare poi dello stalking digitale che è una forma di violenza tangibile e terrificante che usa gli strumenti digitali per perseguitare nella vita reale, limitando la libertà delle vittime.

La frase "morto e resuscitato in fibra" è efficace come slogan, ma la realtà è più cupa e complessa: il patriarcato non è mai morto. Ha semplicemente aggiornato il suo software, mentre il suo hardware di violenza e disuguaglianza rimane saldamente installato nella nostra società.
Posso aggiungere a mio avviso che possiamo trovarci in società post-patriarcali o meno patriarcali, ma con molta più misoginia e quindi molta più violenza, a livello sia individuale che collettivo (movimenti neotradizionalisti e altri consessi di vittimismo maschile).

Perché un sistema patriarcale funzionante nel tempo, comunque si impone dei limiti alla violenza che esercita, per fare si che l'oppressione su cui si basa (e tutti i privilegi che si ottengono) possa durare senza mai arrivare ad un punto di rottura... Il classico meccanismo del bastone e della carota.
 
Gentili utenti,

Vi ringraziamo per i vostri contributi e l’interesse dimostrato nella nostra community. Tuttavia, è fondamentale mantenere il focus sulla discussione in corso per garantire un dibattito produttivo e pertinente. Vorremmo ricordarvi che l’argomento specifico della discussione è il seguente:

Community regolamentate vs. caos social: chi ha paura dei lurker con i pantaloni abbassati?​


Comprendiamo che la natura delle discussioni online possa portare a deviazioni dal tema originale, ma è essenziale per la qualità del nostro forum che ogni discussione rimanga centrata sull’argomento proposto. Questo non solo facilita la comprensione e la partecipazione di tutti gli utenti, ma garantisce anche che le informazioni rilevanti non vengano disperse tra temi non correlati.

Nel caso in cui abbiate domande, dubbi o interessi su argomenti diversi, vi incoraggiamo caldamente ad aprire una nuova discussione. Aprire una nuova discussione è semplice e permette di trattare nuovi temi in maniera approfondita e organizzata, senza interrompere il flusso delle discussioni esistenti.

Grazie dell'attenzione.
 
Un tema carsico proprio perché nei suoi aspetti tecnici è molto meno affascinante rispetto ad una bella gridazzata in prima pagina
Capisco che il rimedio sia complicato da un punto di vista tecnico (più che altro io avevo pensato ad una sorta di Spid), però credo che il senso di impunità sul web, dovuto anche alle difficoltà nell'individuazione degli autori di eventuali reati, sia maggiore che nella vita reale, che già non è basso.
Perlomeno questo è uno dei motivi per cui ritengo che i social siano una cloaca.
Poi che i minori si avvantaggino dell'anonimato mi sembra un paradosso con implicazioni etiche e legali abbastanza pesanti. Ma onestamente forse non ho capito cosa intendesse l'autore.
 
Capisco che il rimedio sia complicato da un punto di vista tecnico (più che altro io avevo pensato ad una sorta di Spid),
non è un esempio tanto fulgido: lo SPID s'è affacciato in pochi paesi e pian piano viene dismesso.

però credo che il senso di impunità sul web, dovuto anche alle difficoltà nell'individuazione degli autori di eventuali reati, sia maggiore che nella vita reale, che già non è basso. Perlomeno questo è uno dei motivi per cui ritengo che i social siano una cloaca.
Offendere una persona a distanza porta a conseguenze gravi con minore probabilità rispetto allo scontro fisico, tuttavia quando la gravità del reato lo ha richiesto, le indagini hanno potuto scalare molti livelli di schermatura delle identità.

Tutte le volte che l'umanità si specchia e vede cose come il guardone in mutande fa fatica a riconoscersi ed avvia liturgie di pura ipocrisia tentando di descriversi diversamente. Il linguaggio dei media è volto a marcare nel lettore/ascoltatore, sebbene affascinato dai fatti di sanguesessosoldi, la differenza con gli esempi negativi presentati ed invece ad alimentare la rassicurante sensazione del virtuosismo della propria individualità.
Per quel che abbiamo potuto vedere negli ultimi 30 anni il miglior modo che una community virtuale ha per tutelarsi, specialmente a fronte di norme ad ampio margine di interpretabilità, è quello di adottare un robusto codice di controllo interno.

