Il discorso della Collina di Prathumnak
Ricevo diverse richieste attraverso il prodigo sistema di messaggistica interna di PF. Incredibilmente queste missive si assomigliano in gran parte: soggetti che hanno contribuito poco o nulla, che si presentano come l’imperatore del Siam e che chiedono, chiedono, chiedono, chiedono robe varie purché in modo il più possibile sgangherato e surreale.
Ho dunque messo tutti questi messaggi nel frullatore e ne ho ricavato un sostanzioso concentrato a beneficio sia dei futuri potenziali chieditori che, spero, del buonumore generale ;-)
“Scusa se ti contatto direttamente, non voglio disturbarti [...]”
Si chiama sistema di Direct Messaging apposta. Costui immagina che ne sia vietato l’uso o che il destinatario, quando riceve una messaggio dal sistema di DM, si chieda: oibò, chissà forse è arrivato un DM?
In parte capisco la liturgia convenzionale, tuttavia ci mancherebbe altro che un tizio scriva: ti ho inviato il presente DM al preciso scopo di disturbarti...
Il ricorso alla via breve, come alternativa ad un minimo di sbattimento (perché quel che si chiede, richiede e ririchiede è immancabilmente stato scritto e riscritto) è nella mia esperienza una patologia diffusissima.
Alcuni senza neppure il sospetto di un nucleo ironico, lo scrivono trovandolo pure normalissimo: “sai è molto più semplice [per me, NdR] porti direttamente qualche domanda [tipicamente piuttosto vaga] piuttosto che leggersi le centinaia di pagine del thread [che non servirebbe: basterebbe CERCARE tra le centinaia di bla bla...]
“Poichè mio cugino occuperà il capanno di caccia tra il 17 ed il 23 di agsoto [è pazzesca la minuzia analitica investita nel descrivere i più inutili cazzi propri a fronte della vacuità dei quesiti] e l’ufficio non mi riconosce gli straordinari tra due fasi successive di plenilunio etsivo avendo impengi non modificabili pensavo di partire alle 15:74 di giovedì 37 marzolo [tutto senza virgole o altri orpelli così da potersi affacciare in tutta scioltezza all’abisso filosofico con...] secondo te ne vale la pena?”
Tipicamente questa tipologia di utente-gambero, ha già scritto sulla board pubblica e via DM indicando altri mesi, stagioni, anni, impicci di calendario.
Ma il mio dubbio è: perché devi viaggiare se è una pena?
Frequentemente arrivano millemila considerazioni (piuttosto trite) su vantaggi e specificità della bassa/alta stagione, considerazioni ragionieristiche su costi e disponibilità delle sistemazioni, sulle ricorrenze religiose, sull’affollamento dei locali, sulla presenza di ladies e sull’avvicendamento delle stagioni monsoniche con l’unico risultato che se io propongo il periodo X, in 5 secondo ottengo una replica a completo sostegno invece della maggiore opportunità (anzi sicurezza) di partire nel periodo Y.
E’ una caratteristica ricorrentissima di questi soggetti: anche se forse non ne sono lucidamente consapevoli, sanno già esattamente cosa vogliono (vorrebbero) sentirsi dire.
Oltre ad aver perso del tempo nell’illusione di avere comunicato qualche fatto utilizzabile, questo tipo di siparietti mi pare tanto più surreale in quanto è una mezza vita che raccolgo lamenti per l'affollamento, il Songkran, il caldo, l'umidità, il cibo speziato, gli indiani, i koreani ecc. ma personalmente... sto così bene a Pattaya che qualsiasi periodo mi pare abbia solo lati positivi ;-)
Il pencolamento temporale va di pari passo con quello geografico. Si va da vorrei visitare... “la Thailandia”, a meglio prima a Bangkok o prima a Pattaya? passando per "vorrei evitare le aree brutte e sporche", ai vagheggiamenti su viaggi spezzatino da maratoneta: tre giorni a Hua-Hin, 2 a KohRat, poi Pattaya, ma anche Phuket, le isole, mezza giornata a Koh-Larn ecc.