Poi che i minori si avvantaggino dell'anonimato mi sembra un paradosso con implicazioni etiche e legali abbastanza pesanti. Ma onestamente forse non ho capito cosa intendesse l'autore.
nell'articolo indicato e nei materiali di corollario è spiegato bene, certo il tema non si presta a semplificazioni giornalistiche e richiede un po' di impegno per essere maneggiato con consapevolezza.
 
Per quel che abbiamo potuto vedere negli ultimi 30 anni il miglior modo che una community virtuale ha per tutelarsi, specialmente a fronte di norme ad ampio margine di interpretabilità, è quello di adottare un robusto codice di controllo interno.
Dici bene, "per tutelarsi". Ma non era solo questo il punto.
Ad ogni modo per quanto sia di difficile soluzione il problema rimane e non si risolve cancellando siti o thread evidentemente.
Peraltro è un problema presente in ogni ambito della società.
Ad esempio anche guidare è consentito solo ai maggiorenni, ma nulla vieta ad un dodicenne di sedersi in auto, girare il quadro e stirare una vecchietta. Tecnicamente sembrerebbe non vi sia soluzione.
Purtroppo ogni problema è risolvibile solamente con un'azione di prevenzione e di contrasto. Finora ci si è indirizzati soprattutto sulla seconda tipologia, da quanto mi pare di capire per limiti tecnici.
Gli espedienti suggeriti per camuffare la propria minore età o l'identità più in generale, a naso sono tutti configurabili come reati. Forse, ad esempio, si ha la percezione che il furto di identità nel mondo virtuale sia più tenue che nel mondo reale. Peraltro si attribuisce al minore, inteso proprio in senso generico, una spiccata e, mi auguro, esagerata capacità delinquenziale.
Tutto ciò non fa che accrescere la convinzione che la sensazione di impunità nel web sia abbastanza radicata.
Comunque, lentamente si sta generando una coscienza digitale, che è già qualcosa.
 
Ultima modifica:
Io ero iscritto al famigerato Phica.net. Seguivo i thread sulle pornostar e di qualche vip. Non ricordo di aver lasciato commenti offensivi anche perché cercavo più che altro novità sulle mie attrici preferite.
 
Ho qualche dubbio in più invece su quello che ho raccontato della escort. Sospettavano fosse un uomo in passato e io stupidamente ho detto la mia basandomi sull'estetica nelle foto che sono state pubblicate da altri utenti (che si trovano tutte sugli annunci da lei inseriti) , ma senza offendere. Questo comportamento può dare problemi? Il giudizio cambierebbe se fosse vero o falso?
Qualcuno sa rispondermi a questa domanda?
 
Diciamo che a mia "discolpa" posso dire che oltre a non aver mai caricato nulla (poiché non sono il tipo da fare questo genere di cose) non ho mai partecipato a discussioni da caserma del tipo "cosa le farei a quella" o cose così, a maggior ragione su personaggi pubblici. La mia attività recente li dentro si limitava a una sezione ben precisa riguardante la mia provincia, e basandomi su delle voci di corridoio già circolanti ho chiesto se X o Y (nomi delle girl, quello della prima scritto camuffato a numeri e lettere e l'altro nome fittizio/d'arte) si cimentassero nel fare le escort.
Però come diceva qualcuno prima di me, in tempo di caccia alle streghe tutti si può essere accusati di stregoneria, è questo che mi fa stare in pensiero.
Io spero vivamente che la notizia riguardante l'identificazione degli utenti valga solamente per i casi più gravi (revenge porn e simili) o comunque quelli legati alle denunce.
Vedermi denunciato per aver chiesto se nella mia zona ci fossero delle no-prof sarebbe il colmo
Ma scusa, denunciato da chi? Ci vuole una "vittima" che ti quereli. Se non c'è una vittima non puoi avere nulla da preoccuparti. Non è un reato chiedere se ci sono delle persone che fanno sesso a pagamento, come non è un reato fare sesso a pagamento. Le persone che rischiano su quel sito, sono le persone che hanno messo contenuti e fatto commenti violenti o diffamanti su specifici soggetti. E necessitano di essere querelati da quei soggetti (es. la vip insultata o la parente o sconosciuta postata magari in situazioni intime). La polizia può agire d'ufficio solo per casi come l'istigazione alla violenza o vilipendio a corpo dello stato. Se hai fatto nomi e cognomi, in ogni caso bisogna che queste persone abbiano visto il tuo post, si siano offese e sentite calunniate, salvato gli screenshot e andate a fare querela.
 
Si, intendevo questo. Senza giustificazione alcuna perché di fatto ho sbagliato io. Ma nei pochissimi post che ho scritto commentando queste persone famose ci sono scritte solo queste cazzate e apprezzamenti fisici. Niente di più. E le solite reazioni ai post, tipo il like.

Ho qualche dubbio in più invece su quello che ho raccontato della escort. Sospettavano fosse un uomo in passato e io stupidamente ho detto la mia basandomi sull'estetica nelle foto che sono state pubblicate da altri utenti (che si trovano tutte sugli annunci da lei inseriti) , ma senza offendere. Questo comportamento può dare problemi? Il giudizio cambierebbe se fosse vero o falso?

Che probemi deve dare? Bisogna che quella escort abbia letto i messaggi, se ne abbia avuta a male e sia andata a querelarti.
Impossibile, direi.
 
Ultima modifica:
Che probemi deve dare? Bisogna che quella escort abbia letto i messaggi, se ne abbia avuta a male e sia andata a querelarti.
Impossibile, direi.

Guarda, innanzitutto si parla di molti mesi fa. Mi pare Gennaio che sono intervenuto io , anche se il thread esisteva da molto prima . Razionalmente penso che se l'avesse scoperto e avesse deciso di agire lo avrebbe già fatto. Avrebbe potuto fare tranquillamente gli screen e querelare. Certo non so quanto mi avrebbe toccato la cosa. Fra diversi utenti, Io ho espresso il mio parere sulla vicenda ma senza offendere, e sono stato l'unico a smorzare lasciando il beneficio del dubbio. Ora, se cerco su Google il suo nome o numero di telefono accompagnato da "phica eu" non trova nulla. Ho fatto diverse ricerche inserendo stringhe differenti. Niente di niente,contenuto sparito con la chiusura del sito. Quindi ad oggi se non ha nulla in mano ormai è andata...
La mia irrequietezza è dettata dal fatto che so di avere sbagliato e quindi con tutto questo trambusto che è successo, anche se effettivamente non si sa come vada a finire, magari in un nulla o poco di fatto, un po' di preoccupazione mi è venuta.
 
Qualcuno sa rispondermi a questa domanda?
ieri a tg hanno detto che le persone offese devono presentare denuncia precisa e circostanziata alle forze dell'ordine, quindi considerato che: il sito è chiuso; e nella wayback sono presenti solo alcune pagine; dubito che chi sia stato offeso, delegittimato, insultato, ecc. riesca a trovare spunti per poter far denuncia
 