La mia opinione, calibrata per un thread tematico focalizzato su Pattaya, è semplice: a Pattaya troverai brutture urbanistiche, aria inquinata, traffico impestato, pazzi squinternati da ogni angolo di mondo, spiaggia e mare non proprio da Maldive, oltre naturalmente alla... città più divertente del mondo ;-)
Immancabile arriva la proposta: “se sei ‘li’ [o anche nella variante ‘giù’] nel MIO stesso periodo, IO avrei piacere di bere una birra assieme”
Devo ammettere di non essere tanto propenso ad incontrare italici, non che sia astrattamente prevenuto o che desideri costruire un personaggio antipatico. Semplicemente e molto concretamente ho sofferto quasi sempre esperienze disastrose.
Capisco che ciascuno veda in se' stesso il sistema di riferimento della normalità ma io mi sono quasi sistematicamente trovato a dover fronteggiare casini immani: litigi con le ragazze, soggetti dagli enormi problemi di relazione (altrimenti perché mai verrebbero proprio qua?), sistematica sottovalutazione dei problemi sanitari e delle leggi locali, lamenti a non finire, inaffidabilità varia, aspettative di pura fantasia, atteggiamenti terribilmente provinciali (ricordo scenate per il caffè lungo o qualche pezzetto di frutta nella pizza) di persone raramente uscite dalla propria regione che pensavano di trovare in me (o nello sventurato expat di turno) qualcosa di intermedio tra la comprensione della nonna (che sapeva fare il caffè), l'indulgenza della madre (ah la sua pizza), la guida turistica, lo specchio del bagno parlante ed il procacciatore di puttane.
La questione dell’alloggio. Dopo avere perso un po’ di tempo per rispondere a questioni su collocazione urbanistica, silenzio notturno, presenza di piscine, possibilità di LT, distanza dalla fermata del bahtbus arriva il responso: “penso di prendere il volo e prenotare una sistemazione qualsiasi per uno o due giorni, poi mi guarderò attorno”.
Ciascuno fa bene a fare quel che crede (magari meglio se col proprio tempo piuttosto che col mio...) ma perché improvvisare? Arrivi dopo 10-15 ore di volo avendo mangiato e dormito malissimo ed hai solo desiderio di infilarti, in ordine, nella doccia, in una vagina, in un ristorante, a letto.
Dunque avere già una sistemazione pronta è un gran sollievo e sconsiglierei di improvvisare completamente.
Ma anche l’adattamento a clima, cibo ed orari richiedono un po’ di tempo. Magari conviene fissare una sistemazione (le possibilità di scouting dell’offerta sono tante e funzionali) per più di qualche giorno e magari si prolungherà col minimo dello sbattimento. O meglio, sbattendosene dell’idea di perseguire il fantasma del ‘meglio’.
Le possibilità di sistemazione sono zilioni, di buona qualità e dai prezzi che non temono la concorrenza di altre realtà turistiche (a parità di circatutto, ovviamente).
Così come altre faccende (ragazze, clima, cibo, persone) anche sulle questioni di alloggio raccolgo continue lamentazioni a fronte della quali mi viene in mente Chechov: se vuoi essere felice, inizia!
Ovvero se sei lamentoso di tuo... forse non è colpa dell'albergo ;-)
Le indicazioni che ritengo valide le ho già date: circa 600 pagine di maledetta fatica per scrivere una roba che non legge praticamente nessuno e migliaia di post su PF.
Studiare e documentarsi (che può anche essere un'attività piacevole) è di molto utile. Viceversa compilare liste sognanti piene di cose da fare, locali di visitare, ragazze da incontrare (sebbene possa essere parimenti dilettevole) può essere fatto ma senza crederci tanto ;-)