ieri a tg hanno detto che le persone offese devono presentare denuncia precisa e circostanziata alle forze dell'ordine, quindi considerato che: il sito è chiuso; e nella wayback sono presenti solo alcune pagine; dubito che chi sia stato offeso, delegittimato, insultato, ecc. riesca a trovare spunti per poter far denuncia
Credo di aver sentito anche io quel servizio, o i o simile. Si diceva però espressamente che la giustizia, si muoveva espressamente su querela. Quindi mi chiedo:
- quante donne/uomini sono già andati a spulciare i tred per vedere se sono stati diffamati e hanno fatto denuncia
- se i siti sono oscurati come potrò io verificare se sono stato/a diffamato
-quando sì arriverà alle sentenze di condanna o a soluzione si rischierà per caso di vedere esclusivamente nomi di personaggi politici e non della gente comune.
Sì lo so che questa ultima affermazione è tipica del qualunquismo italiano però se il problema esiste ed esiste non saremo intervenuti in una risoluzione dello stesso ma solo nel mettere la solita pezza.
Credo che questa comunità sia ben guidata, perché chi la dirigente, ha consapevolezza di quello che accade al suo interno , e i controlli migliorano ed elevano la sua qualità. Sta comunque a Noi continuare su questa strada se vogliamo avere questo luogo di distrazione segnalando alla moderazione qualsiasi contenuto che ci possa sembrare inappropriato
Napo
 
Condividere un’immagine fuori contesto non è un passatempo innocente: può devastare la reputazione e la vita di una persona. Allo stesso tempo, le piattaforme devono assumersi un ruolo più attivo, intervenendo rapidamente sulle segnalazioni, investendo in strumenti (tecnologici e non) per riconoscere e bloccare le manipolazioni. Non vale più il concetto "internet libero per tutti". Alla base resta un principio non negoziabile: la dignità umana non può essere calpestata in nome del profitto, della curiosità o del divertimento altrui. Che si tratti di un personaggio pubblico o di un cittadino qualsiasi, nessuno dovrebbe essere trasformato in oggetto da esibire fuori dal proprio contesto. La pratica di dare in pasto le immagini non è intrattenimento innocuo: è una forma di violenza mediatica, sottile ma devastante, che merita di essere riconosciuta e contrastata con fermezza. Solo se impariamo a rispettare il valore dell’immagine altrui riusciremo a costruire uno spazio digitale in cui libertà di espressione non significhi libertà di offesa, e in cui la persona resti sempre al centro. Fate uno sforzo, ricordate questo approfondimento e prima di inserire un immagine o un comnento ad una immagine, riflettete e se avete dubbi, cercate e approfondite soprattutto quando vi arriva il messaggio di "recensione respinta" oppure "contenuto non in linea con la policy e il regolamento" o ancora quando qualcuno dello Staff è costretto ad intervenire per tutelare sicurezza e integrità della community e dei suoi gestori.
Oro colato. Base da cui ognuno dovrebbe partire da qui in avanti.
Siamo sempre lì: non è il parlarne ma il contesto in cui lo si fa. In pratica, la formula è: immagine (o altro dato personale) + commento + contesto. A quel punto ci sono tre elementi che potrebbero essere presi in considerazione per la verifica di un danno morale.
Ora chiedo un chiarimento riguardo al "contesto".
Mi piacciono le donne dal corpo atletico, e "Sportiva che metteresti.. ecc. ecc." era uno dei miei thread preferiti. Postavo foto, la mia didascalia era legata più alle imprese sportive che ad altro. Credo di aver scritto solo di una tennista che l'avrei messa a novanta, ma solo per "punizione" legata ad una partita malamente persa. Frase stupida scritta solo per fare dell'ironia.
Il giorno della messa in quarantena di quello e altri thread ne feci subito un'altro (si, sono il solito provocatore) che titolai mi sembra di ricordare "Bellissime Sportive" e dove oltre alla foto presa in rete e le medaglie sportive conquistate non aggiungevo altro.
Giustamente, visto il momento, anche quello, per il momento (o forse no) per sicurezza è stato oscurato.
Il thread era innocuo, ma il problema allora non è il titolo o i commenti beceri che non c'erano, forse è il contesto del sito in cui si recensiscono le escort?
Ma allora in quei thread dove parliamo di film, libri, musica, attori, cantanti, qualcuno non potrebbe avere da ridire ad essere citato, magari anche negativamente, qui su PF?
Se il contesto è quello per cui è famoso questo sito allora scrivere di qualcuno che escort non è, è quasi sempre sbagliato. Spero di sbagliarmi.
 
Indietro
Alto